Il Generale

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Logan

È tutto buio. L'aria intorno a me è fredda, gelata quanto una notte nel pieno dell'inverno, tanto che riesco a sentire la neve coprirmi il corpo, anche se non riesco ad aprire gli occhi.

Dopo un secondo però, il buio si colora di bianco ed effettivamente mi ritrovo in un prato dal manto bianco e soffice su cui sono disteso, altri fiocchi che cominciano a ricoprirmi da testa a piedi.

Ecco che si spiega il freddo.

Il cielo è grigio, quasi dello stesso colore della neve intorno a me e il silenzio è assordante, tanto che mi chiedo come sia possibile l'assenza di suoni in natura.

Il freddo però non è fastidioso. Anzi, è quasi rilassante, e valuto l'idea di addormentarmi sul posto.

Sono così stanco...come se avessi corso per giorni e combattuto per mesi.

Non mi accorgo di aver richiuso di nuovo gli occhi finchè non sento qualcosa di bagnato e caldo scivolarmi sul viso, che me li fa riaprire di scatto.

Al posto dei lenti e graziosi fiocchi di neve di prima, ora cade una sostanza scura e calda come piovesse e solo dopo un paio di secondi mi rendo conto di cosa si tratta veramente: sangue.

Mi alzo di scatto, la stanchezza persa in un battito di ciglia, e il manto di neve sotto i miei occhi inorriditi si sta trasformando in un mare di sangue.

Perfino l'aria una volta fredda e dall'odore fresco e pulito è cambiata in uno ferroso e disgustoso che sono abituato a sentire soltanto in due occasioni: durante le battaglie con i Vuoti e durante un attacco del Demone delle Ossa.

"Logan!" Un sussurro lontano, ovattato, mi chiama e anche se la pioggia è aumentata in un vero e proprio diluvio, rendendomi difficile vedere oltre un raggio di un metro, riconoscerei la sua figura ovunque.

In lontananza, sullo sfondo dell'orizzonte senza fine di questa landa rossa, spicca Haley vestita con un abito bianco, l'unica cosa che non viene toccata dalla pioggia sanguigna. Mi fa segno di seguirla e le mie gambe si muovono da sole, iniziando a correre prima ancora che lo pensi.

Devo andare da lei. E non è solo un pensiero ma più un bisogno, un dovere impellente e impossibile da ignorare. È come se sapessi che mi sta portando verso la salvezza e l'unica cosa che devo fare, è afferrare la sua mano tesa nella mia direzione.

Il mare rosso però mi rende difficili i movimenti e più corro, più la distanza tra me e lei aumenta, facendomi ringhiare per la frustrazione.

"Haley!" Mi ritrovo ad urlare, chiamandola, ma lei non si gira nella mia direzione e semplicemente continua a correre lontano da me, sparendo poco dopo dalla vista, svanendo nel bianco del cielo e nel rosso della pioggia.

Rallento fino a fermarmi del tutto, confuso da quella vista, la pioggia scrosciante ancora intorno a me, che mi inzuppa i vestiti e mi finisce negli occhi, bruciando come fosse fuoco.

Davanti a me compare un lago ghiacciato e come per magia, la pioggia maledetta gli passa accanto, formando una cupola intorno alla zona, nella quale è come era prima che lo strano fenomeno atmosferico iniziasse.

Lentamente mi avvicino alla riva, venendo nuovamente accolto dal silenzio e dall'aria fredda che fa seccare il sangue sulla mia pelle e capelli, facendomi storcere il naso, infastidito.

Come attirato da una forza invisibile, abbasso lo sguardo sull'acqua ghiacciata, trovando il mio riflesso troppo nitido per essere reale, ma non è quello a stupirmi.

Compagni Di Guerra - Ferite AperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora