Capitolo 43

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Arrivammo a casa.
Parcheggiai l'auto lungo il viale alberato.
Scesi dall'auto, chiusi la portiera mentre Alex, con passo svelto raggiunse la porta d'ingresso.
Mi faceva male questo suo comportamento ma sapevo anche che non potevo costringerla a fidarsi di me.
Era bastato un pomeriggio per mettere in discussione mesi di risate, di gioie, di parole, di promesse, di sogni.

Era primavera.
Gli alberi lungo il viale erano pieni di gemme fiorenti.
L'aria non era più fredda, eppure io non riuscivo a godere di questo cambiamento.
Sentivo e vedevo solo gelo accanto a me.

Entrammo in casa e la vidi salir al piano superiore, io rimasi in sala.
Camminai avanti ed indietro lungo la stanza per poi sedermi sul divano.
Persa..ecco come mi sentivo.
Volevo agire ma non sapevo come..il mio timore era rendere ancora più nervosa Alex, e se fosse successo si sarebbe chiusa ancora di più in se stessa.

Il silenzio assordante in cui cadde la casa fu rotto dal rumore della doccia.
Alex era in bagno.
Sentivo l'acqua scorrere.
La immaginai lì..il suo corpo bianco e liscio come il velluto sotto il getto d'acqua caldo.
Sicuramente stava piangendo.
Ogni lacrima era una sconfitta per me.

Strinsi il cuscino e mi sdraiai sul divano, immobile.
Rimasi in quella posizione non so nemmeno io per quanto tempo.
Fissai il soffitto come se potesse darmi le risposte alle innumerevoli domande che martellavano la mia mente.
In cosa ho sbagliato?
Come posso migliorare?
Posso portar il tempo indietro?
Perché è così arrabbiata con me?
Fino a quanto durerà questo silenzio?
Quando ricominceremo a condividere le emozioni?
Quando tornerò ad essere la sua Piper?

Avrei voluto raggiungerla e ricevere le risposte che meritavo ma ero fin troppo codarda.
Rimasi in silenzio anche io.
Presi una coperta e cercai di addormentarmi, ma anche il mal di testa era arrivato a torturami.
Sembrava non dovessi aver pace.

Mi svegliai di soprassalto, era ormai buio fuori.
Guardai l'orologio: le 02:00.
Mi ero addormentata e nessuno mi aveva svegliata..
Nemmeno la "buonanotte" meritavo più???
Ero arrabbiata.
Ero furiosa.

Cosa diavolo c'entravo io??
Che colpa potevo avere se Carrie aveva cercato di ucciderci??

Mi alzai per poi andar in cucina a bere.
Un'intera bottiglietta d'acqua bevvi anche se avrei preferito, di gran lunga, qualcosa di forte.
Andai in camera, mi spogliai per poi indossare il mio pigiama.
Alex era nel letto.
Non capivo se stesse dormendo o meno.
Entrai in quel letto, freddissimo, come se nessuno avesse portato tenerezza all'intero.
Avevo sempre detto ad Alex che mai e poi mai saremmo dovute entrar nel letto da arrabbiate..il letto doveva rappresentare la salvezza, la tranquillità, il contatto.. ora invece ci separava un abisso.

Presi un bel respiro e cercai dentro al mio corpo di recuperare tutto il coraggio che possedevo.
Mi avvicinai al suo corpo, caldissimo, come sempre.
E iniziai a raccontare:
"Lo so che sei sveglia, e che non vuoi parlarmi, lo so, lo so bene anche se non lo capisco.
Non lo capisco ma lo accetto.
Mi metto da parte e attendo che tu possa ritornare sui tuoi passi.
Attendo di ritornare ad essere un pensiero importante della tua mente.
Vorrei dirti che sono mortificata per quello che hai provato ma, credimi, ci sto male anche io.
Tanto.
Qualche tempo fa ho letto una poesia di Gabriel García Márquez e mi piacerebbe tanto condividerla con te..un po' come facevo in passato.
Dice più o meno diceva così:

-Dì sempre ciò che senti e fa sempre ciò che pensi. Se sapessi che oggi è l'ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti, ti abbraccerei fortemente e pregherei il Signore per poter essere il giardino della tua anima. Se sapessi che oggi è l'ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo, per dartene altri. Se sapessi che oggi è l'ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni tua parola per poterla ascoltare per una e più volte ancora. Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi "Ti amo" e non darei scioccamente per scontato che già lo sai. Sempre c'è un domani e la vita ci dà un'altra possibilità per fare bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò -

Alex, io non potevo immaginare ciò che è successo.
Io sono impaurita tanto quanto te e ora a questo si è aggiunta la paura di perderti.
Io non voglio perderti.
Stammi accanto"

Le dissi quelle parole, le sfiorai il braccio con una mano per poi girarmi sul mio lato.
Gli occhi fissi nel buio verso la finestra, verso quel lampione in strada che cercava di illuminare gran parte della via.

"Alex se vuoi me ne vado via"

A quelle parole, la sentii muovere.
Si girò verso di me.
Io feci lo stesso.
Occhi negli occhi.

Le sue labbra si poggiarono sulle mie.
Erano morbide e umide tanto da farmi perdere il senno.

"Piper, fai l'amore con me, ora"

Rimasi senza parole.

"Ho bisogno di sentirmi tua"
"Alex , e io ho bisogno di te"


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