Niall era di fronte a Kat, in silenzio, mentre il cuore gli batteva all'impazzata nel petto e nella su mente si susseguivano una serie pressocché infinita di possibili immagini, scene, occasioni. Tutto quello che sarebbe potuto accadere di lì a poco.
Niall aveva sempre odiato l'attesa: quei momenti orribili e all'apparenza interminabili che sembravano essere stati creati per renderlo impaziente e per farlo preoccupare. C'era solo un tipo di attesa che gli piaceva o anzi, che lo faceva sentire meglio. Erano le pause calcolate e mai casuali che inseriva nei testi delle sue canzoni, che erano capaci di lasciare tutti -lui compreso- col fiato sospeso, in attesa di ascoltare la nota successiva, la parola successiva, e i brividi che sicuramente si sarebbero creati sulla pelle.
Quindi cercò di figurarsi quel momento come la pausa in una delle sue canzoni: aspettando che Kat dicesse o facesse qualunque cosa in grado di farlo sentire meglio. Perché lui non aveva idea di cosa dire, cosa fare, come muoversi, cosa pensare.
"Mi dispiace tanto"- disse solo lei, prima di avvolgere le braccia intorno al suo collo, alla disperata ricerca di un abbraccio.
Niall si lasciò abbracciare e anzi, infilò la testa nell'incavo del suo collo e prese un respiro profondo nei suoi capelli profumati, avvolgendo allo stesso tempo le braccia intorno alla sua vita, per tenerla stretta.
"Per cosa?"
Niall sentì Kat sospirare, ma la ragazza non fece nulla per liberarsi da quell'abbraccio. Nonostante tutto, gli era mancato. -"Lo sai, tu sai sempre tutto."
Niall cercò di trattenere un sorriso ma fu del tutto impossibile. Lui e Kat, da tanto ormai, erano come una sola anima divisa in due corpi. In quelle settimane di silenzio c'erano state tante parole nascoste ma Niall sapeva che la loro era un'amicizia che neanche il silenzio, che per un musicista è la cosa più terribile, poteva scalfire. Lui sarebbe rimasto, qualsiasi cosa fosse stata a spingere Kat ad allontanarsi.
Perché c'era un patto che avevano stretto quando avevano tredici anni e, anche se può sembrare stupido, Niall se lo ricordava ancora e aveva tutta l'intenzione di mantenerlo. Kat era sempre stata una ragazza sensibile, anche se all'inizio restava in silenzio prima o poi Niall sapeva che sarebbe tornata a dirgli cosa c'era che non andava. Accadeva sempre.
Sarebbe andata così anche questa volta, o almeno sperava.
La strinse più forte.
"Harry per l'amor di Dio..."
"E stai zitto per una buona volta!"
Louis rise ma continuò a opporsi alla forza di Harry, che lo spingeva verso un corridoio del bar sulla spiaggia dove erano entrati qualche minuto prima, non appena la partita era finita. Non credo serva dire che fu del tutto inutile: Harry era più alto, più muscoloso e decisamente più forte; Louis non aveva assolutamente nessuna possibilità di ribellarsi. Non che lo volesse davvero, quella situazione lo divertiva.
"Ora mi spieghi cosa vuoi fare"- insistette Louis senza però smettere di ridere, mentre il riccio lo trascinava verso i bagni.
Harry sorrise furbo e continuò a spingerlo in quella direzione. -"Ho vinto la partita quindi merito il mio premio."
Louis girò di poco la testa per guardarlo negli occhi mentre Harry spalancava la porta del bagno e vi faceva entrare entrambi senza molti convenevoli. Menomale che non c'era nessuno. -"Cioè?"- chiese il più basso alzando un sopracciglio, con un certo sorriso ambiguo stampato sul volto.
Harry alzò gli occhi al cielo e chiuse a chiave la porta. -"Un po' di intimità?"
Louis fece qualche passo indietro finché la sua schiena toccò la parete opposta della piccola stanza, provvista solo di uno specchio e di un lavandino piccolissimo. -"Tipo?"
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The Game | Larry Stylinson
FanfictionI clichè fanno parte della vita, Harry e Louis ci metteranno poco a scoprirlo. Stesso College, stessa prima lezione, e forse stesse sensazioni. Il problema è il loro essere così irrimediabilmente diversi. Harry canta, suona, scrive. È un ex pugile...