Capitolo 11

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A volte succede...
A me è capitato qualche settimana fa.. per strada.
Si incrocia lo sguardo di una donna e ci si volta nella speranza di incrociarlo di nuovo.
Io mi fermai, rapita, nel vedere una donna disegnare un paesaggio nel pieno centro di New York.
E senza chiedersi se quella donna è bella, senza chiedersi com'è fatto il suo corpo, quanti anni ha, la si pensa inevitabilmente.
Ciò che ti colpisce è quello che trasmette quello sguardo in quel preciso istante e ciò può essere un sogno, un'attesa, un desiderio, tutta una vita possibile, un errore.

Alex era sdraiata accanto a me.
Non mi sembrava vero.
Pochi minuti prima eravamo strette una accanto all'altra, in un'unica cosa..
Se me lo avessero detto qualche mese fa non ci avrei creduto.

Come ci si può concedere ad una donna che non si conosce?
Come si può desiderare così ardentemente chi non ha condiviso con noi nemmeno un pezzettino di vita?

Ripeto se questa cosa me l'avessero domandata qualche tempo fa avrei detto che mai e poi mai l'avrei fatto.

Ora lo stavo facendo.

Alex mi aveva rapita.
Il suo ridere, il suo guardarmi mi mandava su un altro pianeta, un'altra dimensione.

So che lei era consapevole del potere
che aveva su di me ma non mi preoccupava.
Volevo rischiare.
Volevo conoscerla fuori da quel letto.

"Piper baciami ancora.." mi disse Alex la cui eccitazione era ancora forte.

Non me lo feci ripetere due volte.
Baciai le sue labbra cercando di aggrapparmi sempre di più a quel corpo così perfetto.
Il mio battito cardiaco era il suo.
Batteva all'unisono.

Mi girai e mi misi seduta sulle sue gambe.
Volevo vederla..in tutto il suo splendore.
I suoi seni abbondanti, le sue gambe lunghe e liscissime, le sue braccia forti e le sue mani.... quelle stesse mani che mi avevano portato ad un piacere immenso pochi attimi prima.

I nostri corpi si muovevano desiderosi di altro. Non più gentilezza ma sensualità, passione pura.

Avevo voglia di Alex e lei di me.

Mi avventai su di lei alla ricerca delle sue labbra. Presi le sue mani e le bloccai accanto alla sua nuca.

Era mia..Doveva esser mia.

Morsi le sue labbra avidamente per poi spingere la mia lingua dentro la sua bocca calda e altrettanto desiderosa.
Spingevo il mio ventre contro il suo.
I movimenti erano dettati dal desiderio. Il più puro possibile.
A ritmo. Sempre più a ritmo.
I suoi polsi stretti nelle mie mani.
Le mie labbra sempre più spinte verso le sue..

"Piper.. ti desidero" , la voce di Alex era estremamente sensuale.
"Anch'io" dissi con un filo di voce..

Lasciai la mia presa solo perché volevo spogliarla completamente.
So che la stupii ma, non potei far altro che continuare ciò che lei aveva iniziato.

La girai di schiena.
Era bella.

Accarezzai il suo corpo, lo massaggiai.
I miei polpastrelli disegnarono lungo la sua schiena cerchi concentrici, vortici, spirali.

Era mia.
Ero sua.

La mia mano scese lungo i fianchi.
La sua respirazione era sempre più accellerata tanto che quando la sentii gemere così forte il mio corpo iniziò a chiedere di più.

Le mie mani, i miei baci si spinsero fin dove lei stesse non crebbe.

Si girò.
I miei baci si concentrarono, allora, sul suo collo. Lo adoravo.
Scesi di poco e trovai il suo seno molto più prorompente del mio.
Lo strinsi a me, forte, tra le mie mani

Alex sussultó, poi si alzò leggermente e strinse i miei fianchi a se.
Presi il suo viso tra le mani e ripresi a baciare le sue labbra.
Si aggrappó a me.
I suoi graffi erano il suo marchio su di me e io feci lo stesso con lei.

Inarcó la schiena e spinse una gamba tra le mie.
Il mio intimo era contro il suo, sedute in quell'abbraccio così stretto.

Iniziammo a muoverci, una contro l'altra.
Avvicinai la mia mano tra le sue gambe e lei fece lo stesso

Io dentro lei.
Lei dentro me.
I suoi gemiti.
I miei gemiti.

Cademmo sfinite una nelle braccia dell'altra.

"Piper..?"
"Dimmi Alex.."
"È bellissimo.."
"No, tu lo sei.."
Hai visto fuori? Nevica.."
"Alex domani dobbiamo parlare.."
"Domani.."

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