Catturati-Parte 1

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Haley

Fa freddo. È quella la prima cosa che sento quando inizio ad essere cosciente di ciò che mi circonda. Sono scossa dai brividi, la testa mi fa male e un senso di nausea mi attanaglia, bruciandomi la gola.

Non c'è alcun suono intorno a me e il silenzio sta iniziando ad essere quasi assordante, penetrandomi nelle orecchie, facendomi fare una smorfia. La pelle tira.

Non ho idea di dove sia poichè la vista non vuole tornarmi. Non c'è altro che oscurità intorno a me, impedendomi di capire, di analizzare, di rimanere lucida.

La prima cosa che faccio è quindi cercare la magia dentro di me, ma nulla funziona: il microchip sulla mia nuca è inerme, inattivo.

E un senso di panico inizia a salire, acutizzando ulteriormente il mio mal di testa e impedendomi di respirare normalmente, facendo bruciare ulteriormente la mia gola e stomaco.

Non posso vomitare ora.

Forse sto avendo un attacco di panico. Ma i miei pensieri viaggiano così lentamente e la testa sembra venir costantemente percossa da un martello che non ha pietà di me, che non riesco a capire nulla.

Non ho ricordi di come sia finita qui. L'ultima cosa che ricordo è un paio di mani che mi afferrano, staccandomi da Logan...improvvisamente la sua faccia sconvolta mi compare come un fulmine a ciel sereno nella mente: spero stia bene e spero sia riuscito a scappare, in qualche modo.

Poi ho pochi ricordi confusi, di qualche secondo: qualcuno che mi sbatte a terra, facendomi colpire la testa contro l'asfalto duro quasi fossi un fantoccio ed io che perdo completamente i sensi. Messa fuori gioco così velocemente che il mio globulo di magia deve essere durato appena un secondo.

Ecco perchè la mia pelle tira: deve essere il sangue secco. Quindi devo essere qui da ore, ormai.

Lentamente, riesco a riprendere la sensibilità del corpo e muovo le mani, scoprendo subito che sono immobilizzate da una catena. O almeno una lo è completamente, mente l'altra ha un piccolo spazio, largo abbastanza da tagliarmi la pelle dell'articolazione del pollice.

Cazzo.

Aggrotto le sopracciglia e solo in quel momento mi accorgo che c'è qualcosa sui miei occhi: della stoffa spessa e ruvida, legata strettamente dietro la nuca. Altra causa per il mio mal di testa.

Più passa il tempo più prendo coscienza della mia situazione, ma capisco anche quanto la situazione sia assurda. Più che combattere delle creature che rasentano gli orchi dei fantasy e avere dei poteri grazie a un machingegno computerizzato.

Un gemito lascia la mia bocca quando cerco di capire dove sono i miei piedi, che per quanto mi riguarda possono anche avermeli amputati, dato che non li sento.

Un altro verso esce dalla mia bocca, ma questa volta assomiglia vagamente ad un'imprecazione.

Okay devo togliere la benda. Non sono un guerriero dai sensi sovra sviluppati che riesce a capire cosa sta succedendo solo tramite l'udito. Ho bisogno dei miei occhi.

Strattono la catena che tiene legate le mie due mani dietro la schiena, seguendo il detto "la speranza è l'ultima a morire", ma ovviamente non funziona.

Così cerco di fare leva sull'unica mano che ha una possibilità, dato che riesco a muoverla, a differenza dell'altra. È la mano destra.

Inizio a tirare, stringendo i denti, ma la cosa non fa altro che fare un male cane, l'acciaio che penetra lentamente nella mia pelle, facendomi colare addosso il sangue caldo.

Fantastico, sono a testa in giù.

All'improvviso le mie orecchie registrano qualcosa che mi fa raggelare il sangue: voci rabbiose in sottofondo. Sono ancora lontane, un semplice sussurro, ma questo basta a farmi fermare completamente per un attimo, in attesa di capire cosa stanno facendo.

Compagni Di Guerra - Ferite AperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora