Ciao a tutti!
Oggi torno per parlarvi di Bugiardo, il romanzo di Alenth
Il protagonista del romanzo e del suo seguito (Bugiardo – Seconda parte) è Aris, un giovane totalmente ossessionato da Giulio, l'affascinante amministratore delegato di unimportante azienda di telecomunicazioni. Per Aris Giulio è un esempio, l'uomo al quale ispirarsi per intraprendere la propria carriera lavorativa e il ragazzo sogna da sempre di poter lavorare con lui e che il suo idolo gli faccia da mentore.
Aris è deciso a realizzare questo sogno e, nonostante le bonarie prese in giro del migliore amico Luca, torna periodicamente nella sede della società che Giulio dirige, nella speranza che l'ufficio risorse umane prima o poi sia alla ricerca di un nuovo dipendente da inserire in azienda.
Proprio durante uno di questi tentativi, Aris incontra casualmente l'uomo che ammira così tanto e riesce a provargli tutta la sua competenza. Giulio agisce distinto, e in un attimo fa di Aris il suo nuovo (e primo) assistente.
Il ragazzo è al settimo cielo, non può credere all'opportunità che gli è stata concessa: il suo sogno si è realizzato e potrà lavorare a fianco dell'uomo che per anni è stato al centro del suo mondo; cosa succede però quando Aris si rende conto che il Giulio ad uso è consumo delle riviste economiche e non solo nasconde dei segreti? Cosa è disposto a fare per proteggere il suo mito?
* * *
Bugiardo è una storia davvero interessante, che purtroppo però mi ha soddisfatta solo a metà.
Entrambi i romanzi sono scritti in prima persona del punto di vista di Aris: questa scelta mi è piaciuta, perché i fatti si alternano ai pensieri del protagonista, anche se non mi è piaciuto molto il modo in cui questi sono stati resi.
Inoltre, la storia si sviluppa su più livelli: il lettore segue levoluzione del rapporto tra Aris e Giulio, ma allo stesso tempo è anche immerso nelle dinamiche dell'azienda, che ha un ruolo centrale nel primo romanzo. Questa è sicuramente una nota positiva, perché mi è capitato diverse volte che l'aspetto lavorativo venisse completamente accantonato in favore della storia tra i personaggi.
Il primo giorno di lavoro, Aris è messo di fronte a una situazione che non si aspettava e si rende conto che il vero Giulio è diverso da quello che vuole far apparire sulle riviste scandalistiche: il Giulio che si accompagna a donne bellissime è in realtà omosessuale, e il suo nuovo assistente lo coglie proprio nel mezzo di un bacio bollente con un collega dell'azienda. Il suo capo gli chiede di mentire per lui, di fingere che il bacio che ha visto non ci sia mai stato e Aris, sconvolto da questa scoperta, accetta.
Il lavoro a stretto contatto e la segretezza degli incarichi che vengono affidati ad Aris determina un avvicinamento tra capo e assistente, e qui inizia una serie di comportamenti da parte di Giulio che mi hanno un po' disturbato: i suoi atteggiamenti sono praticamente al limite della molestia e la sua possessività sarebbe inadeguata anche se tra i due ci fosse una relazione, eppure Aris da un lato è imbarazzato mentre dall'altro si eccita per queste continue provocazioni.
Questa per me è la pecca maggiore, a livello di trama: Aris si scopre attratto dall'uomo, eppure non ne è minimamente turbato. Un ragazzo di ventisei anni che è sempre stato attratto dalle ragazze e ha avuto almeno una relazione seria con una donna pare accettare tranquillamente la cosa, senza porsi qualche domanda, senza rifletterci neanche per un momento.
Se tutto a un tratto io mi accorgessi di essere attratta da una mia amica o da una professoressa ne resterei abbastanza turbata: non perché ci trovi qualcosa di sbagliato, ovviamente, ma perché mi chiederei come sia possibile che per tanti anni sia stata attratta dagli uomini e di punto in bianco una donna susciti il mio interesse; inizierei a pormi delle domande sul mio orientamento sessuale, penserei bene a quello che mi sta succedendo, cercherei di capire il motivo di questo cambiamento. So che si tratta di una cosa soggettiva, ma Aris mi è sembrato un po' troppo a proprio agio nella situazione, in un modo che secondo me non è molto credibile.
La storia in diversi punti (sia nel primo che nel secondo romanzo), inoltre, procede a rilento: alcuni capitoli per me si sarebbero potuti anche saltare, o comunque snellire, togliendo parte delle riflessioni di Aris; queste sono ulteriormente accentuate nella prima parte secondo romanzo, in cui il tira e molla dei protagonisti con i conseguenti drammi di Aris mi sono sembrati un po' ripetitivi. A livello grafico io consiglierei di rendere più chiaro quando il lettore si trova di fronte ai pensieri del protagonista, magari con delle virgolette o il corsivo.
Manca anche tutta una serie di indicazioni di tipo geografico. In nessun punto viene identificato il luogo in cui la storia ha luogo: si sa solo che è in Italia, in una grande città con la metropolitana (Roma? Milano? Napoli? Torino? Genova?). Un'indicazione insufficiente per una come me che ama immaginarsi i luoghi in cui i personaggi vivono.
L'altra grande pecca che ha reso la lettura un po' pesante è la forma: l'autrice tende a esprimersi attraverso frasi sempre abbastanza brevi, che in alcuni passaggi mi sono sembrate una lista di azioni più che una vera e propria narrazione. In alcune situazioni una scrittura di questo tipo può anche stare bene, perché secondo me tiene molto alto il ritmo, ma nella maggior parte del romanzo avrei preferito periodi più lunghi. Questa ovviamente è una mia opinione basata sul mio gusto personale; quello che invece non è solo questione di gusto personale è l'uso delle virgole: l'autrice ne usa in gran quantità, anzi ne abusa, perché la virgola tra soggetto e verbo non deve mai e poi mai essere usata (a parte nel caso degli incisi, in cui però vengono usate in coppia). A livello grammaticale, consiglio la revisione dei passati remoti: alcuni non mi sono sembrati corretti.
Ho notato, procedendo nella lettura, un miglioramento nelle capacità di espressione dell'autrice: l'evoluzione è piuttosto marcata se si considerano i primi capitoli di Bugiardo e Bugiardo – seconda parte, ma ancora non è ancora arrivata a un livello che ritengo accettabile.
Per quanto la forma non mi abbia soddisfatta, non posso certo negare che la storia abbia del potenziale: come detto all'inizio, mi è piaciuto che l'autrice abbia sviluppato anche una storia legata all'azienda e che abbia creato diversi intrighi, quindi secondo me, dopo un editing massiccio, ne potrebbe venire fuori un romanzo molto interessante.
Ultima nota: attenzione al crossover nel secondo romanzo (che non è segnalato): mi è piaciuta l'idea di far incontrare dei personaggi e legare in qualche modo le storie dell'autrice, ma secondo me vengono forniti un po' troppi dettagli su questi personaggi, rendendo inutile, almeno per quanto mi riguarda, leggere l'altra storia.
Come sempre, per chi fosse interessato alla lettura del romanzo, rimando alla mia lista di lettura Recensite che potete trovare sul mio profilo.
Fatemi sapere se avete già letto questa storia e magari lasciatemi anche un commento sulla recensione: i consigli sono sempre ben accetti!
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