Il Demone delle ossa

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Haley

La porta viene spalancata di colpo da qualcuno e io ho appena il tempo di appoggiare il libro che tenevo in mano sul tavolo, prima che Jammis entri nell'alloggio con passo appena zoppicante e con una sostanza scura che scorre lentamente dalle sue braccia fino al pavimento in gocce grosse e scure: sangue.
Mi copro la bocca con una mano quando i miei occhi colgono quello che effettivamente la mia mente si rifiuta di accettare: delle ossa appuntite spuntano dalle sue braccia a una distanza regolare di dieci centimetri, dalle spalle fino ai polsi. Alcune sono sporche di sangue nero o rosso, mentre altre brillano sotto la luce bianca dei neon.
Questo non é possibile. Come...non so neanche cosa pensare. Semplicemente, non ci sono parole per descrivere tutto questo.
Istintivamente faccio un passo indietro quando gli occhi di Jammis incontrano i miei e posso leggervi dentro una luce pericolosa, quella della Furia. Ma è un attimo fugace e lui distoglie lo sguardo, facendo un sorriso amaro "Adesso si spiega tutto."
Cosa si spiega?
Fa paura.
Rimango immobile e lo seguo con gli occhi mentre si toglie la giacca pesante dopo due giorni passati in missione e noto delle macchie più scure sulla maglietta sotto: sangue secco.
È terrificante. Non tanto per il fatto che abbia delle ossa che gli spuntano dalle braccia, ma perchè è un guerriero controllato dalla Furia con spuntoni di osso dall'aria letale sulle braccia. E se c'è una cosa che ho imparato con Logan durante la Furia, è che gli Alium diventano imprevedibili sotto il suo controllo e per questo bisogna essere cauti. Molto cauti.
"Mi sono sempre chiesto perchè rimanessi al suo fianco pur sapendo del Demone..." dice girandosi di scatto verso di me, con la voce tremante dalla rabbia "Ma in realtà tu non sapevi nulla. Dopotutto, Hunt, il ragazzo d'oro non poteva essere macchiato di una così grave colpa come il Demone. Nonostante tutto, continuava a non volerlo ammettere." Continuano a ripeterlo, lui e Blas: Logan non è una brava persona. Ma allora perchè per me è tutto il contrario?
"Ammettere cosa?" Chiedo cercando di apparire tranquilla anche se dentro di me non c'è nulla di calmo.
"Che era fottuto. Come me e come quelli prima di noi. Non aveva scampo."
Fa una smorfia e mi da le spalle, afferrando uno di quegli spuntoni e lo spezza, buttandolo a terra dove svanisce in una nuvola di polvere. Ripete il gesto varie volte, senza neanche sobbalzare, come se fosse la routine. Ci è abituato.
Anche Logan faceva tutto questo?
Forse non dovrei farlo, probabilmente dovrei lasciarlo in pace, ma non sono abituata a rimanere indifferente quando qualcuno è in difficoltà e lui lo è.
Così vado in bagno, alla ricerca del disinfettante e delle garze per medicargli le ferite, alla vecchia maniera. Ritorno da lui con nelle mani l'occorrente e con movimenti cauti punto i piedi di fronte a lui quando anche l'ultimo pezzo di osso tocca il pavimento.
I suoi occhi blu con la pupilla rotonda mi guardano per un attimo prima di farsi indietro con una smorfia sarcastica "Non mi faccio toccare da una skurlblaka."
Ancora con la storia del sangue difettoso?
"Ne hai ancora per molto oppure hai finito? Perchè in tal caso, puoi sederti sulla sedia e stare zitto." Gli rispondo a tono, alzando un sopracciglio e aspettando una sua reazione, che non tarda ad arrivare. Infatti, seppur con riluttanza, fa come gli ho detto, togliendosi la maglietta in modo tale da esporre tutte le ferite.
Sorvolo sul suo fisico allenato e mi siedo di fronte a lui, sentendo le guance arrossarsi un poco.
"Haley Mainz che arrossisce per me. Sono lusingato." Commenta porgendomi il braccio su cui affiorano un paio di vene blu.
Butto direttamente il disinfettante sulla ferita, facendolo sobbalzare per il bruciore e sentendomi immediatamente meglio. Basta poco no?

"Parlami del...Demone. Cos'è di preciso? E come compare?" Gli chiedo dopo un po', passando alle ferite dell'altro braccio, pulendogli il sangue secco. Non gli sono spuntati tanto recentemente. Devono essere lì da ore.
Lo sento sospirare mentre io tengo gli occhi puntati sul mio compito e per un attimo temo non mi risponda.
Però poi si schiarisce la gola e inizia a raccontare "Il Demone delle ossa è una malattia che proviene da una ferita prodotta dagli artigli di un Vuoto. Viene solo ai guerrieri, anche se la maggior parte è immune. Infatti sono pochissimi ad averla, anche se il motivo principale per il quale siamo così pochi è che la malattia porta alla morte."
Porta alla morte.
Quasi faccio cadere il flacone di disinfettante, rischiando di rovesciarlo tutto sul pavimento "Come porta alla morte? Non c'è una cura?"
Scuote la testa, facendo spostare qualche ciocca biondo grano sulla fronte.
Stupido Logan. Ecco perchè non voleva dirmi nulla. Stupido stupido stupido. Se potessi lo prenderei a pugni.
"Cosa...quali sono i sintomi di questa malattia?"
Lui fa scattare le sopracciglia verso l'alto, rispondendomi con un tono puramente ironico "Perchè anche a te spuntano le ossa dalle braccia?"
Anzi, prima prendo a pugni lui. Poi vado a cercare Logan e prendo a pugni pure lui.
Con un sussulto realizzo cosa ho appena pensato e stringo le mani in due pugni per controllare il tremore. Andrò a cercarlo. Lascerò questa base e andrò la fuori a cercarlo, nel bosco, con i Vuoti e senza magia.
"Per innescare il meccanismo, per così dire, c'è bisogno di un'emozione forte come la rabbia o la Furia. Oppure il dolore, anche quello funziona bene. Inoltre prima che spuntino dalla pelle senti delle vampate di calore, insieme a qualcosa che ti scorre sottopelle."
Tutte cose che Logan prova quasi quotidianamente. Diciamo che condurre questo tipo di vita non facilita le cose.
"Fanno male? Quando spuntano intendo." Chiedo sfiorando con il polpastrello l'ultima ferita presente sul suo polso, prima di farci passare sopra la garza imbevuta di liquido verde chiaro.
"Sì. Ogni volta che escono, bucano la pelle e più avanti vai, più il numero aumenta. Inizia dalle braccia, poi è il turno della schiena e delle gambe. Lo stadio finale è il petto, quando il cuore viene trafitto."
Macabro. Non posso credere che una persona sia costretta a vivere questa vita, sapendo piano piano quanto poco gli manca.
Il resto del tempo che passo a curargli le ferite, lo trascorriamo in silenzio, ognuno perso nei propi pensieri, ma sono io a rompere la quiete quando mi alzo dalla sedia "Non mi interessa se Logan è vivo o morto, come non mi interessa se verrò accusata di diserzione, ma io devo andare a cercarlo, costi quel che costi." Affermo, sentendomi viva dopo giorni passati in uno strano limbo. Alla fine ho scelto di rialzarmi e di non rimanere in posizione fetale ad  aspettare il colpo alla testa.
Jammis mi guarda con un'espressione seria sul volto ed è strano vederlo così, per una abituata a vederlo con un ghigno sarcastico costantemente stampato sul volto. Non è poi così male, alla fine.
"Allora preparati a parlare con Tamara perchè uscire da questo posto senza essere beccati è impossibile."
Un patto. Sì, si può fare.

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