La fiamma degli eroi

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Logan

La discoteca è stranamente intatta ed è quasi un'ironia del destino. È come se sapesse chi lavora all'interno e avesse preso le decisioni di conseguenza: con il vecchio non si fotte, anche se questo non ha più il microchip e può essere considerato un tranquillo Normale. 

"Sei ancora vivo dopotutto." La sua voce mi blocca ad un passo dalla porta, e lo trovo in mezzo al marciapiede, le mani intrecciate dietro alla schiena in una posa rilassata e pensierosa, gli occhi che scrutano qualcosa all'orizzonte che solo lui riesce a vedere.

Stavolta non indossa una delle sue camicie floreali, ma qualcosa di molto simile ad una divisa militare, dato che è vietato metterle dopo essersi ritirati.

"Posso dire lo stesso di te, vecchio. Sei andato nei Condotti?" Ribatto, voltandomi nella sua direzione, pura curiosità nella mia voce, senza aspettarmi una vera risposta, dato che non vuole parlare di sè.

Invece ancora una volta ha il potere di stupirmi "No, so ancora come difendermi da qualche Vuoto."

Il sole gli illumina la barba corta e grigia, facendolo apparire improvvisamente più vecchio di dieci anni, un peso insostenibile a me sconosciuto che gli rende le spalle pesanti.

"Cosa sei venuto a fare qui, ragazzo? Dovresti festeggiare, essere contento del fatto di essere ancora vivo, non combattere il Demone delle Ossa." Domanda in modo stanco, e per la prima volta con la luce del sole riesco a vederle.

Lo sospettavo. In fondo chi può sapere così tanto del Demone delle Ossa se non uno che lo ha vissuto sulla propria pelle?

I segni argentei sulle sue mani sono dei segni indelebili, rimasti immutati nel tempo e troppo simili ai miei per essere scambiati come mere cicatrici di guerra.

Eppure non una parola esce dalla mia bocca: se non ne vuole parlare, non sarò il primo ad iniziare la conversazione.

"Non è stata una vittoria la nostra e nell'aria si sente solo il pianto di quelli sopravvissuti: non c'è nulla per cui festeggiare." Il mio tono è cupo, l'amarezza pungente.

La verità è che quasi mi vergogno di come sono andate le cose: non abbiamo quasi combattuto.

Non per colpa nostra, certo, ma se fossi stato più attento avremmo potuto evitare tutta la situazione con Alastair. E forse io sarei riuscito a bloccare David...

"C'è sempre qualcosa per cui festeggiare, se lo si vuole davvero."

Ignoro completamente il suo commento, risollevandomi dai miei pensieri tumultuosi e ritorno a guardare quell'uomo che sembra sapere il segreto della vita ma che per ora è solo colui che può aiutarmi con la mia malattia.

"Credo di aver capito come battere il Demone." Affermo poi, ricevendo in cambio uno sguardo compiaciuto ma anche triste.

"D'accordo, se è questo ciò che vuoi, andiamo dentro." Sospira, scomparendo nel buio del locale chiuso.

Ed io lo seguo, con la determinazione di chi ne ha avuto abbastanza. È ora di chiudere la questione rimasta in sospeso per troppo tempo.

§§§

Il buio si tinge di rosso e le solite venature sembrano pulsare a ritmo dei passi pesanti che si stanno avvicinando sempre più alla mia figura. Sono passi conosciuti, familiari, che invocano in me un istinto primordiale e feroce.

Le urla sono più forti che mai, ferendomi i timpani e impedendomi di muovere un solo muscolo.

"Logan." la sua voce mi inonda la mente, echeggiando nella nebbia rossa, che sembra farsi più fitta, impedendomi di vedere all'infuori del mio naso. 

Compagni Di Guerra - Ferite AperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora