19.

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Crystal Pov's
Erano circa le 22, ero nel mio letto, ormai con il mio pigiama, se una maglia XXL nera e un paio di pantaloncini si possano definire tale, me se stavo sveglia, a guardare il soffitto, sentendomi stranamente...sola, senza saperne il perché. A quel punto la mie mente cominció a rielaborare tutte le informazioni che avevo acquisito in quei pochi giorni dopo la notte nel bosco: non so usare i miei poteri, qualcosa ha spaccato le manette di ghiaccio che avevo, l'Alfa mi ha quasi bruciata viva, la nonna di Jen e anche lei erano due banshee, dovevo trovare l'altra incantatrice. Sentii una porta cigolare. Ero da sola a casa, mamma e papà erano via per lavoro e figuriamoci se mia sorella sarebbe rimasta con me, se n'era andata da Lily o da Sarah, non ricordo. La porta, credo quella d'ingresso, emise un altro cigolio come se si fosse richiusa dopo essere stata aperta. Scesi lentamente dal letto mentre sentivo la paura aumentare: mi ero dimenticata di chiudere la porta a chiave. E se fosse stato un ladro? O peggio un Omega? O forse un serial killer? Sentivo i passi di qualcuno salire le scale. Era sicuramente un ladro. E se avesse avuto una pistola? Cercai qualcosa di abbastanza pesante da usare come arma di difesa. Sapevo che mio padre teneva una pistola nel cassetto del suo comodino, ma per arrivarci sarei dovuta passare per il corridoio e il ladro mi avrebbe vista, così l'unica cosa che riuscii a trovare fu un vaso dove una volta ci tenevo dei gerani e che ora era pieno di polvere e abbandonato in un angolo della stanza. Sentivo i passi avvicinarsi alla mia camera. Decisi che appena avesse aperto la porta, mi sarei avventata addosso al ladro e gli avrei spaccato il vaso in testa. I passi si fermarono davanti alla mia stanza, la porta si aprii e feci come avevo programmato. Tenni gli occhi chiusi fino a quando non sentii il rumore dei cocci per terra. "Ma che diavolo..." Disse il ladro dopo essere caduto per terra. Ma quello era...Josh? Sì, era proprio lui. "Oddio, che ci fai qui?" Gli chiesi mentre mi piegavo davanti a lui per provare a soccorrerlo. "Che domande fai? Sono venuto a farti da guardia. Pensavo stessi dormendo quindi ho evitato la finestra. Non pensavo che mi avresti quasi spaccato la testa se entravo dalla porta." Sentivo una leggera nota di sarcasmo nella sua voce, ma ormai mi ci ero abituata. "Stai bene? Mi dispiace, credevo fossi un ladro! Io non volevo! Sei ferito?" Cominciai a preoccuparmi mentre lo aiutavo a rialzarsi. "Parli come se ti importasse..." Disse a bassa voce. Non capivo se era sarcasmo o no. Fu a quel punto che mi accorsi che sanguinava. "Oh, stai sanguinando! Vado a prendere qualcosa! Dei cerotti o del disinfettante o delle bende oppure..."  "Ehi, sono un lupo mannaro, non mi sono fatto niente. Perché ti agiti così?" Mi chiese con un sorriso compiaciuto, "Chi io? Agitata? Per te? Ma figurati...è che mi dispiace per quel povero vaso. Cos'è quello?" Chiesi indicando un sacco a pelo che evidentemente si era portato e che ora era per terra in mezzo ai pezzi di vaso rotto, "Visto che devo dormire qua e che tu mi tratti peggio di in cane, mi sono attrezzato." Disse quasi offeso, "Credi sia bello avere qualcuno che invade la tua privacy ogni singolo minuto? Beh non lo è." Dissi come per fargli la predica, ma lui non mi ascoltava nemmeno. "Dove sono i tuoi?" Mi chiese guardandosi intorno, "Sono via per una settimana." Disse alzando le spalle, erano spesso via e ormai mi ci ero abituata. "Ma tu sei minorenne" disse quasi scandalizzato, cosa stupida in quanto anche lui era minorenne. "Infatti dovrebbe esserci Roxanne qua con me, anche se tecnicamente non ha ancora 18 anni." Mi limitai a dire mentre prendevo del disinfettante dal bagno e glielo porgevo. Lui lo rifiutò e continuò con le sue domande:"E non hai paura?" Credevo mi stesse prendendo in giro quindi inizialmente risi, poi mi accorsi che era serio e ammisi:"Sì, un po'...a volte è bello stare soli..." Dissi pensando al fatto che comunque Roxanne non mi avrebbe ucciso visto che era fuori casa per qualche giorno. "Vero. Perché hai dato buca a Paul?" Mi chiese cambiando argomento e facendomi arrossire, "Perché non mi hai detto della riunione?" Gli chiesi subito dopo. Entrambi rimanemmo in silenzio. "Facciamo un gioco." Esclamò dopo un po'. "Non verrò a letto con te." Dissi categorica, "Non intendevo di quel tipo. Tu fai una domanda a me e io una a te, per  negare scuoteremo la testa, mentre per dire di sì non faremo niente, visto che ci sono cose che nessuno dei due direbbe apertamente a quanto vedo. Devono essere domande estremamente chiare." Dichiarò cercando il consenso nel mio sguardo, "Ci sto." Gli risposi mentre mi sedevo sul letto a gambe incrociate. Lui fece lo stesso e poi iniziò con le domande:"Ti ha detto mio fratello della riunione?" Rimasi immobile. Mi dispiaceva tradire Tyson ma se fossi stata sincera lo sarebbe stato pure lui, ne ero certa. "Quel piccolo bastardo..." Disse tra se e se, "Perché non mi hai detto niente della riunione?" Fu il mio turno. "Devi essere più precisa, hai perso la tua occasione. Tocca a me." Disse sorridendo, "Cosa? No! Questo è barare!" Esclamai offesa mentre gli tiravo un pugno sulla spalla, "Le regole sono queste. Ti sei veramente preoccupata per il fatto di avermi ferito con quel vaso?" Ma come poteva chiedermi una cosa del genere? Era ovvio che fossi preoccupata. Cercai di non prendermela e rimasi immobile per fargli capire la verità. Lui mi fissò per un istante e poi abbassò  lo sguardo:"Tocca a te." Disse mentre giocherellava con la collana che aveva al collo. Visto che parlavamo di 'preoccupazioni', avevo anche io delle domande, ma dovevo state attenta a come le ponevo:"Tu all'inizio mi proteggevi perché è stato Oliver a chiedertelo, giusto?" Chiesi cautamente. Lui rimase immobile e credo avesse  capito pure lui dove volessi arrivare. "E anche adesso mi stai proteggendo perché te lo ha imposto lui?" Domandai guardandolo nei suoi occhi color smeraldo, i quali avevano anche delle sfumature azzurre ora che li guardavo meglio, "No." Disse distogliendo lo sguardo mentre si alzava per sistemare il suo sacco a pelo per terra. "Tu ora mi stai proteggendo perché sei tu a volerlo?" Domandai sbalordita, "Mi hai già fatto addirittura due domande, stai barando. Tocca a me." Sviò così la mia domanda:"Tu hai dato buca a Paul perché non ti piace poi così tanto come credevi vero?" Disse con un sorriso compiaciuto e arrogante, "Non sono affari tuoi, devi rispondermi alla domanda." Sbraitai. Perché me l'ero presa con lui? Aveva forse ragione? No, figuriamoci. "Si che ho ragione." Disse ridendo. Arrossii violentemente:"Smettila di leggere i miei pensieri, altrimenti lo farò anche io!" Gli gridai contro, "Sì, ti piacerebbe. Ma ti ricordo che oltre a leggere i pensieri riesco anche a sentire i tuoi battito cardiaci..." Solo dopo quelle parole mi accorsi che mi ero alzata ed ero a pochi centimetri da lui. "A-ah si? B-be non sono io c-che ho provato a baciarti! Questo gioco è una cretinata, io me ne vado a dormire. E per la cronaca, io ti controllo e quindi se voglio posso leggerti i pensieri!" Esclamai furiosa. "Ma davvero? Bene, sto pensando ad una cosa che farò domani, se riuscirai a 'leggermela nella mente' non ti farò più alcuna domanda." Disse sicuro di sè mentre mi teneva un braccio. Potevo veramente leggere i suoi pensieri? Non ne ero minimamente convinta, ma non gliel avrei data vinta. Mi concentrai mentre lo guardavo negli occhi, cercavo di non pensare a niente, poi chiusi gli occhi e sospirai a fondo. "Non ci credo!" Esclamai meravigliata, "Mh?" Fece lui confuso, "Cassidy ti ha chiesto di uscire, domani, e tu ci andrai!" Non mi resi conto delle parole che mi uscirono dalla bocca, nemmeno del loro significato, le avevo semplicemente sentite nella sua testa. Solo che mi sentivo un po'...esausta. "Stai perdendo sangue dal naso. Ti avevo detto di non provarci." Mi fece la predica mentre andava in bagno a prendere della carta igienica o dei fazzoletti. Mi portai una mano al naso e vidi che aveva ragione. Strano. Mi tamponò il naso delicatamente e mi diede le istruzioni su come far cessare il sangue. "Grazie." Dissi a bassa voce mentre mi mettevo sotto le coperte. "Perché continui a ringraziarmi? O a preoccuparti per me? Anche se morirò, ti affiancheranno qualche altro lupo mannaro, forse Tyson, chissà." Borbottò mentre si toglieva la maglietta e rimaneva con dei pantaloni da ginnastica. Certo che aveva fisico...eccome. Cercai di non fissarlo e replicai:"Cosa? Tu credi veramente che io mi preoccupi di non avere una guardia del corpo? Non mi interessa questo. Senti, so che mi odi, ma io non lo faccio, mi stai simpatico e apprezzo quello che stai facendo per me, sul serio...Anche se sei uno stronzo arrogante." Aggiunsi ridendo. Ero sicura di averlo visto sorridere nella penombra, poi spense le luci e disse:"È tardi. Notte." Bisbiglió. "Buonanotte." Dissi anche io girandomi dall'altra parte a guardare la porta. "E comunque io non ti odio, anche tu mi stai simpatica." Furono le ultime pare che sentii dire prima di cadere in un sonno profondo.

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