Salii sulla mia moto.
Direzione casa.
Avevo voglia di un bagno caldo, di rilassarmi, non volevo pensare a nulla.
Subito dopo aver parcheggiato in cortile, cercai riparo in casa; presi della legna e accesi il camino.
Mi spostai in bagno, presi il bagnoschiuma ai fiori di loto e muschio e iniziai a riempire la vasca da bagno con acqua bollente.
Adoravo l'acqua calda e la sensazione di calore che mi dava.
Iniziai a spogliarmi quando, ad un tratto, il telefono squilló.
"Pronto?"
"Piper sono Annie, senti scusami ma stasera proprio non riesco ad esserci, ho avuto un contrattempo, scusa davvero..ma gli altri dovrebbero arrivare per le 22"
"Tranquilla, ci vediamo domani in facoltà".Spensi il telefono e andai in cucina, incurante di essere solo in intimo ma, avevo bisogno di bere qualcosa; avevo bisogno di togliermi quella sensazione strana che avvolgeva la mia bocca come se avesse bisogno di qualcosa di più, come se desiderasse dell'altro.
Nella mia testa era fissa l'immagine di Alex Vause, non sapevo se era o meno sbagliato pensarla ma non riuscivo a mandar via quel pensiero.
Le sue labbra carnose mi davano i brividi, eppure tra noi non era capitato nulla..
Tornai in bagno, mi spogliai e iniziai a fissare la mia immagine riflessa nello specchio.
I miei occhi erano strani, erano come smarriti, un velo di tristezza li avvolgevano.
Rimasi ferma, immobile fino a quando non vidi riflesso il blu dei miei occhi.
L'ultima volta che vissi una situazione del genere risaliva a qualche anno prima.
Avevo conosciuto Carrie, per caso, avevamo delle amicizie in comune.
Mi invito' ad un concerto di musica etnica, accettai.
Per me era tutto completamente nuovo e strano.
Da quel momento la mia vita cambiò.
Totalmente.
Amavo il suo sorriso più di ogni altra cosa al mondo, il suo modo di fare, di essere. Amavo come muoveva le mani, come muoveva le labbra quando parlava, amavo il suo modo di fumare. Aveva stile. Per me era tutto.
Amavo il suo esser gelosa, il suo modo di far l'amore..forte, deciso, sensuale.
Mi dominava e si faceva dominare.
Il nostro amore ci completava, o per meglio dire credevo ci completasse.
Ricordo che dopo aver fatto l'amore, mi aggrappavo alla sua schiena e mi perdevo nel suo respiro.
Contavo i suoi nei che aveva sulla schiena e disegnavo con i polpastrelli figure fantastiche accarezzandola dolcemente.
L'ho amata ed odiata tanto da arrivare a rinnegare l'amore stesso.
E ora?
Non so più nulla di lei.
Non so dove sia, cosa stia facendo, quale abbraccio la sta riscaldando, a chi sta sorridendo, con chi sta fumando.
È sparita.
Letteralmente sparita.
Un giorno tornando a casa ho trovato solo un suo biglietto:
"Devo andare scusami.
Non odiarmi.
Ti amo".Quel ricordo di lei mi aveva nuovamente distrutta.
Iniziai a respirare sempre più veloce.
Persi un battito.. due..
Ora so perché avevo sentito quel senso di familiarità con Alex, i suoi occhi.. i suoi occhi mi avevano ricordato quelli di Carrie. Avevano la stessa luce.
"No, non posso permetterlo ancora. Non posso soffrire ancora" urlai forte tanto da iniziare a piangere per la rabbia che era ritornata a scorrermi nelle vene.Decisi di uscire, anche se Annie mi aveva dato buca quella sera, in fondo ci sarebbero stati gli altri ragazzi. Mi sarei divertita ugualmente.
Aprii l'armadio e presi i miei jeans più comodi e un maglione blu. Misi gli stivali, il giubbotto, presi le chiavi della moto e andai da Frank.
Nonostante fosse quasi Natale la serata non era poi così fredda.
Il cielo era limpido e pieno di stelle luminose. Ai miei occhi era ancor più bello.Entrai nel bar, come sempre affollatissimo, salutai il mio amico al bancone e dopo essermi seduta su uno sgabello ordinai un margarita.
"Hey ciao Piper"
"Ciao Frank"
"Sei da sola stasera? Annie?"
"Per tua sfortuna oggi non c'è! Aveva un altro impegno.."
"Ahhh la tua amica prima o poi mi farà impazzire lo sai?"
"Dai Frank è una brava ragazza...."
"Certo!"
"Frank, mi porti un margarita?"Frank era un uomo sulla sessantina, brizzolato e con una barba ben curata; amava scherzare con le ragazze ma in realtà aveva una moglie, Mary di origini italiane, che amava alla follia.
La porta del bar si apriva in continuazione, era un via vai continuo; Frank ci sapeva fare con i clienti e poi in quel quartiere c'erano molte case di universitari.
Presi dalla mio borsa un libro sui monumenti parigini e inizia a sorseggiare il mio drink.
Ad un tratto mi girai all'improvviso, sentivo uno sguardo caldo su di me, una voce roca e sensuale mi disse:
" Non fa troppo freddo per un margarita?"
Rimasi senza parole.
Riuscii, balbettando, a dire:
"Buonasera dott.ssa Vause"
"Buonasera a lei signorina Chapman"
"Cosa ci fa lei qui?"
"Bella domanda! Sono qui con alcuni dei miei colleghi ed amici. E lei cosa ci fa qui tutta sola?"
Ero in preda al panico, i suoi occhi mi guardavano fissi, il suo sguardo era qualcosa di indecifrabile.
I suoi occhi verdi..un mare dentro..pieni di luce.
"Allora?? L'ho sconvolta così tanto Piper?".
"Ehmm no, mi scusi..i miei amici dovrebbero arrivare tra poco e poi..."Da un tavolo poco distante una voce femminile iniziò ad urlare:
"Alex dai ti stiamo aspettando..""Scusami, ma devo andare ora. Continuiamo dopo.."
Mi guardó fissa negli occhi per poi girarsi e andare al suo tavolo.Mi girai e vidi un gruppo di persone, tra cui la donna che aveva chiamato Alex. Avrà avuto all'incirca quarant'anni, anch'ella bruna e i suoi tratti erano apparentemente asiatici. Era una bella donna. Di classe.
Chi era quella donna?
Lavorava con lei?
Perché l'aveva abbracciata?Tornai alla mia lettura e al mio drink. Guardai l'orologio. Erano le 21:35. Tra poco i ragazzi sarebbero arrivati.
Era divertente la loro compagnia.
Ci stavo bene.Mi voltai ancora.
Alex mi stava guardando e, io guardavo lei.
Ma cosa stavo pensando???
Piper, apri quella cavolo di testa, pensai tra me e me, Lei é come tutte le altre: STRONZA, per cui non farti fregare e poi deve collaborare con l'università..
Sentivo questa voce dentro di me sempre più prepotente che cercava di farmi ragionare.Ordinai un altro margarita e ripresi il mio libro. La musica di sottofondo del locale mi faceva compagnia, Frank aveva buon gusto in fatto di musica, riusciva sempre a scegliere buona musica.
Lascia per un attimo il mio libro sul bancone e la borsa.
Andai in bagno.
Avevo bisogno di rinfrescarmi il viso.
Il riscaldamento del locale era fin troppo alto.
Aprii il rubinetto e l'acqua gelida mi bagnó le mani che poi passai delicatamente sulle guance arrossate, a causa del troppo calore.
Pensavo di esser sola quando sentii il rumore della porta aprirsi dietro di me.
Vidi dallo specchio due occhi che avevo imparato oramai a conoscere.
Era Alex Vause.
Rimasi a guardare il suo riflesso nello specchio ferma e in silenzio.
Senza dire nulla si avvicinò a me, mi prese dai fianchi e dolcemente mi girò.
Eravano l'una difronte all'altra.
Ad un passo dal mio viso.
Ad un passo dalla mia bocca.
Ad un passo dal mio cuore.
Potevo sentire il suo profumo.
Il suo respiro era accellerato, poco meno del mio.
Avvicinò le sue mani al mio viso, accarezzandomi piano, per poi poggiare delicatamente le sue labbra sulle mie.
Era un tocco talmente delicato da stupirmi.
Le sue labbra erano morbidi e dolci.Si staccò da me e continuando a guardarmi in silenzio.
Non capivo più nulla. Mille emozioni invasero il mio corpo incredulo.
Ero stregata da quel tocco.
Non so quanto tempo passò forse un secondo, forse un minuto.
Ad un tratto mi svegliai da quel torpore e l'unica cosa che feci fu divincolarmi da quella presa e uscire di corsa dal bagno, andare via.
Raggiunsi il bancone presi la mia borsa e corsi via dal locale.
Non avevo il coraggio di restare.
Non avevo il coraggio di guardare il tavolo di Alex Vause.
Non avevo il coraggio. Punto.
Misi in moto la mia moto e corsi via come una folle.
Lontano.
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Il nostro tempo
FanfictionUna giovane Piper Chapman all'ultimo anno di università.. Alex Vause un'attraente docente e direttore della M&C una importante galleria d'arte parigina.. Punto focale l'arte nelle sue molteplici forme e colori. Due donne. Un unico destino. L'amore. ...