Capitolo 32

971 70 5
                                    

Avevo passato la notte in ospedale.
I dolori con il passare del tempo erano diventati sempre più fitti ed acuti.
Avevo dormito poco e la cosa mi rendeva ancora più nervosa.
Alex, era rimasta qui con me tutta la notte.. abbiamo occupato il tempo parlando di arte, musica, dei suoi progetti, dei miei ma soprattutto dei nostri progetti.
Stamani sarebbe dovuta andare in facoltà per comunicare i nominativi del progetto d'arte eppure, era qui con me.
Mi chiedo come siamo riuscite ad arrivare a così tanta complicità..
Forse il segreto sta proprio nel rispetto reciproco, nell'assenza di gelosia tra di noi.
Alex è sempre stata una donna bellissima, sensuale, affascinante, colta. Con lei era possibile parlare di tutto, era questa la sua forza.
Molto spesso in facoltà, ma anche in giro per la città ho notato occhi curiosi ed intriganti di donne ma anche di uomini incuriositi da lei.
La cosa non è che mi faceva fare i salti di gioia ma, Alex mi rassicurava,.
Ho sempre desiderato una persona che potesse darmi sicurezza, che potesse condividere con me le sue passioni, che avesse i miei stessi interessi.
Tra noi c'era una tacita libertà: ognuna poteva fare ciò che più desiderava a patto che questo non avesse ripercussioni negative sull'altra.

Mi ricordo che una volta le avevo scritto un biglietto, come del resto ero solita farlo; mi piaceva perché era un modo per dirle: "ecco ci sono, sto pensando a te, sono lì con te".

Le avevo scritto:
" vieni con me ma, non so dove, tanto non importa , non è fondamentale no ?
Possiamo andare dove vuoi perché qualunque posto è giusto purché andiamo assieme.
Non importa se piove o se c'è il sole perché tanto sarà ugualmente speciale.
Ti potrai, se vorrai , ripararti sotto le mie braccia o persino tra i miei capelli "di Medusa" , ma sappi ancora che il mio sguardo ti proteggerà da ogni cosa.
Vorrei poter trovare con te, il posto giusto, dove rimanere legati alle cose belle, dove si ha sempre tanto tempo da poter spendere per osservare cose nuove e sentire sempre di più.
Vorrei portarti nelle sere d'agosto in riva al mare, quando la luna illumina i tuoi occhi e le stelle brillano sui nostri volti.
Vorrei portarti tra gli alberi e farti ascoltare la loro musica silenziosa, fatta di foglie e di lucciole.
Vieni con me, sempre e per sempre.
Vieni con me, nei giorni luminosi ma anche in quelli più cupi.
Vieni con me nei miei sogni e falli tuoi."

Me lo ricordo ancora quel momento. Quando tornó a casa con il biglietto tra le mani, i suoi occhi brillavano. Ecco.. come potevo essere gelosa di chi mi donava quegli sguardi così spumeggianti e sinceri?

Nella mia vita non é stato sempre così.
In passato ho vissuto il contrario.
Mi sentivo costantemente la terra tremare sotto i miei piedi, ero sempre in costante prova.

Mi ero lasciata plagiare, le ero rimasta accanto.
Ma quanto si può essere sciocchi e stolti ?
Come si può permettere ad una persona di annientare la propria personalità, il proprio mondo, i propri desideri?
Come si può giocare ad un gioco così puerile?
Sono stata una stupida, lo ammetto, e ora una delle mie più grandi preoccupazioni era cercare di parlare il prima possibile con Alex dell'incontro avvenuto con Carrie ma, non volevo avvenisse qui in ospedale; avevo bisogno della nostra casa, della nostra camera, dei nostri spazi; avevo bisogno di quello che era "nostro".

I pensieri furono disturbati dall'arrivo dell'infermiere.
Dovevo fare altre visite di rito e poi sarei potuta tornare finalmente a casa.

"Piper ti aspetto qui, stai tranquilla; preparo le tue cose così poi possiamo andare a casa.
Andrà tutto bene vedrai"

"Non vedo l'ora Alex"

Strinse la sua mano nella mia , fortissimo. Mi piaceva quando lo faceva, mi faceva sentire amata, desiderata.

Il corridoio di quell'ospedale era tremendamente freddo e triste, del resto come tutti gli ospedali.
Ho sempre avuto il terrore di entrarci e ora mi ritrovavo lì.
Il dottore mi accolse nel suo studio con un sorriso smagliante, peccato che io non riuscii a rispondere allo stesso modo.
Il dolore mi stava mangiando dentro.

