Capitolo 50

769 64 8
                                    

POV Alexandra

Il mese stava scorrendo, non velocemente come avrei voluto, il lavoro per fortuna occupava la mia vita ma un tarlo consumava la mia mente: ben  presto avrei dovuto comunicare i nominativi definitivi degli studenti americani che avrebbero dovuto esporre nella nostra galleria.
La cosa mi metteva abbastanza  a  disagio perché in quei nominativi vi era anche quello di Piper.
L'avrei finalmente rivista.
Troppo tempo era passato.
In strada, in queste settimane, ho spesso cercato il suo profumo nei passanti ma senza risultato perché Piper era Piper, niente e nessuna poteva competere con lei.
Era estremamente diversa dalle altre.
Lei dava un tocco diverso a tutto.
Un po' quando si da alito agli istinti..c'è l'amore e c'è il sesso.
Si può far l'amore e spingersi al confine con il sesso ma non il contrario.
Ecco lei era così.
Il suo modo di far l'amore..lei era passionale, ingorda, dolce, attenta.
Passava dall'essere una dolcissima complice ad una attenta amante.
La mia Piper..

Giravo per Parigi e pensavo a lei.
È sempre stata una delle sue città preferite e ora..lei era lontana da qui.. io vedevo cose che voleva vedere lei e,  lo facevo da sola.
Lei non era qui con me, non respiravamo la stessa aria, non vedevamo le stesse cose.
Sono una assurda vigliacca.
Vorrei poterle dire che ogni luce, ogni lampione, ogni goccia della Senna mi hanno parlato sempre di lei ma..non posso farlo, non mi crederebbe.
Come darle torto?
Era la mia "piccola" e io le ho voltato la schiena in nome della "bellezza e della sicurezza" altrui..utopie..solo utopie..
Fanculo, fanculo a me, a tutto.

Al mattino mi svegliai presto e corsi in ufficio, mi chiusi lì, preparai varie mail tra cui quella al professor di Arte Moderna, il Signor Smith.
Gli chiesi le conferme dei nominativi e comunicai anche che l'arrivo degli studenti doveva avvenire entro e non oltre l'inizio del mese prossimo.

Mentre scrivevo le mie mani tremavano.
Prima di inviare il tutto attesi leggendo il testo mille volte.
Presi coraggio e schiacciai il pulsante di avvio.

Sentivo mancarmi il respiro.
Come avrebbe reagito Piper?
L'avrei rivista?
Mi mancava..eccome se mi mancava..

Presi il cellulare in mano, non ce la facevo più ad aspettare, così composi il suo numero. Era un mese che non sentivo la sua voce, era un mese che non leggevo i suoi occhi.
Telefonai.
Non avevo pensato che l'avrei potuta svegliare, che poteva riposare, non pensai a nulla..composi solo quel numero nella speranza.di poter sentire solo cose belle..
Sentivo squillare ma nessuna risposta..
Uno squillo, due, tre, quattro, cinque... poi all'improvviso sentii
"Pronto?? Chi è?? Non sento nulla"

La sua voce era linfa per me.
Era però disturbata da una musica di sottofondo..come se fosse ad una festa..
Qualcuna forse la stava stringendo, baciando.. e non ero io..
"Cazzo Piper, mi hai già dimenticata??"
Spensi il telefono e lo lanciai sul tavolo.
"Cazzo, sono una perfetta idiota"

Cercai di lavorare alcuni nuovi progetti ma senza risultato.
Ero completamente assente..da tutto e da tutti.
Forse non sarei dovuta partire, forse non avrei dovuto aver un comportamento diverso.
Forse, forse..purtroppo con i "Se" e con i "Ma" non si va da nessuna parte.

Guardai spesso il pc ma non ebbi nessuna mail di risposta da New York.
La sera era ormai arrivata e decisi di passar la serata a guardar un film su Modigliani, un pittore italiano molto interessante.
"I colori dell'anima"ambientato nel 1919 dove dopo la fine della guerra la vita notturna di Parigi era piena di passioni oscure ed ossessioni incontrollabili. Al Café Rotonde, rifugio di una cerchia di artisti, c'era un tavolo come non si era mai visto nella storia: Picasso, Rivera, Stein, Cocteau, Soutine, Utrillo e Modigliani. Nel film si racconta per la prima volta l'aspra rivalità tra Picasso e Modigliani: due uomini invidiosi l'uno dell'altro e del loro talento, la loro arroganza e le loro passioni. Ma è anche il racconto della più grande tragedia amorosa della storia dell'arte. Jeanne Hebuterne era una bellissima ragazza cattolica che aveva una sola colpa: suo padre non l'aveva perdonata di essersi innamorata di un ebreo, Modigliani.
Jeanne e Modí divisi dal destino ..

Amavo quel film, amavo ogni cosa.. i colori, i personaggi, gli sguardi, le battute.. quel film mi ricordava lei..era stata lei a farmelo apprezzare..guardarlo era come averla qui con me..

Presi nuovamente il telefono e composi il numero di Piper.
Volevo sentirla.
Non avrei mollato questa volta.

Ad ogni squillo perdevo il respiro.

"Pronto?"
"Piper..scusami se ti disturbo.."
"Alex????"
"Si.."
"Cosa vuoi Alexandra?"
"Non voglio nulla..sai, è strano che mi chiami così..scusami ma volevo parlarti. Per favore ascoltami.."
"Senti io non ho nulla da dire ok? Hai scelto la tua vita? I tuoi sorrisi, i tuoi viaggi del cazzo? Bene..ora se permetti vai al diavolo.."

Staccó la telefonata senza lasciarmi parlare..
Era arrabbiata..lo immaginavo..ma non volevo mollare.
Rivolevo i suoi occhi su di me.
Dovevo riconquistarla.

Il nostro tempo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora