Ciò che non uccide, fortifica

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Logan

Il sudore mi imperla la fronte e ho i muscoli talmente rigidi da darmi la sensazione di starmi per spezzare di schianto e allo stesso tempo lentamente.  Pezzo dopo pezzo, osso dopo osso, legamento dopo legamento.

Mi fa male tutto il corpo e le ossa ancora di più: è come se si stessero liquefacendo dentro al mio corpo, creando un inferno personale che solo io posso sentire, senza darmi un attimo di riposo, senza via d'uscita.

Lentamente, mi giro su un fianco sul letto singolo che ci è stato dato dall'A.D.E.R., sentendolo freddo ed estraneo, come anche l'intera stanza.

Le coperte le percepisco gelide sotto la mia pelle febbricitante ed è un sollievo, tanto che penso di potermi addormentare così, ma la mano artigliata del Demone mi graffia la gabbia toracica, bloccandomi il respiro per qualche secondo.

Sono circondato dal buio pesto, come mi sento io in questo momento, e un silenzio che ironicamente mi perfora i timpani.

Mio padre è il colpevole dell'omicidio di migliaia di persone.

E probabilmente anche mia mamma, dato che è impossibile nascondere al proprio Compagno una cosa del genere.  E proprio per questo si spiegherebbe anche la strana energia dei Vuoti: come hanno trovato il modo per ingannare tutti noi per anni, avranno anche scoperto un nuovo tipo di magia.

Anche se non devono essere i primi a fare una cosa del genere. I Vuoti esistono da centinaia di anni e anche se i Compagni vivono più a lungo dei Normali, è impossibile che siano stati loro a idearli. È qualcosa che va avanti da generazioni...per quanto ne so, forse anche mio nonno è stato coinvolto, ai suoi tempi.

Forse sono io il prossimo nella lista.

Con uno scatto spalanco gli occhi che non mi ero accorto di aver chiuso in preda alla febbre e vengo accolto solamente dall'oscurità che per qualche secondo sembra popolarsi di Vuoti dalle zanne insanguinate prima di svanire con un battito di ciglia. E quasi riesco a sentire le gocce di sangue cadere dalle mani di mio padre e bagnare me sotto di lui.

Il Demone, come se sentisse l'odore del sangue, si mette a ringhiare più forte dentro la mia mente, facendomi fare una smorfia e dandomi le forze per alzarmi dal letto, le ossa che protestano, ma a cui non do ascolto.

Devo fare qualcosa, altrimenti impazzirò qui dentro.

Non penso più di tanto nel tragitto che va dalla mia stanza alla palestra di stamattina, la realtà intorno a me che si scioglie a tempo dei battiti accelerati del mio cuore e dei ringhi del Demone dentro la mia testa.

Eppure in quelli che a me sembrano secondi, mi ritrovo davanti a quel piano enorme, le luci totalmente spente e un silenzio di tomba a circondarmi.

Non che mi aspettassi qualcuno.

Utilizzando la capacità del microchip di farmi vedere al buio, mi incammino lentamente verso la parte più lontana dall'ascensore e anche quella più interessante: sono presenti macchinari per l'allenamento e attrezzi vari per Normali e non di diverso peso, adatti a diverse funzioni.

E per un breve attimo vengo proiettato di nuovo all'Accademia Suprema, dove gli allenamenti venivano svolti con gli oggetti che mi aspettano silenziosi davanti a me. Quanto erano più facili le cose a quei tempi...anche se si può dire che è iniziato tutto da lì. È stato all'Accademia che abbiamo ritrovato la mappa negli alloggi dei Maestri, anche se ancora non lo sapevamo. E avevamo trovato anche un altro documento in cui erano state approvate le missioni dell'A.D.E.R. sotto copertura, da mio padre in persona e ovviamente dai Consiglieri.

Non l'ho più trovato quelle carte nello studio di David, anche se non mi stupisco più di tanto: con tutti quei scatoloni pieni di scartoffie, è facile perdere una cosa del genere.

Compagni Di Guerra - Ferite AperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora