Logan
Rosso. Il colore della passione, della rabbia, del sangue, dell'amore. Così tanti significati, anche controversi e in lotta l'uno con l'altro si possono identificare in quel colore.
Sto scappando, da cosa non lo so, sto correndo in mezzo al rosso, attraversando in lunghezza una serra abbandonata dato che sulle lunghe fila di vasi ci sono erbacce.
Non ho il microchip, lo capisco perchè non sento quella famigliare presenza fredda sulla mia nuca, quindi presto mi ritrovo a corto di fiato, stanco e incapace di vedere oltre la fitta nebbia scarlatta che è comparsa davanti i miei occhi.
"Logan..." sibila qualcuno. È una voce molto profonda e inquietante, come se provenisse dalle profondità inesplorate della terra.
Mi butto sotto il tavolo, cercando di nascondermi in qualche modo. Ma come fai a nasconderti da una voce?
Improvvisamente sento qualcosa di pesante atterrare sopra la mia testa, facendo incrinare l'acciaio di cui è fatto il tavolo.
"Logan..." ripete di nuovo, con la stessa identica voce. Solo che ora proviene dalla cosa sopra la mia testa, qualunque cosa sia.
In sottofondo ora riesco a percepire un suono prolungato, che man mano che passano i secondi, aumenta di volume.
Cerco di muovermi per scappare, ma sono bloccato. È come se una forza mi tenesse fermo, quasi come una statua di pietra.
"Logan, dove sei?" Sibila la voce, saltando giù dal tavolo, atterrando proprio davanti a me.
Sento i battiti del mio cuore aumentare alla vista delle gambe della creatura: è uno scheletro. Le ossa sono grandi, come se appartenessero a una persona alta tre metri e ingiallite dal tempo.
Il rumore di sottofondo ora si è fatto più forte e solo adesso riesco a riconoscerlo: sono delle urla, urla di terrore.
In quel momento la creatura si abbassa di scatto e io chiudo gli occhi, guidato dall'istinto di sopravvivenza.
"Guardami Logan Hunt." Ordina con la sua voce cupa e sibilante.
Le urla ormai hanno raggiunto il volume dei cori di uno stadio e la mia mente si fa sempre più confusa e annebbiata.
"Guardami!" Urla lo scheletro e io apro gli occhi di scatto, incontrando il teschio a un palmo dal viso, con le sue orbite del colore delle fiamme di un falò.
"Logan Hunt." Lo sento dire di nuovo, prima che le fiamme mi avvolgano, scottandomi la pelle e incendiandomi le ossa.Mi sveglio di soprassalto, le lenzuola attaccate al corpo per via del sudore e un senso di impotenza mi scuote le membra, anche se non riesco a capire perchè.
Ho appena fatto un incubo, solo che non mi ricordo cosa ho sognato. Vuoto totale.
Il sonno è completamente scomparso e una brutta sensazione si fa strada dentro di me, costringendomi a mettermi seduto e respirare a fondo per calmare i battiti accelerati del mio cuore.
Do un'occhiata alla mia sinistra, trovando Haley addormentata, completamente rilassata: i capelli ricci sparsi sul cuscino e le mani sotto al suo viso, come dormono i bambini.
È così tenera.
Mi ritrovo a sorridere tra me e me e in quel momento qualcuno bussa alla porta, abbastanza forte da rischiare di svegliarla.
Chi è che viene a rompere le palle a quest'ora di notte!?
Con un balzo sono in piedi e velocemente mi avvicino alla porta, aprendola in un movimemto brusco.
Mi ritrovo davanti la ragazza che ho imbrogliato due settimane fa con il pacchetto di sigarette, coperta da un mantello nero. Delle lunghe ciocche color platino fuoriescono dal cappuccio, rendendo vano il travestimento.
"Carina la tua maglietta." Commenta, riferendosi al fatto che non ne porto una.
"Lo sai vero che ti si riesce a riconoscere anche incappucciata così?" Dico retorico, mantenendo un tono di voce basso.
Lei sbuffa e si scopre il viso, rivelandosi. Non ho mai imparato il suo nome ora che ci penso.
"Tuo padre ti manda questo. E ha detto che devi pagarmi tu." Dice, porgendomi un pacchetto di colore verde scuro, grande quanto una mano.
Mio padre non si smente mai. Grazie del pensiero.
Alzo gli occhi al cielo "Aspettami qui." Dico, chiudendole la porta in faccia senza aspettare un suo consenso.
Il più silenziosamente possibile vado verso il mio armadio e dal terzo cassetto sotto la montagna di calzini prendo il pacchetto di sigarette, sfilandone quattro.
Ritorno alla porta, controllando che Haley sia ancora profondamente addormentata e la apro di nuovo.
Senza dire nulla ci scambiamo i beni e lei mi fa un cenno con la testa prima di rimettersi il cappuccio e voltarmi le spalle.
Io chiudo di nuovo la porta e vado in bagno, chiudendomi dentro a chiave.
Cosa diavolo gli passa per la testa a mio padre? Da quando in qua mi fa dei regali a sorpresa?
Apro il rubinetto dell'acqua fredda della doccia con gesti meccanici, desiderando togliermi ardentemente la strana sensazione lasciatami dall'incubo.
Il regalo donatomi tanto gentilmente da mio padre dovrà aspettare.
STAI LEGGENDO
Compagni Di Guerra - Ferite Aperte
Science FictionVOLUME SECONDO DELLA TRILOGIA "COMPAGNI DI GUERRA" Se prima la guerra era vista come qualcosa di lontano, ora Haley l'hanno vissuta sulla propria pelle. Dopo l'attacco dei Vuoti all'Accademia Suprema, i giovani Alium sono spinti a continuare l'addes...