Stiches

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Eccomi tornata con un'altra recensione, la seconda della giornata.

Come vi ho scritto prima, volevo tentare qualcosa di particolare, cioè recensire un libro inglese. Non so se l'idea vi possa in qualche modo piacere o interessare, però da un paio di mesi ho iniziato a leggere anche e soprattutto libri stranieri, tra cui quello che sto traducendo (lo trovate sul profilo di James_Thomas_Louis), quindi mi è sembrata un'idea carina ampliare le mie recensioni. Non so, fatemi sapere cosa ne pensate. Per il momento mi limito a leggere (e quindi eventualmente a recensire) libri in inglese, poi boh, se proprio la cosa dovesse avere successo potrei spingermi fino al francese, ma le lingue che conosco sono finite lì. A dire il vero, avrei voluto aprire questo nuovo progetto col botto, iniziando da "Pleasure doing business" di PrinceKenzie, che per adesso è uno dei migliori o forse il miglior libro inglese che abbia letto. Ma poi ho pensato che per parlarvene era necessaria una rilettura, e magari pure un'occhiatina al sequel, forse più di un'occhiatina, e allora ho ripiegato su "Stiches" di xoandexo.

Hayden Thompson, giovane newyorkese, lascia la Grande Mela per Miami. Arrivato in città senza soldi e un posto dove stare, si mette subito alla ricerca di un lavoro, magari abbastanza remunerativo da permettergli di stare in un albergo mentre cerca di mettere insieme la sua nuova vita.
Entrato in un nightclub nella speranza che la proprietà fosse alla ricerca di personale, si imbatte nel bellissimo Travis, proprietario del locale, che resta molto colpito dal giovane, al punto da offrirgli un lavoro come cameriere. Subito si nota l'atteggiamento molto possessivo dell'uomo verso il suo nuovo "acquisto", nei confronti del quale si mostra particolarmente protettivo. Hayden però, dopo una settimana di lavoro, non ha ancora ricevuto nessuna paga, quindi è costretto a dormire sulla panchina di un parco e usare le docce della spiaggia per lavarsi. Quando il suo capo lo scopre, Hayden spera con tutto se stesso di non essere cacciato, ma a sorpresa Travis lo accoglie in casa propria. Dal primo istante tra i due protagonisti sembra nascere qualcosa, ma sarà solo tensione sessuale o un vero sentimento?! E quando Travis farà a Hayden una proposta molto particolare, quale sarà la reazione del ragazzo?

*     *     *

Ho letto questo libro in qualche ora, i capitoli sono abbastanza brevi e la lettura è scorrevole. La storia però è sul "ni", perché ho trovato molti elementi positivi, ma anche qualche difetto.
Partiamo col dire che la trama è abbastanza originale, il che è sicuramente un punto a favore, così come la presenza di flashback, inseriti all'interno dei capitoli sotto forma di racconti o ricordi: sono tanti, ma non fanno affatto perdere il filo della storia. Il cambiamento di punto di vista mi è piaciuto un sacco, non tanto per quanto riguarda la narrazione, ma più per l'evolversi dei pensieri e dei sentimenti dei personaggi. Quello che non mi è piaciuto però è che non c'è un grande cambiamento di stile tra il punto di vista di un personaggio e un altro, per cui sembra quasi tutto frutto dei pensieri di un solo personaggio (e via con le ripetizioni....). Mi è piaciuto che l'elemento bdsm non fosse molto approfondito, relegato al solo aspetto psicologico e comunque lasciato un po' sullo sfondo, evidenziato solo dal nomignolo "pet" e da poco altro (oltre a levare l'impiccio di scene di sesso troppo spinte, per una volta si punta sulla psicologia e non al mero atto di sottomissione del partner durante l'amplesso). Alcuni punti della storia non mi hanno convinta del tutto, tipo il fatto che Hayden rinunci all'offerta di due milioni e mezzo di dollari dei genitori quando se ne va di casa (solo nella seconda metà del romanzo il lettore può intuire le ragioni alla base del rifiuto, ma la cifra mi sembra quanto meno improbabile) e più di tutti il finale: moscio, per niente in linea con il tono di tutto il romanzo; non è che sia un brutto finale, semplicemente sembra quasi che si dovesse trovare per forza una conclusione, e all'autore non venisse in mente un modo degno per concludere.
In fin dei conti, il libro secondo me merita, finale o non finale, e gli aspetti positivi superano ciò che non mi ha entusiasmata.

Veniamo invece alla questione che magari vi interessa di più: il fatto della lingua.
Allora, io parlo per esperienza personale, però poi ognuno sa quali sono i propri "limiti", quindi sarà in grado di regolarsi. Per quel che mi riguarda, non ho riscontrato grandi problemi nel capire, ma ciò che mi ha messo più in difficoltà (a parte i verbi fraseologici, e su quello non c'è niente da fare, sono la mia spina nel fianco) è stato l'utilizzo di espressioni che magari non sono proprio da definire "slang" ma comunque che fanno parte del quotidiano, scritto o parlato, ma che sicuramente non trovi in testi scolastici e affini. Il problema è però facilmente risolvibile, perché alla fine sono sempre le stesse tre o quattro frasi particolari, magari neppure necessarie a capire la storia, ma il cui significato è sicuramente deducibile dal contesto. Per tutto il resto c'è comunque il caro vecchio dizionario. So che aprire ogni volta il dizionario (ovviamente, se non siete masochisti, mi riferisco a quello online) è un rompimento di scatole, ma se proprio non riuscite a capire dal contesto può essere utile.
Ad essere sincera, pensavo fosse molto peggio, tipo da non capire manco il prologo, invece ho iniziato con una storia che mi sembrava abbastanza semplice, con pochi capitoli, e da lì non ho più smesso. Anche perché alla fine non è che è necessario riuscire a tradurre perfettamente quello che si legge, nonostante magari mentre si legge venga naturale. Adesso in certi passaggi non traduco neanche più mentre leggo, ma credo sia una questione di abitudine. Non ho bene idea di quanti libri abbia letto in inglese, ma sicuramente più di una ventina, e me ne è capitato solo uno scritto davvero male, sia a livello grammaticale che sul piano della storia, quindi anche la qualità c'è. Ora resta solo da capire se voi siete interessati, oppure se preferite che mi limiti all'italiano.

Adesso basta, giuro che vi lascio stare, anche perché non ho il tempo materiale di scrivere più niente, però attendo un vostro parere, sia sulla recensione (quelli sono sempre ben accetti) sia sulla questione "inglese sì o inglese no".

Un bacio e buona serata. :)
Laura

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