Logan
"Se non dovessimo rivederci prima di..." lascia la frase in sospeso, gli occhi grigi che sono più tempestosi del solito e riesco a riconoscere la preoccupazione da un chilometro di distanza, sapendo che i pensieri nella sua testa sono molti.
"Ti troverò io. Tu pensa a combattere e a salvare chi ti sta intorno." Le mie labbra sono calde contro la sua pelle sempre più fresca della mia, e Hal mi rivolge un sorriso timido nonostante ciò che ho detto non sia servito a nulla contro il suo nervosismo.
È il suo demone personale ed io non posso farci nulla.
"Penso ancora che questo piano faccia schifo." Commenta incrociando le braccia al petto ma lasciandosi abbracciare comunque quando spalanco le mie, i capelli ricci tenuti stretti in due trecce che ora riconosco come l'acconciatura da battaglia. E guardandola meglio mi rendo conto di quanto le siano cresciuti i capelli, arrivandole oltre metà schiena, una cascata color oro che spicca sul nero della divisa.
Colori che mi ricordano lo stemma dei Comandanti e mi ritrovo a pensare che le starebbe bene cucito sul braccio sinistro della divisa, anche se so benissimo che non è quello a cui aspira. Il suo futuro è chiaro come il sole: aiutare gli altri facendo la guaritrice. L'infermeria è il suo habitat naturale e so che più avanti andremo, più combattere insieme sarà difficile poichè la vorranno nell'ospedale da campo ed io sarò in prima linea.
"Lo so, ma è l'unico che abbiamo." Sospiro staccandomi e per un attimo non sembra volermi mollare, anche se dura poco. Al suo posto arriva una ventata fredda che mi fa aggrottare la fronte, il disappunto ben evidente.
"Allora cerca di non strafare, ti voglio in forze: non posso perdere tempo a pararti il culo in battaglia." Mormora a un soffio dalle mie labbra prima di lasciarsi baciare piano, in un bacio che ha qualcosa di struggente.
"Sissignora." La saluto così, tirandomi su il cappuccio nero per coprirmi dalla nebbia mattutina, il sole che non è ancora riuscito a scaldare la terra facendomi sentire così il fresco della quasi primavera.
Le strade stanno cominciando a riempirsi con le persone che si preparano a vivere la giornata, ignari di quello che gli aspetta. L'unica cosa che possono fare è sperare che i Condotti funzionino e che la gente non vada nel panico creando scompiglio.
Perchè la paura è una brutta bestia, privando le persone del senso critico, del pensiero, della ragione. Li trasforma in animali, che seguono l'istinto di sopravvivenza per scavalcare gli altri in una corsa alla salvezza quando non c'è né una.
Vedo ragazzi più piccoli di me che si preparano per andare a scuola, proprietari di bar che mettono fuori cartelli con il menù della giornata, anziani che portano a passeggio i propri cani.
Gente comune, gente che merita di vivere.
"Chi non muore si rivede, eh?" Una voce a me conosciuta attira la mia attenzione e mi blocco sul posto, non credendo alle mie orecchie o ai miei occhi.
Davanti a me, a qualche metro di distanza su un marciapiede troppo piccolo per due, c'è Jammis, colui che mi ha tormentato da piccolo e che non ha ancora perso lo sguardo arrogante e altezzoso nonostante le sue condizioni: sembra un morto che cammina.
I capelli altrimenti color del grano, ora sono sfibrati e spenti, e riesco ad intravedere le vene appena sotto la sua pelle che quasi assomiglia a della carta messa in contro luce. Le borse sotto agli occhi sono scure e il suo volto è scavato, perdendo completamente la bellezza che aveva un tempo.
È come se fosse invecchiato di vent'anni in pochi giorni e mi chiedo cosa gli sia successo dalla battaglia della Base 26 nella quale abbiamo combattuto quasi fianco a fianco. In realtà, non pensavo neanche fosse sopravvissuto, dato che non l'ho più visto dopo.
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Compagni Di Guerra - Ferite Aperte
Science FictionVOLUME SECONDO DELLA TRILOGIA "COMPAGNI DI GUERRA" Se prima la guerra era vista come qualcosa di lontano, ora Haley l'hanno vissuta sulla propria pelle. Dopo l'attacco dei Vuoti all'Accademia Suprema, i giovani Alium sono spinti a continuare l'addes...