Epilogo

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Haley

La notte è appena calata sulla Base 33, facendomi guardare fuori dalla finestra con un po' di apprensione.

In cielo non ci sono stelle e una coltre di nubi si sta avvicinando anche per coprire la luna, ma a giudicare dalla lentezza del vento abbiamo ancora qualche ora di luce argentea a illuminare i nostri volti e anche di quelli ancora là fuori a combattere, i turni di ronda che non si fermano mai.

Faccio scorrere lo sguardo tra i pazienti del mio settore, trovandoli quasi tutti addormentati, tranne per qualcuno che tiene duro agli antidolorifici giocando a carte con il compagno di corridoio.

Comunque, c'è un silenzio piacevole che calma gli animi e le orecchie dopo tutte le urla di oggi pomeriggio. Anche se in realtà è più la calma prima della tempesta, dato che fra poco il terzo turno della giornata rientrerà alla base e con essi i feriti.

"Guaritrice Mainz! Vuole aggiungersi anche lei?" Una voce mi richiama, facendomi voltare di colpo verso un uomo che si sta avvicinando alla pensione e che io stessa ho curato stamattina, bendandogli la testa con delle garze candide.

Mi mostra delle carte e il ragazzo accanto a lui annuisce solidale, sventolando anche le sue di carte.

Un sorriso grato tira le  mie labbra "Vi ringrazio, ma tra poco arriveranno gli altri e-" non faccio in tempo a parlare che sento delle voci concitate alla porta d'ingresso e non ci devo pensare un secondo prima di correre in quella direzione, venendo accolta da un manipolo di persone in stati diversi e con ferite diverse.

Comunque, c'è un sacco si sangue, tanto che anche il pavimento altrimenti bianco, presenta parecchie macchie rosse.

"Mainz! Prendi loro due e portali nel tuo settore, dopo di che il tuo turno sarà concluso." Le parole di Ryuk, il capo, mi raggiungono quasi ovattate mentre indica due ragazzi, uno che sorregge l'altro cheha la gamba sanguinante e in una posizione innaturale.

Corro da loro, il camice bianco che svolazza dietro di me e solo quando sono a pochi metri, riconosco uno dei due, colui che sta sorreggendo il ferito.

E il respiro mi si blocca in gola vedendolo davanti a me, fiero, con le sopracciglia aggrottate in qualcosa di simile alla preoccupazione mentre guarda il ferito accanto a sé. E anche se non lo da a vedere, grazie al nostro legame riesco a sentire il taglio sul suo braccio come fosse mio. 

"Logan! Da questa parte!" Ansimo, facendoli girare nella mia direzione e subito mi si serra lo stomaco allo sguardo appena cosciente del ragazzo accanto a lui, di appena qualche anno più grande di noi.

"Lo porto io, tu tieni premuto sulla ferita che hai sul braccio." Dico velocemente, usando la magia per far fluttuare il ragazzo, che geme quando la gamba si sposta per via della forza di gravità.

"Sissignora." Commenta Logan dietro di me, l'ombra di un sorriso sul volto che mi fa rilassare istantaneamente.

Ma ci sono cose che richiedono con urgenza la mia attenzione e in pochi secondi ho trovato due letti liberi con le lenzuola pulite che sanno di bucato.

Deposito delicatamente il ferito sul letto, che subito si macchia di rosso, il contrasto con il bianco che mi fa girare la testa per un attimo.

"Ehi, ehi, non è ancora il momento di dormire...il tuo nome?" Richiamo il ragazzo alla realtà schiocchiandogli le dita davanti agli occhi, impedendogli di svenire davanti a me. Ha perso molto sangue. Ma prima di fargli una trasfusione devo sapere il suo tipo sanguigno e prima ancora devo mettergli a posto la gamba e ricucire la ferita che sta sanguinando copiosamente.

"Vidarr." Sussurra debolmente, ma almeno i suoi occhi castani sono fissi su di me e questo mi va benissimo.

"Bene Vidarr, vuoi spiegarmi quello che è successo?"

Compagni Di Guerra - Ferite AperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora