Criminali

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Logan

Incontrare mio padre è in cima alla mia lista delle preoccupazioni. E normalmemte non sarebbe così, ma il fatto è che la questione del Demone è troppo importante per poterla ignorare.

Se non mi aiuterà...dovrò cercare un rimedio da solo, ma non ho idea di dove trovarlo. E conoscendo mio padre, se la persona con cui sta interagendo non gli piace, gli rende la vita un inferno.

E io probabilmente ho smesso di piacergli quando non ho sparato quel proiettile.

Non so se Drake, mio fratello, abbia mai dovuto subire lo stesso trattamento, e soprattutto se lo ha compiaciuto, alla fine. Probabilmente conoscendolo forse sì. È sempre stato preso da papà, almeno fino a quando non ha iniziato a cambiare e a diventare più rabbioso e rancoroso verso i suoi avversari. Lo seguiva ovunque e cercava di copiarlo in ogni cosa: per lui non è stato un vero e proprio obbligo l'addestramento che ci ha impartito ad entrambi. Ma mentre lui cercava di renderlo orgoglioso io lo facevo per obbligo. Semplice.

La scatolina sembra essere più pesante dentro la tasca della mia giacca e un'improvvisa ondata di irritazione mi fa stringere le mani sul volante

"Logan?" La voce di Haley mi riporta alla realtà e non staccando gli occhi dalla strada accidentata faccio un cenno con la testa, facendole capire che sono in ascolto.

"Facciamo una pausa...sono già cinque ore che siamo rinchiusi qui dentro e ho bisogno di sgranchirmi le gambe. Inoltre posso darti il cambio per le restanti due ore: sembri stanco."

"Non ho bisogno del cambio e non sono stanco." Sospiro, il tono di voce un po' più duro di quello inteso. E con la coda dell'occhio vedi Haley fare una smorfia prima di guardare fuori dal finestrino.

"Resta il fatto che le mie gambe si stanno addormentando qui dentro." Replica, un piccolo broncio presente nelle sue labbra.

"Non siamo in una zona sicura."

"Siamo ancora dentro i quaranta chilometri prestabiliti e tu sei chiaramente preso dai tuoi pensieri. Prendiamoci una pausa per respirare un po' d'aria fresca"

Però questo non mi ferma dal sospirare rumorosamente e so che non è la reazione migliore, ma il tempismo è qualcosa di ironico.

"Hal..."

"Okay non importa. Fa' finta che nulla sia successo."

Stringendo i denti mi limito a premere il freno, fermando la macchina tra due alberi alti e dalle foglie larghe, segno che la pianura è vicina.

Con uno sbuffo sono il primo a scendere dalla vettura, sentendo il drastico cambiamento di clima rispetto alla Base 26: ci saranno almeno dieci gradi di differenza, il termometro che segna i 23 gradi. E poi l'aria non è pura e rarefatta come lo era lassù, per cui mi ritrovo a fare un sorriso compiaciuto. Per quanto le montagne siano belle, niente batte un po' di sole e temperature calde.

Intorno a noi tutto è verde e il sottobosco è costellato di piccoli fiori e funghi, una vista completamete diversa dagli aghi di pino secchi di prima. E stessa cosa vale per gli alberi, che grazie alla primavera stanno iniziando a germogliare, la corteccia non più di un colore spento.

Haley mi guarda per un breve attimo prima di alzarsi in volo per superare una collina naturale che assomiglia vagamente ad un argine di un fiume e guardandomi meglio intorno, probabilmente è così: la strada che stiamo percorrendo è un sentiero naturale scavato tra due pareti di terra umida e piena di muschio. Una volta doveva esserci stato un fiume proprio dove sono io e ora l'unica rimanente di tutta quell'acqua è il suolo rigoglioso e leggermente umido sotto le suole degli anfibi.

Compagni Di Guerra - Ferite AperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora