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{Ehi, questo è un capitolo un po' particolare, ne farò alcuni così per darvi altri punti di vista in base ai vari personaggi, spero vi piaccia. 👑}

Jennifer Pov's
"Sei sicura di volerlo fare?" Mi chiese per l'ennesima volta Crystal. "Ti ho già detto di sì, andrà tutto bene, non mi mangeranno" scherzai avviandomi agli spogliatoi, "Peggio, ti umilieranno! Mia sorella è in squadra e ho visto come tratta le altre" mi avvertì, "Sì, ma tua sorella è una stronza. Anche tu lo sei, a volte, io non avrò problemi, stai tranquilla. E poi mi sono ripromessa che al primo anno di liceo sarei entrate in più squadre sportive possibili." Le avevo ripetuto quel discorso un centinaio di volte. "In ogni caso, io sarò sugli spalti a fare il tifo per te. Se Penny se la prenderà con te ti salverò io" promise sorridendo. "Come se non sapessi che stai lì per guardare Paul, quel ragazzo del terzo anno" alzai gli occhi al cielo ridendo. Lei arrossii. "Puoi biasimarmi? È bellissimo! Solo che sta sempre con due suoi amici, per di più sono del nostro anno. Anche uno di loro è carino" ammise, "Continua a stalkerarli e augurami buona fortuna allora." Conclusi prima di entrare a cambiarmi, "Qualsiasi cosa ti dicano, ignorale o chiamami" aggiunse, "E se è tua sorella ad insultarmi?" Chiesi ironica, "Beh, in quel caso sei fottuta. In bocca al lupo!" E sparì. Mi misi quella divisa da cheerleaders, mi legai i capelli in due code alte e mi guardai un'ultima volta allo specchio. Odiavo mia madre per non avermi lasciato tingere quegli orribili capelli rossi. Non erano arancioni, erano rossi, come il sangue o il fuoco. Eppure nessuno nella mia famiglia aveva i capelli così! Anche la mia sorellina Cassidy, di appena 12 anni aveva dei capelli castano mogano bellissimi ed io? Dannati geni. Presi i pon pon e andai nella palestra. C'erano anche dei ragazzi che giocavano a basket, quell'anno infatti avevano abolito il football per problemi nel trovare un coach, quindi tutti i fighi erano passati alla pallacanestro. Intravidi anche Paul e quei due amici di cui mi aveva raccontato Crystal. Si vedeva che quei due, Josh ed Ian mi pare, erano più piccoli di Paul, specialmente Ian che era incredibilmente imbranato. "Così voi siete le nostre nuove ragazze pon pon" Penny, la capitana, mi aveva riportata alla realtà. "Eh già!" Esclamò una ragazza dai capelli platinati ricci, con gli occhi molto scuri, in piedi vicino a Roxanne, la sorella della mia migliore amica Crystal. "Stai zitta, Lily!" La rimproverò una ragazza con i capelli a caschetto e gli occhi castani, dandole una gomitata. Assomigliava molto a Paul. Penny le fulminò con lo sguardo. "Roxanne, vieni qui!" Esclamò subito dopo. "Dimmi tutto" disse con la sua vocetta da oca, insopportabile. "Che facciamo fare a queste belle reclute?" Chiese Penny con finta indecisione. "Io direi di iniziare con 50 giri di campo." Azzardó la moretta, "Ma Roxy, a me sembra che siamo in una palestra chiusa!" Esclamò quella ragazza ossigenata, Lily. Ma era stupida o lo faceva intenzionalmente? Credo la prima. "Oh, allora 100 giri" fece un risolino Roxanne. Tanto bella quanto stronza. Grazie a Dio che mi piacevano gli sport. "Ehi ehi, tu, vieni qui" mi si avvicinò Sarah, "Che hai fatto ai capelli?" Chiese Roxanne, "Sono...così, naturali" mi difesi, "Oh cara, lo spero per te, non credo che nessuno si farebbe mai una tinta di quel colore!" Esclamò Penny, facendo ridere tutta la squadra. Vidi che Cry si stava già alzando per venirmi incontro, ma le feci segno di rimanere lì. "Sembra...mestruo! Credo che ti chiameremmo testa di ciclo!" Aggiunse Roxanne, facendo scoppiare in una fragorosa risata tutta la palestra. A quel punto una lacrima iniziò a scendermi dalla guancia. "Ahia!" Urló Penny dopo aver ricevuto una pallontata in testa. "Oh, scusami" si avvicinò un ragazzo che stava giocando a basket. "Mi è sfuggita" si giustificò. Penny arrossì subito. "B-Beh, vedi di stare più attento, imbranato." Guardai meglio quel ragazzo, era Ian, uno degli amici di Paul. Mi guardó di sfuggita e accennò un sorriso, poi tornó a tirare a canestro. Abbassai lo sguardo e dentro di me ringraziai quel ragazzo. L'allenamento era stato estenuante. Proprio quando stavo per andarmene, Penny mi fermó e disse:"Ah, Testa di Ciclo, qualcuno deve sistemare tutta la palestra e ho promesso al professore che lo avremmo fatto noi, ma siamo stanche. Visto che sembri carica, fallo tu." Sorrise falsamente, "Ma io..." "Non te l'ho chiesto, è un ordine" specificò. Come poteva una ragazza di 18 anni accanirsi così contro una al primo anno? Stronza. "Ehi, mi dispiace per quello che..." Cry era scesa dagli spalti, "Lascia stare. Senti, qua ci vorrà un po', quindi vai pure a casa" sorrisi gentilmente, "No, ti aiuto" insistette lei, "Crystal, sei una brava amica, ma vai, sul serio, è già tanto che tu sia rimasta qui a fare il tifo." Ribattei io. "E va bene, ci sentiamo stasera per telefono, ciao!" Mi salutò andandosene. Mentre si allontanava vidi un ragazzo moro, dagli occhi verdi, quasi azzurri fissarla. Era l'altro amico di Paul. Strano. Mi ci volle quasi un'ora per pulire quel disastro, mancavano solo i palloni da basket da mettere via. Ne mancava uno però. Mi allontanai dagli armadi con le attrezzature sportive e tornai in campo. C'era un ragazzo che continuava a tirare a canestro, sbagliando ogni volta. Ma come faceva ad essere così negato? Eppure era un tiro semplice. Non riuscii a trattenermi ed andai da lui. "Ehi, scusami, dovrei rimettere via i palloni..." dissi. Appena si voltò riconobbi che era quel ragazzo che aveva tirato una pallonata in testa a Penny. Wow, non era niente male. "Capisco, ma vedi, se non riesco a diventare un giocatore di basket professionista entro tre settimane il coach non mi fa entrare in squadra" ribattè sbagliando per l'ennesima volta il tiro. "Merda!" Imprecó. "Devi piegare di più i gomiti" suggerii. "Cosa?"chiese guardandomi negli occhi. Abbassai gli occhi per l'imbarazzo, "Guarda" gli chiesi il pallone e me lo passò. Tirai e feci canestro. Rimase a bocca aperta, "Wohoo, come hai fatto?" Chiese sbalordito, "Me la cavo a basket, piega di più i gomiti" gli ripassai il pallone. Provó e questa volta il tiro gli venne perfettamente. Iniziò a saltare per aria e ad esultare come se avesse vinto la coppa del mondo. "Ora, posso il pallone?" Chiesi di nuovo, "Cosa? Nemmeno per sogno!" Esclamò. "Eh?" Chiesi confusa, "Ho detto che te lo avrei ridato quando sarei diventato un giocatore professionista, non basta saper fare un tiro" protestó. "Oh, andiamo, sono stanca, ho avuto una giornata di merda e voglio andare a casa, non stare qui a dovere aspettare che una schiappa impari a giocare!" Mi sfogai sull'orlo di una crisi nervosa. Lui mi si avvicinò e mi fissò per un attimo, poi sorrise:"Se questo pallone è così importante per te, ho un'idea: questa palla in cambio dei tuoi insegnamenti per aiutarmi ad entrare in squadra, ci stai?" Chiese tendendo la mano, sempre con un sorriso stampato in faccia. E che sorriso! Chissà quante ragazze aveva ai suoi piedi! Con quegli occhi nocciola ed i capelli scuri che ti facevano sciogliere...Ma che stavo pensando? Tornai alla realtà e gli strinsi la mano. Mi passò subito il pallone. "Io comunque sono Ian" sorrise di nuovo. "Jennifer, puoi chiamarmi Jen, schiappa" sorrisi a mia volta.

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