Haley
La cosa più triste dei funerali dei Compagni di Guerra è il silenzio, quasi innaturale, che viene spezzato dai pianti degli Alium che vedono il proprio Compagno bruciare. Perché essere quello rimasto, fa più male di qualsiasi dolore fisico e non a caso parecchi impazziscono poco dopo, sopraffatti dal dolore e dalla disperazione.
È come se una parte del loro cuore gli venisse strappata, lasciandoli sanguinare lentamente, una goccia alla volta, in eterno. E anche se qualcuno dei rimasti riesce ad unirsi ad un altro Alium, non è mai la stessa cosa. Non è mai come il primo.
Ma il caso più triste è sicuramente Jammis, che non ha nè Compagna né famiglia a prendere la sua urna alla fine della cerimonia, rimanendo l'unico sul tavolo spoglio e talmente pulito da riflettere la luce dorata del tramonto.
Ormai la gente è quasi svanita, finalmente libera di riposarsi dopo l'attacco di ieri e rinchiudersi in casa per festeggiare privatamente. La battaglia avvenuta non è stata una vittoria come alla Base 26 e nell'aria non c'è atmosfera di festa, anche se alcuni colgono l'occasione di onorare il fatto di essere ancora vivi, senza però farlo davanti agli occhi di tutti.
Nell'aria c'è una tensione strana e ora più che mai i Normali ci guardano con sospetto, evitandoci come non non ero più abituata a vedere. La causa di questo improvviso astio sono sicuramente le bombe esplose per tutta la città e la cosa più facile è addossare la colpa agli Alium, portatori di guerra e sventura, e non un Normale a capo di un'organizzazione segreta come è successo in realtà.
Ma non è il momento per prendersela con loro. Semplicemente fanno quello che la parte logica della mente umana è abituata a fare in tempi bui: additare, giudicare, schiacciare.
E anche se la cosa infastidisce molti, cosa possiamo farci? Siamo quelli che li proteggono e non possiamo torcere loro nemmeno un capello. Possiamo solo sopportare.
"Conosco un posto." sono le prime parole che Logan pronuncia da quando i funerali sono iniziati, e quelle parole sembrano rimanere sospese davanti a noi, mentre i nostri occhi rimangono incatenati sull'urna grigia e spoglia, che ha inciso il nome di Jammis, rigorosamente senza cognome come mi aveva richiesto prima di morire.
E la mia mente automaticamente ripercorre quegli attimi disperati e che sembrano appartenere quasi ad un'epoca diversa, ma ancora così vividi nella mia testa da farmi tornare la paura che ho provato.
Due spari fendono l'aria quasi contemporaneamente e i miei occhi saettano verso la figura di Alastair e comprendo subito che ho sfiorato la morte con un dito. Perché i suoi occhi scuri sono puntati nei miei con un'intensità tale da farmi rabbrividire sul posto, il microchip che continua a vibrare mettendomi all'erta, come se la sua sola presenza facesse scattare la mia modalità attacca o fuga.
Poi il mio sguardo cade sulla macchia che si sta allargando velocemente sulla sua spalla destra e anche se non dovrei distogliere l'attenzione dal mio nemico, la cosa più naturale e voltare la testa verso l'entrata, dove la figura di Jammis è in ginocchio, l'espressione sul viso pallido deformata in un terribile ringhio.
Ha sparato lui al Sanguinario, proteggendo me e Logan da morte certa.
"La feccia è lenta a morire a quanto vedo." La voce tenebrosa del Comandante è come una stilettata, ma c'è dell'affanno nel suo tono che mi fanno sperare. Non è invincibile.
Jammis apre la bocca per rispondere, ma del sangue torbido e scuro gli esce gorgogliante sporcandogli il collo e divisa logora, e devo trattenermi dall'urlare a quella vista, chiedendomi cosa gli stia accadendo e come possa aiutarlo.
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Compagni Di Guerra - Ferite Aperte
Science FictionVOLUME SECONDO DELLA TRILOGIA "COMPAGNI DI GUERRA" Se prima la guerra era vista come qualcosa di lontano, ora Haley l'hanno vissuta sulla propria pelle. Dopo l'attacco dei Vuoti all'Accademia Suprema, i giovani Alium sono spinti a continuare l'addes...