capitolo 35

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Pov Alex

La primavera era alle porte e l'aria più calda si faceva già sentire.
Era bello camminare in città.
Mi sentivo diversa, carica, più sognante.
La mia unica preoccupazione era Piper.
La sentivo a volte estremamente distante: i problemi fisici l'avevano allontanata da ciò che stavamo costruendo, non potevo biasimarla, non era semplice dover affrontare ciò che lei stava vivendo; a volte il dolore era talmente forte da non permetterle nemmeno di respirare.
Mi piacerebbe, alcune sere, farmi carico io del suo malessere; anche solo per poche ore, giusto il tempo di farla riposare serena, giusto il tempo di poterla far sognare solo cose belle.
Dormire..
Lo fa sempre meno e io con lei.
Passiamo la notte a raccontarci, proprio come quando ci siamo conosciute, quando il tempo, non bastava mai, correva veloce tra un sogno e un aneddoto.
Ora però è leggermente diverso.
Ora, così è.. a volte, terribile.
Perché?  Perché lei vuole affrontare tutto da sola e questo mi mortifica terribilmente.
La sera, quando tutto tace, quando i rumori in casa sono amplificati anche i suoi malesseri sono più forti, più evidenti.
Io la stringo a me e cerco il più possibile di darle sollievo ma a volte è davvero incontenibile.
L'amo.
Io l'amo più del mio stesso respiro, e lei lo sa.
Questo mi consola.

La via che porta all'università è bellissima. Ci si arriva salendo una montagna di scalini e passando da un vicoletto strettissimo.
La vista, da lí, però è davvero mozzafiato.
Il palazzo universitario è piuttosto antico e accanto all'ingresso c'è una terrazza che mostra una bella parte della città.
Mi piaceva.

"Dott.ssa Vause ben arrivata"
" Professore.."
"Prego si accomodi pure."
"Mi scusi se ho preso questi giorni liberi ma un'urgenza mi ha bloccata"
"Non si preoccupi,piuttosto ora  veniamo a noi, ha avuto modo di visionare i quadri? Cosa ne pensa?"
"Sono estremamente belli, naturalmente qualcuno più di altri.
Molti ragazzi hanno saputo utilizzare il colore in modo magistrale, alcuni di loro hanno utilizzato perfino il corpo per disegnare. Questo lo trovo magnifico! Ho voglia, in galleria, di stupire e questi ragazzi promettono bene"
" Sì, è vero! Ho notato anche io questo particolare..la signorina Chapman ad esempio.. ecco io vorrei che tra i ragazzi prescelti ci fosse lei dott.ssa Vause.
È una ragazza formidabile. Attenta nel suo lavoro, molto promettente."
"Professore Smith non posso che assecondare la sua volontà. Quella ragazza mi ha colpito"
"Bene, allora siamo d'accordo. I rimanenti quattro ragazzi? "
"Io ho una rosa di altri dieci nomi. Possiamo valutare assieme e scegliere"

Passammo la mattinata a visionare i lavori dei ragazzi fatti sia durante quelle settimane che durante l'arco dell'anno. Alla fine la scelta cadde su due ragazzi e due ragazze tra cui anche Annie.
Il suo lavoro era niente male ma a differenza degli altri forse lei doveva conquistare più sicurezza nella tecnica.

Quando indicammo i nominativi i ragazzi in aula erano in preda all'eccitazione.
Annie poi era felicissima.
Mi guardò e mi sorrise.
Pensai alla mia Piper..
Avevo bisogno di lei, dei suo occhi.
Dovevo correre da lei e comunicarle la bella notizia.

Uscii dall'università e a passo spedito andai verso la fermata della metro.
Mi sentivo strana come se qualcuno mi stesse seguendo.
Mi guardai intorno ma non riconobbi nessuno.
Non detti peso a quella sensazione così continuai il mio cammino fino a quando sentii una voce domandarmi :
"Come sta Piper?"
Una voce a me sconosciuta mi parlò. Mi girai di scatto e incontrai gli occhi di una ragazza.. quella stessa ragazza che era con Pat quella mattina dell'incidente di Piper..

"Scusa?" Le domandai con aria piuttosto seccata.
"Piacere io sono Carrie"
Mi tese la mano. Il suo sguardo era fermo, immobile.
"Alexandra Vause" , risposi a quella stretta più forte che potevo e poi continuai "a cosa devo l'onore di questo incontro?"
"Ecco volevo solo sapere come stava Piper"
"Cara ragazza, non penso siano affari tuoi, non credi?"
"Sei così scorbutica solo con me o con tutti? Perché se sei così non vedo Piper come possa stare con una come te"
"Senti, non voglio esser ulteriormente scortese anche se ne avrei moltissima voglia ma davvero, ho da fare. Arrivederci."
Le voltai le spalle e mi incamminai ma, mi girai un'ultima volta e le dissi:
"Spero tu abbia capito che né io e né Piper abbiamo piacere a conversare con te"
Continua a passo spedito verso la metro, Piper mi stava aspettando.

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