Haley
Ho un'ansia assurda e l'unico pensiero che mi fa rimanere concentrata, è che Logan e tutta questa città contano su di me per questa semplice missione: parlare con il Comandante in servizio qui.
Semplice come bere un bicchiere d'acqua, se non fosse sto per accusare il più alto membro dell'esercito di tradimento.
Le guardie accanto a me marciano in silenzio ed è la prima volta che vengo scortata in qualche posto, facendomi capire quanto sia importante la situazione e agitandomi ancora di più.
"Il Comandante ti riceverà tra qualche minuto." Mi lasciano sola nella sala d'attesa completamente vuota, il pavimento vecchio di almeno cent'anni che scricchiola sotto il mio peso.
È l'unico dettaglio che tradisce il fatto che questa caserma è qui da tempo immemore, costruita ai tempi dell'inizio della guerra e lasciata abbandonata appena le battaglie si sono spostate fuori dalle città, lasciando in pace i poveri Normali e condannando i Compagni di Guerra a non rivedere più le proprie famiglie per la maggior parte della loro vita.
Improvvisamente una fitta allo sterno mi fa sibilare e il primo istinto è quello di mettermi in posizione di difesa, anche se non c'è alcun nemico.
È il dolore di Logan questo, e devo ricordare a me stessa che non è in pericolo. O almeno, spero non lo sia, anche se è difficile da dire con lui.
E altra preoccupazione si va ad aggiungere a quella che avevo già, facendomi venire voglia di vomitare la colazione che ho appena digerito, ma non posso.
Sono più forte di così.
Il cigolio della porta mi fa alzare gli occhi di scatto, puntandoli in quelli di un mago che mi fa cenno di entrare, l'espressione seria e leggermente annoiata.
Si va in scena.
Ignoro il dolore che attraversa il legame che condivido con il mio Compagno e varco la soglia, venendo catapultata in un ufficio sfarzoso e troppo grande per l'arredamento spartano che contiene.
I miei passi riecheggiano appena sul parquet e anche se tengo gli occhi puntati davanti a me, non posso fare a meno di notare per terra delle macchie sospette che assomigliano troppo al sangue secco.
Mi sento lo sguardo di tutte le guardie, che ammontano a otto, addosso, compreso quello del Comandante che ha appena alzato gli occhi dalle carte che ha sparse sul tavolo, come se fossi un esemplare di qualche creatura strana.
E già sento le risate che si faranno quando me ne andrò da qui.
Quanto vorrei che Logan fosse qui con me: lui saprebbe come farsi rispettare, l'autorità che solo chi è nato nell'alto del piedistallo riesce ad ottenere.
È qualcosa con cui si nasce, non guadagnato.
Quando sono a una distanza che reputo giusta, mi fermo, mettendomi in posizione di saluto e aspettando il consenso di poter parlare.
E il silenzio, insieme ai miei sensi completamente all'erta mi danno il tempo necessario per studiare l'uomo che ho davanti, trovandolo stranamente familiare.
È un guerriero sulla cinquantina, con i capelli color del grano e occhi scuri di chi ha visto cose terribili e fatto cose terribili. Da lui provengono solo vibrazioni oscure, che mettono in allerta il microchip, anche se non mi azzardo ad attivarlo, per paura che possa vederla come una minaccia.
Ha una grossa cicatrice che gli attraversa il collo ed è un taglio troppo nitido perchè sia stato fatto da un Vuoto, così la cosa più naturale che mi viene da pensare è che qualcuno abbia tentato di ucciderlo.
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Compagni Di Guerra - Ferite Aperte
Science FictionVOLUME SECONDO DELLA TRILOGIA "COMPAGNI DI GUERRA" Se prima la guerra era vista come qualcosa di lontano, ora Haley l'hanno vissuta sulla propria pelle. Dopo l'attacco dei Vuoti all'Accademia Suprema, i giovani Alium sono spinti a continuare l'addes...