Harry non aveva chiuso occhio per tutta la notte, era rimasto sveglio a fissare il soffitto mentre Liam si esercitava in salotto con la sua console da dj noncurante che avessero dei vicini e noncurante che lui avesse un fottutissimo bisogno di dormire e recuperare energie. Per cosa non lo aveva ancora deciso. Fatto sta che il soffitto anonimo e in parte impolverato lo aveva aiutato a pensare, a perdersi in quel labirinto intricato che la sua mente e i suoi pensieri avevano fin troppo facilmente eretto intorno a sé.
Aveva pensato a tante cose, non aveva trovato la soluzione a nessuno dei suoi problemi, non aveva concepito niente di anche solo lontanamente utile. Aveva solo preso coscienza di una parte di sé che stava affiorando in superficie, una parte di sé che anche solo qualche giorno prima non avrebbe esitato a ricacciare indietro. Quest'idea che aveva cominciato a farsi spazio velocemente in ogni singolo corridoio del labirinto di cui ho sopra parlato e che lo aveva corroso dentro al punto da fargli credere che fosse pienamente sensata, non che stesse impazzendo completamente come era invece sicuramente più probabile.
Per questo si stava dirigendo verso la confraternita a passi veloci, le mani nelle tasche della tuta grigia che indossava e le cuffie nelle orecchie, che riproducevano musica ad un volume esageratamente alto, necessario perché azzittisse ogni suo singolo pensiero. Non aveva più voglia di pensare, ormai era fatta.La sua canzone preferita dei Counterfeit "Letter to the lost" che urlava parole così belle proprio nella sua mente, e le faceva risuonare come un grido interminabile.
Il tragitto casa-confraternita non era lungo, erano sufficienti cinque minuti a passo veloce. Un tempo così corto che a lui sembrava non finire mai; non salutò nessuna delle persone che conosceva che incrociò per strada, fingendo di essere qualcun altro e tenendo gli occhi incollati al marciapiede, trovandolo improvvisamente molto interessante.
La casa della confraternita si stagliò davanti a lui non appena girò l'ultimo angolo, esattamente come se la ricordava: fin troppo piena di persone -avrebbe dovuto aspettarselo, erano il gruppo più popolare del College-.Harry attraversò il cancello principale che dava accesso all'intera villa noncurante degli sguardi curiosi di qualche ragazzo che non l'aveva mai visto da quelle parti. Continuò a camminare spedito senza neanche guardarsi intorno, in parte neanche consapevole che avrebbe potuto trovare anche Louis, che nonostante tutto dormiva ancora lì. Tuttavia aveva appena attraversato la porta per entrare in casa quando una persona gli si fermò davanti, costringendolo a fermarsi e a togliersi le cuffie dalle orecchie. Qualche spanna più bassa di lui, Charly.
"Harry.."
"Non voglio ascoltarti." La guardò severo, poi fece un passo avanti intimandole di andarsene e di lasciarlo passare. Lei rimase lì inchiodata sul posto senza battere ciglio. Sembrava molto stanca, probabilmente lo era.
"Non è colpa tua, tutta questa situazione. Ma non potete incolpare me per quello che ho fatto, prima o poi sarebbe dovuto succedere."
Non aveva tutti i torti, ma Harry riusciva a vedere solo tutto ciò che di negativo quella situazione, quella sua decisione, gli aveva causato. Aveva perso Louis. -"Avresti dovuto dirmelo, avrei potuto esserci, lui avrebbe potuto capire e magari non se la sarebbe presa con me. Ma agendo alle nostre spalle sei stata tu a renderti colpevole, non per il fatto in sé di aver deciso di parlare."
"Ci ho provato"- ammise lei -"ho parlato con Stan così tante volte che neanche lo immagini. Ho tentato di convincerlo milioni di volte con milioni di motivazioni diverse ma non cambiava idea. Mi sono ritrovata a fare tutto da sola, non ce la facevo più."
"Ma non hai risolto nulla, Louis non è ancora niente per te."
Un sorriso amaro si aprì timido e spontaneo sul suo volto, quasi come se quella frase l'avesse divertita e al tempo stessa ferita. -"Io non sono niente per lui, ma io è da quando sono piccola che lo vedo come un fratello."
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The Game | Larry Stylinson
FanficI clichè fanno parte della vita, Harry e Louis ci metteranno poco a scoprirlo. Stesso College, stessa prima lezione, e forse stesse sensazioni. Il problema è il loro essere così irrimediabilmente diversi. Harry canta, suona, scrive. È un ex pugile...