"Bene signorina Chapman vediamo un po' cosa abbiamo qui"
Prese in mano le mie radiografie, le scrutó con estrema attenzione, come se stesse osservando la fotografia di un paesaggio mozzafiato, eppure..era solo la mia schiena.. bella per carità ma, in questo momento sottosopra.

"Signorina voglio essere sincero con lei, il colpo che ha preso ha provocato un danno che proveremo, con il tempo, a migliorare.
Certamente saranno dei mesi difficili perché dovrà stare a riposo, per alcuni mesi , e dovrà rimanere ferma in modo da far calcificare il tutto.
Solo successivamente si dovrà sottoporre a della riabilitazione e ripeto, non sarà facile ma nemmeno impossibile.
Dovrà avere molta forza di volontà e molta pazienza".

Non riuscii a dir nulla se non annuire a quelle parole.
Tornai in camera e il sorriso molto più solare di Alex mi accolse.

"Non dirmi nulla Piper, so già tutto. Stai tranquilla, affronteremo anche questo.
Ora andiamo, forza la nostra casa ci aspetta"

Mi persi nel suo abbraccio.
Era molto dolce e delicato.
Sapevo che d'ora in poi, ogni tipo di forza con me doveva essere dosata, ogni gesto, seppur minimo, poteva danneggiarmi.

Salii in macchina con gran fatica, erao un fascio di nervi.
Alex guidò verso casa.
Restammo in silenzio come se entrambe non volessimo rovinare quel momento di quiete che si era creato.
Mi lasciai trasportare dalla musica che lieve risuonava nell'abitacolo:
"Empty" dei Cranberries.

"Siamo arrivate"
"Si"
"Ti aiuto a scendere?"
"No, ce la faccio da sola; non sono poi così moribonda"

Invece, lo ero.
Le scariche elettriche che sentivo ad ogni movimento erano terribili.
"Siamo finalmente a casa Alex"
"Si è vero"
"Vorrei solo far una doccia calda"
"Certo prenditi tutto il tempo necessario, io resto qui ad aspettarti.
Non sforzarti troppo però, stai attenta"

Non risposi.
La guardai soltanto.

Rimasi sotto la doccia a lungo cercando di scaricare tutta la tensione accumulata in queste ore.
Ne sentivo il bisogno, ne avevo troppo bisogno.
Mi sentivo così fragile eppure, non potevo cedere, non ora; non volevo farmi vedere così, non volevo mostrare la mia paura.

A fatica mi misi l'accappatoio e raggiunsi Alex in sala .
Era seduta sul divano e stava sorseggiando un bicchiere di vino bianco .
Si accorse della mia presenza

"Vieni qui , siediti vicino a me"
"Sì"
"Come ti senti Piper?"
" Ora rigenerata"
"Benissimo, ci voleva. Se vuoi possiamo andare in camera, magari vuoi distenderti. "
"Alex, so che sei preoccupata per me ma, davvero, non trattarmi come una bambina"
"Non lo faccio. Vorrei solo esserti utile"
"Tesoro mio, tu non solo sei utile ma, sei un supporto importantissimo per me, sei fondamentale.
Senza te mi sentirei a metà e lo sai. Cerchiamo di affrontare tutto con tranquillità"
" Piper..perché ieri c'era Carrie con te?"
" Alex.."
" No dobbiamo parlarne.."
"Ascolta, stavo facendo un giro quando sono entrata nel bar da Pat . Bevevo un caffè quando mi si è avvicinata lei. Ha insistito affinché potesse sedersi e parlarmi ma io le ho detto che non poteva.
Lei l'ha fatto ugualmente: è sempre stata testarda.
Voleva parlarmi del passato ma, io le ho detto semplicemente che doveva pensarci prima a noi, che il nostro tempo era ormai passato.
Le ho detto come mi sono sentita dopo il suo allontanamento improvviso e anche come mi sento ora, grazie a te.
Le ho detto che non doveva più intromettersi nella mia vita.
Ha cercato di spiegarmi le sue ragioni ma io mi sono alzata , ho pagato il caffè e sono uscita.
Volevo inviarti un messaggio così ho preso il telefono dalla tasca e ... il resto lo conosci già.."
"Piper"
"Dimmi Alex"
"Ti voglio bene"
"Io di più".

Il nostro tempo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora