capitolo 25

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Ho sempre sopportato poco la persona che ero in passato: troppo poco attenta agli altri, alle cose che mi circondavano; ero come un robot che viveva una vita che io non volevo, che non desideravo; la detestavo ma l'accettavo ugualmente senza batter ciglio, per non dispiacere, per non creare preoccupazione agli altri ignorando me stessa.
Ma la vera Piper dov'era?
Dove si nascondeva?
Ricordo di aver sempre nascosto i miei sentimenti, dai più semplici ai più complessi, consapevole di sbagliare ma, in fondo, lo trovavo un modo per riuscire a stare in pace con gli altri, per non creare scompiglio.

Ricordo, come se fossero ieri, le giornate trascorse rincorrendo una melodia, un libro; giornate ricche di emozioni , a volte anche soffocate.
Con il tempo ho capito che, forse, stavo sbagliando ma non solo nei miei confronti ma soprattutto nei confronti degli altri.
Io non ero me stessa, non ero io, ero una maschera piena di apparenze fino a quando, avró avuto all'incirca vent'anni, ho preso le mie cose, ho chiuso la porta della mia stanza e sono partita.
Ho lasciato tutto ciò in cui credevo, ho tralasciato i miei amici, i miei luoghi, la mia casa, la mia routine, ogni cosa..
Durante questo cambiamento ho poi incontrato Carrie.

La sua presenza mi ha devastata: inizialmente in modo positivo, in fondo eravamo all'inizio della nostra storia, quando tutto sembra bello, quando tutto é bello; negativamente soprattutto alla fine della nostra relazione, della nostra storia quando mi ha lasciata nel mezzo della tempesta: come una nave in pieno oceano, non avevo più una via da seguire, ero in preda ai venti.

E ora, dopo anni, lei era qui ; era a pochi passi da me, potevo sentire il suo profumo, per me inconfondibile.

"Piper va tutto bene?" Mi chiese Alex, il cui viso non riusciva a nascondere preoccupazione.
La sua voce mi rimbombava in testa e io rimasi immobile, quasi di stucco.
I pensieri correvano forte e io non riuscivo a fermarli.
"Sì ,sì...certo Alex" mi affrettai a dire.
Non volevo turbarla, non volevo rovinare il nostro rapporto ma ero distratta e lei se ne accorse subito.
"Piper sono così felice di vederti" mentre lo diceva mi aveva preso per mano..erano così morbide le sue mani..
"Anche io sono felice, mi sei mancata tantissimo"
"Tu di più.. che ne pensi se stasera uscissimo? Potremmo andare da Frank, così mi racconti gli ultimi sviluppi sia universitari che sul lavoro da Pat"
"Non sei stanca?"
"No, voglio uscir con te"
"Andiamo a casa ora..ho voglia di baciarti.."

POV Carrie

Il mio volo atterrò a New York in perfetto orario.
Avevo passato questi ultimi anni della mia vita in giro per il mondo. Mi ero fermata a Parigi, Londra, Berlino e persino a Roma.
Volevo viaggiare, osservare, volevo assorbire tutto ciò che riuscivo dei posti che visitavo.
Ho pensato solo a me stessa.
Non volevo altro se non stare bene. Non mi sono mai chiesta se anche le compagne avute in questi anni erano contente del mio comportamento ma davvero era una cosa che non mi interessava.
Non era un mio problema.

Non sono sempre stata così.
Quando conobbi Piper le cose erano leggermente diverse.
Io ero diversa.
Io le stava accanto e lei mi stava accanto.
Condividevamo le emozioni, ed era davvero bello.
Facevamo l'amore, e non solo sesso.
Le volevo bene.
Forse era quello il problema: a lungo andare imparai a volerle bene ma..solo quello.

Io volevo di più.
Ciò che volevo era me stessa, vivere le mie emozioni, farle assaporare solo alla mia anima.
Vivere i miei momenti, i miei sentimenti, pensare solo ed esclusivamente a me ma...
Ora a differenza di anni qualcosa mi mancava.

Atterrata notai sul mio volo una bellissima donna: alta, molto elegante, capelli neri, sguardo magnetico; non nascondo di averle mandato più di uno sguardo furtivo,ma lei era come il ghiaccio: fredda, glaciale, immobile.
Ora capisco perché.
Ad attenderla c'era la sua compagna.
Quando le vidi assieme i miei occhi non riuscirono a crederci.
Lei si illuminó alla vista della sua donna...
Quella donna era Piper.
Sì, la mia Piper...lei ora condivideva le sue giornate con quella donna.
E io? Viaggiavo, l'unica cosa che sapevo fare.
Pensai al mio passato e a cosa avevo perso.

Un flash.
Succede sempre che il meglio, perché poi alla fine risulta il meglio, che viviamo alla fine viene assorbito e catturato dagli altri, e questo perché,semplicemente, ascoltiamo poco le nostre emozioni, ci lasciamo prendere dalla foga di avere, vivere ascoltare, assorbire, senza capire che il bello è accanto a noi.
Mi era mancata.
Non lo nego.
In fondo era speciale, diversa dalle altre. Attenta, intelligente, gioiosa.
Era Piper.
Dovevo parlarle.
Volevo parlarle.
Dovevo trovare il modo per avvicinarla.
Aspettai che uscissero per poi prendere un taxi e seguirle.

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