Drake Pov's
"Oggi lo faccio, Kevin!" Esclamai battendo i pugni sul tavolo. Il mio amico Kevin alzó lo sguardo su di me e iniziò a ridere. "Perché ridi?" Feci seccato, "Dicevi così anche l'ultima volta, eppure..." commentó, "No, questa volta non mi tireró indietro. Ho organizzato tutto. Cinema, fiori, cena e poi le dirò cioè che provo." Ripetei speranzoso. "Spero per te che funzioni. Sei sempre così allegro e ottimista" commentó svogliatamente. Effettivamente era così. Fino ad allora ero sempre stato un ragazzo sereno, vivace, entusiasta delle vita diciamo. Ero particolare, del resto ero un lupo mannaro, ma la mia vita era praticamente perfetta. Una famiglia amorevole, amici con cui condividere la nuova esperienza del liceo, insomma era tutto fantastico. Mi mancava soltanto una cosa, anzi una persona: Roxanne Robertson, ragazza più bella e popolare dall'asilo fino ad ora, nonché la mia migliore amica. Anche se tutti la vedevano come una reginetta di bellezza lei era molto più di questo. Era intelligente, carismatica, sorridente ed estremamente gentile. Inutile dire che mi presi una cotta per lei dal primo giorno di asilo. È stato allora che ho conosciuto anche gli altri miei amici: Kevin, Lily e Sarah. In più c'era anche il fratello gemello di Sarah, Paul, ma lui non era molto interessato a frequentarci. Comunque quella sera ero deciso a dichiararmi a.... "Di che parlate femminucce?" Intervenì Roxanne mettendoci le braccia al collo. "Niente" balbettai subito, "Oh andiamo Cake, a me puoi dirlo!" Sorrise guardandomi negli occhi. Cake era il soprannome che diede il giorno in cui ci siamo conosciuti, mi stavo appunto abbuffando di torta e non riuscì a scandire bene il mio nome, lei capì Cake e da allora continuò a chiamarmi così. "Ma no niente...Senti io volevo chiederti...se...ecco...come dire..." iniziai a farfugliare fino a quando Sarah mi diede un calcio da sotto il tavolo. Praticamente tutti si erano accorti dei miei sentimenti per Roxanne, tranne lei. "Ti va di uscire stasera con me a mangiare qualcosa e a vedere un film?" Sputai fuori velocissimamente. "Ma certo che mi va" sorrise di nuovo guardandomi con quei suoi occhi azzurri dolci. "Dici sul serio?" In quel momento la campanella suonó, "Mi dai un passaggio a casa?" Mi chiese gentilmente, "Sì, certo" annuii. "A dire la verità, non ho bisogno di un passaggio, mia mamma sarebbe venuta a prendermi se glielo avessi chiesto..." disse una volta da soli in macchina. "Non capisco..." commentai confuso. "Volevo stare un po' da sola con te per...parlarti. Sei l'unica persona di cui mi fido ciecamente" ammise guardando il finestrino. "Puoi dirmi quello che vuoi" la incitai a parlare. "Ho motivo di credere che mio padre tradisca mia madre. Un giorno l'ho seguito ed è entrato in un albergo, poi è uscito tutto...scompigliato ecco" spiegó con voce tremante. "E poi..." fece un profondo respiro, "Probabilmente mi prenderai per pazza, ma a volte sento...delle voci...anzi, una voce per essere precisi" confessò torturandosi le mani. "E che ti dice?" Domandai perplesso, "Di...fare del male...a mia sorella..." rispose titubante, "Lo so, è folle" sorrise amaramente, "Non credo che ti inventeresti una cosa così grave, io ti credo" sorrisi dolcemente, "Del resto sei una macchina della verità umana. Perché non vuoi dirmi chi sono gli altri lupi mannari della scuola?" Cambió subito argomento. "Non è giusto nei loro confronti" risposi autoritario. Non avevo fatto nemmeno il nome di Kevin, ma credo avesse i suoi sospetti. "Io volevo dirti che..." "Oh, arrivati!" Esclamó. Mi molló un bacio sulla guancia e scese dall'auto. Rimasi immobile qualche secondo per rielaborare tutto. Poi ripartì. Quel giorno sarebbe cambiato tutto.Roxanne Pov's
"Mamma, papà, sono a casa!" Gridai nell'ampio salotto, "Non ci sono" rispose la mia sorellina Crystal di appena 12 anni. "Ehi, allora come ti è andata la giornata?" Chiesi mettendo su la pasta per il pranzo. "Al solito" rispose scuotendo le spalle. "Roxanne..." sentì, "Che c'è?" Alzai gli occhi su Crystal, "Io non ho detto niente...deve venire dalla soffitta" bisbigliò impaurita. Ancora quella dannata voce. "Io salgo a vedere, rimani qui" affermai decisa. Arrivai nella nostra polverosa soffitta. Sarebbe potuta essere una bellissima cameretta se non fosse stata così piena di polvere. "Roxanne..." sentì dal tetto. Aprì il lucernario e mi affacciai. Vidi Crystal in piedi, sul tetto, che guardava una donna dai capelli neri abbastanza corti, gli occhi viola e la pelle bianca come neve. "Chi sei? Che vuoi da lei?" Chiesi terrorizzata. "Io sono Serpia, l'essere più potente di questa Terra! Ho avvertito un grandissimo potere in questa casa che mi ha risvegliata. Voglio quel potere, vero piccola?" Fece un sorriso terrificante a mia sorella. "Mia sorella non ha nessun potere, smettila! Stai dicendo solo assurdità!" Gridai cercando di rimanere calma. "No, non ancora. Ma tu sì. Ti conviene fare quello che ti dico io, altrimenti tutti quelli a cui tieni moriranno." Rise malefica. "Va bene, faró quello che vuoi, ma ti prego, lascia stare mia sorella." La supplicai sull'orlo del pianto, "Perfetto" disse spingendo mia sorella dal tetto. "Crystal! Che diavolo hai fatto!" Urlai correndo subito di sotto. "Avanti, fammi vedere i tuoi poteri, falle ricordare che sei stata tu a buttarla dal tetto, altrimenti..." fece con aria minacciosa. Non potevo più nascondermi, quella Serpia sapeva tutto delle mie 'abilità' . Feci come mi aveva ordinato. "Non è morta, questa volta. Dì a qualcuno del nostro accordo e non sarà la sola a fare una brutta fine" sibiló al mio orecchio. Le toccai la fronte e modificai i suoi ricordi. Quello sarebbe stato in giorno in cui doveva iniziare ad odiarmi, per il suo bene.Drake Pov's
Mi ero messo quasi eccessivamente in tiro per quell'appuntamento. Arrivai davanti a casa di Roxanne con 10 minuti di anticipo. Lei uscì di casa leggermente in ritardo. Aveva qualcosa di diverso. Era più pallida, spaventata ma allo stesso tempo spavalda. "Ehi, i tuoi non ci sono?" Chiesi notando le luci spente, "No, sono con mia sorella al pronto soccorso" risponde sbrigativa salendo in macchina. "Sta bene?" Domandai di nuovo, "È caduta dal tetto, è sempre così sbadata..." commentó quasi ridendo. "Tutto okay?" Chiesi preoccupato, "Sì, ovvio. Allora, che film guardiamo?" Cambió argomento. "Che hai fatto agli occhi?" Domandai di nuovo, "Eh?" "Sono...quasi marroni, gialli" feci basito. Tiró fuori uno specchio dalla borsetta. All'inizio sembrava sorpresa, poi sembrava aver capito cose le stesse succedendo. "È solo un'allergia, smettila di farmi tutte queste domanda!" Esclamó seccata. Per tutta la durata del film non disse niente, si limitó ad appoggiarsi sulla mia spalla e guardare il film, quasi assente. Lo stesso per la cena. "Senti...io vorrei dirti una cosa..." dissi quando la riaccompagnai sulla soglia della porta. "Va bene, vuoi salire? I miei torneranno tardi, sono ancora all'ospedale" disse lei con un sorriso forzato. "O-okay" accettai un po' imbarazzato. "Ah e comunque, devi smetterla di guidare. Hai solo 14 anni. Se i tuoi fratelli ti beccano usare la loro auto finisci male. Anche la polizia non scherza." Mi rimproveró per la centesima volta. "Lo faccio solo per impressionarti" confessai strofinandomi i capelli rossicci. "Non devi. Potresti avere un incidente o peggio" disse sempre rammaricata. "Che dovevi dirmi?" Cambió di nuovo argomento, "Senti Roxanne, non so se tu te ne sia mai accorta, ma io... io sono...innamorato di te. Da sempre. Dovevo dirtelo." Ecco, avevo detto tutto. Avevo messo in pericolo anche la mia amicizia con lei. "Lo so Cake, è evidente" alzó gli occhi al cielo. "E...ehm...si insomma...tu...?" Cercai di chiederle, "Sì, anche io provo qualcosa di più di una semplice amicizia. Nemmeno tu sei così furbo a quanto pare" sorrise di nuovo sistemandosi la frangetta. "Quindi..." iniziai a dire in preda alla frenesia, "Ascoltami Drake. Io dovró fare alcune cose. Non so se per il resto della mia vita o solo per un breve periodo, comunque devo farle. Per la maggior parte saranno cose brutte, ma devi promettermi una cosa..." mi disse avvicinandosi a me, attirandomi a lei e baciandomi. Mi aveva colto alla sprovvista, ma di certo non mi tirai indietro. "Promettimi che rimarrai al mio fianco. Per quanto stronza o cattiva io possa sembrare." Aggiunse poi. "Ma..." "Senza fare domande, ti prego" ribadì, "Te lo prometto" sospirai alla fine. "E un'altra cosa. Dovró fare alcune cose veramente...poco ortodosse, tutti mi vedranno come una stronza, come un oggetto sessuale. Ma io ti prometto che tu sarai l'unico che ameró" sussurró con una lacrima che le rigava il viso. "Roxanne...io vorrei aiutarti ma devi dirmi cosa ti sta succedendo" cercai di capirla, "No. Vuoi fare l'amore con me?" Chiese lasciandomi spiazzato. Arrossii di colpo. "Cosa? Adesso? Ora? Io e te? Ma abbiamo solo 14 anni!" Dissi perplesso, "Drake, ti prego. Se veramente mi ami, fallo" mi supplicó guardandomi negli occhi. Alla fine sorrisi e acconsentii. Quella era stata la prima volta di entrambi. La mattina seguente mi rigirai nel letto. "Vestiti, i miei non devono vederti" sussurró Roxanne che era già sveglia. "Ma come? Mi stai cacciando?" Feci stranito, "Lo faccio anche per te." Rispose rude. "Smettila di essere così enigmatica! Vuoi stare con me o no? Mi ami o no?" Quasi gridai esasperato. "No, perché i miei occhi sono sempre stati di questo colore, perché io non ti ho mai detto dei miei futuri progetti, perché la nostra è stata la cosa di una notte, perché io non ti amo" disse scandendo ogni parola guardandomi negli occhi. Vidi quasi una scintilla arancione nei suoi occhi giallognoli. Poi...non ricordo...ma da quel giorno non fu mai più la stessa. Nemmeno io del resto. Diventai scontroso, rude, chiuso in me stesso, ma rimasi comunque al suo fianco.{Scusate il ritardo, è che mancano pochissimi capitoli alla fine della storia. Stó pensando ad un possibile sequel, fatemi sapere se vi piace l'idea 👑}

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Violet Moon
Werewolf"Mi svegliai in camera mia in preda al panico, con le gocce di sudore che scendevano dal mio viso, guardai l'ora: 06:20. Corsi in bagno a darmi una sciacquata al viso e a tranquillizzarmi. Era soltanto un sogno, o meglio, soltanto un incubo. Guardai...