Oscurità

12.8K 659 170
                                    

Logan

L'unica cosa di cui mi pento è essere stato così ingenuo. Tra tutti quelli che potevano voltarmi le spalle, mio padre era in fondo alla lista. Il suo voltarmi le spalle era programmato, ma non in un futuro così vicino.

Una sorriso amaro mi appare sulle labbra, e il sacco da boxe prende forma davanti a me, trasformandosi nel volto ghignante di mio padre.

Colui che mi ha insegnato molto ma mi ha tolto tutto.

Le nocche sotto alle bende bianche pulsano per i colpi precedenti, e sono cosciente del fatto che manca poco perchè il colore rosso tinga le candide garze.

Lui mi ha insegnato molte mosse, nelle nostre ore in questa stessa piccola palestra, molte delle quali mi ha rivolto per la prima volta con l'intenzione di usarle efficentemente. Ma il dolore delle ferite è stato poco in confronto alla delusione. Se c'era anche una possibilità che potesse salvarsi, ora è persa.

Come anche la possibilità che il legame con mia madre tenga ancora. Ho visto quanto era sbiadito: era come quello tra me e Hal nel nostro periodo brutto durante l'Accademia Suprema.

Come è potuto succedere? Come ha fatto a diventare così? Cosa lo ha fatto cambiare in peggio? E io non ho alcuna risposta, non so cosa pensare.

I colpi si susseguono ferocemente e la mia mente proietta l'immagine insanguinata di David, che ha scatenato il Demone in tutta la sua potenza.

Sono arrivato ad un passo dall'omicidio. Sia mio, che quello di mio padre. Mi stavo perdendo completamente e per la prima volta, avevo paura di non riuscire a tornare in me. Però nessun segno di pentimento o vergogna per ciò che ho fatto.

È stato bravo, però, questo glielo concedo: ha atteso, ha tenuto duro come un cacciatore aspetta fermo con il fucile in mano per avere la posizione migliore da cui sparare, per avere il colpo efficace. E il proiettile è stato sparato con efficacia e precisione da maestro. Non l'ho visto arrivare.

Debole, ingenuo, rammollito.

Le bende che coprono la mia mano sono rosse ora, e neanche sento il bruciore che mi pervade, insieme all'intorpidimento delle braccia. Ho perso il conto delle ore, dei colpi inferti.

Ma il volto di David si trasforma ulteriormente, perdendo la pelle e non rimanendo altro che un teschio dalle orbite buie ma illuminate allo stesso tempo da una luce assassina. Ancora rosso.

Il Demone delle Ossa.

Stavolta il pugno è più forte degli altri, tanto da far staccare il sacco da boxe dalla catena che lo teneva appeso al soffitto e facendolo cadere a terra in un tonfo che si propaga per tutta l'armeria, facendo da eco.

Il teschio continua a guardarmi, ridendo con le mascelle e i denti appuntiti scoperti, in una smorfia mostruosa. Ride di me. Della mia stupidità. Della mia debolezza.

Neanche mi accorgo di aver tirato fuori il pugnale finchè non compare un ampio squarcio sulla tela, facendo fuoriuscire la sabbia, che scorre sul legno del pavimento quasi fosse liquida.

"Credo sia abbastanza." È la voce di Haley che mi riporta alla realtà e girandomi di scatto la trovo appoggiata allo stipite della porta, con lo sguardo cupo puntato sul pugnale che tengo ancora nella mano insanguinata.

"Non posso lasciarti da solo che trovi il modo per farti male." commenta, cercando di alleggeriere il tono, anche se la punta di esitazione viene comunque fuori e non posso fare a meno di notarla.

Ieri l'ho spaventata: non ci vuole molto per capirlo. Lo vedo da come rimane sempre vigile accanto a me, o dalla cupezza che incornicia i suoi occhi. O ancora, di come si irrigidisce quando la sfioro.

Compagni Di Guerra - Ferite AperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora