Paura di se stessi

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Haley

Per la seconda volta in una settimana, mi trovo circondata dal bianco e dal puzzo di disinfettante che impregna l'infermeria della Base.
Questa volta però non sono io a essere distesa sul lettino: Logan è incosciente da più di un giorno ormai, ma i maghi dicono che è il minimo dopo quello che ha passato.
"Dovresti prenderti una pausa Mainz...non hai praticamente chiuso occhio da quando lui è arrivato." Dice una voce alle mie spalle e subito un'ondata di rabbia monta dentro di me.
Come si permette lei di essere qui? Dopo quello che ha cercato di fare a me, ha la faccia tosta di venire qui?
"Oh adesso il mio benessere le sta a cuore?" Chiedo girandomi a fronteggiarla. Ha sempre la stessa espressione da Capo e questo inizia ad innervosirmi.
"Mi è sempre stato a cuore il tuo benessere."
Certo, come no: cercando di togliermi l'unica cosa che mi legava a Logan, al mio Compagno?
La mia faccia deve essersi incupita perchè lei si affretta a rispondere "Tu non capisci, Mainz. I Compagni di Guerra sono nati per durare una vita intera e quando un Compagno muore...qualcosa di te lo segue. La disperazione ti porta a fare cose orribili e io non volevo che ti accadesse nulla di male: il ragazzo  che hai salvato durante la missione si è ucciso subito dopo che ti sei svegliata perchè la sua Compagna era stata divorata da un Vuoto. Oppure Occhiolino, un guerriero straordinario e che sicuramente conoscerai per la sua fama in battaglia...si è procurato da solo quella ferita all'occhio quando la sua Compagna è morta. Saremo anche dei soldati addestrati, ma regiamo al dolore come chiunque altro, ferendoci, sentendoci in colpa o ferendo gli altri che è ancora peggio."
Abbasso lo sguardo a terra, sentendomi improvvisamente triste e la rabbia verso Tamara sparisce, lasciandomi svuotata.
Questa è la guerra. Non solo battaglie e scontri, ma anche quello che ti lascia dentro. Le ferite possono sempre guarire ma comunque rimane il segno.
Lascio vagare lo sguardo su Logan, che dorme profondamente. Poche volte l'ho visto così tranquillo e rilassato, tanto che ora mi sembra un'altra persona.
I maghi hanno guarito il suo corpo perfettamente: dalla sua gamba e polso rotti, alla spalla slogata e tagli profondi e non. Hanno adempito al loro dovere mentre spetterà a me aiutarlo nella guarigione del suo spirito, a partire dal Demone di Ossa.
Sono davvero fortunata ad averlo ancora qui con me e mi sento più che fortunata ad essere la sua Compagna.

Appoggio la testa contro il muro sentendolo freddo anche attraverso i capelli e mi ritrovo a fissare il segno che ho sulla mia mano: il quadrato nero con la croce sovrapposta ora non è più sbiadito come ieri, ma è di un nero pieno, come lo era prima della missione.
E questo vuol dire che la linfa dentro di me ha rispreso a scorrermi nelle vene, sentendo di nuovo la magia dentro di me. L'ho avvertita appena ho stretto la mano di Logan ed è strano dopo aver passato giorni interi come una Normale. Il fatto è che mi sono talmente tanto abituata ad avere la magia dalla mia parte che mi fa sentire inadeguata senza. Se mai la guerra finirà, come faranno gli Alium a tornare ad essere...Normali?

Un fruscio delle lenzuola mi fa distogliere l'attenzione dai miei pensieri.
"Hal..." sussurra Logan con voce un po' roca e io subito mi alzo da terra, andando verso di lui mentre cerca di mettersi seduto e solo dopo un paio di tentativi ci riesce, facendo una smorfia infastidita.
Ed io non riesco a resistere: lo abbraccio. Lui dopo un momento di sorpresa ricambia, stringendomi con forza tanto che non riesco a  respirare. Ma a me va bene così.
"Io credevo..." inizio, ma lui mi zittisce subito "Lo so. Anche io."
Sento gli occhi pizzicarmi e subito delle lacrime di gioia cominciano a scorrere sulle mie guance.
Non posso ancora credere che si qui davanti a me, che mi abbraccia come se potessi scappare lontano e con l'odore di disinfettante addosso.
Senza dire nulla Logan si stacca da me e mi guarda per un lungo interminabile attimo, nel quale mi viene ancora più voglia di piangere, ma non lo faccio.
Ora è qui. Punto.
Delicatamente fa passare i pollici sul mio viso, asciugandomi le lacrime con gli occhi un po' pensierosi e appena adombrati.
"Devo parlare con Tamara. Subito." Dice staccandosi da me e mettendosi in piedi, chiudendo gli occhi per un attimo mentre cerca di recuperare l'equilibrio necessario a non farlo cadere.
È ancora debole.
"Aspetta, sta' fermo. Sei appena arrivato e hai bisogno di riposo..." cerco di fermarlo, ma per come è fatto, non mi ascolterà mai.
"Non posso aspettare, devo dirle tutto...non posso dimenticare nulla." Mi risponde con un tono da pazzo e gli occhi spalancati dalla paura di dimenticare.
Cosa, non lo so. Anche se la frase che ha detto ieri sera prima di svenire sembra più importante ora: fino a poco fa mi sembrava una frase qualunque, magari di vendetta. Ma ora non sono più tanto sicura: non è semplice rabbia, è anche una calcolata freddezza e una serietà che poche volte ho visto sul suo volto.
E questo mi spaventa.
"Okay d'accordo...vado a chiamartela, ma tu rimettiti sul lettino e aspetta-" Gli dico lentamente, scandendo bene le parole come si fa con un animale impaurito e intanto lo spingo delicatamente di nuovo verso il lettino.
"No!" Esclama divincolandosi dalla mia presa con una forza sorprendente, ma poi quando vede l'espressione sul mio volto, tenta di calmarsi "Devo venire anche io."
Istintivamente gli occhi mi cadono sulle sue braccia e sulle sue cicatrici, notando che se ne sono aggiunte di nuove e non tutte sono state causate da agenti esterni. Il Demone è sempre presente.
"Va bene." Annuisco porgendogli la sua giacca  dato che fuori fa freddo, ma lui la rifiuta con un secco cenno della testa.
Sarà più difficile di quanto previsto.

Compagni Di Guerra - Ferite AperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora