Capitolo 46

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Pov Alex

Avevo acconsentito ad accompagnare Piper a quell'incontro anche se, io mai e poi mai ci sarei andata.
Quando decido di chiudere una relazione, la chiudo definitivamente, non lascio dubbi, porte aperte, spiragli; non amo ritornare sui miei passi. Mai.
Trovavo che tutta questa storia fosse una vera e propria follia e infatti così si era palesata nel corso del tempo.
Ritrovarmi non solo davanti ad una folle farneticante ma, essere stata messa sotto tiro, no, questa era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Mi sentii una perfetta stupida e questo perché a Piper non bastava la nostra relazione, no, lei deve essere sempre brava e buona con tutti, deve dare sempre giustificazioni.
Non lo sopportavo questo atteggiamento.

Dopo le visite di rito, da parte della polizia e degli infermieri, l'unica cosa che sognavo era tornare a casa, tra le mie quattro mura, al riparo.
Chiesi a Piper di portarmi via da lì e lei senza batter ciglio lo fece il prima possibile.
Lo vedevo il suo dolore, lo vedevo bene ma, non riuscivo a gestire la mia paura, il mio senso di frustrazione.
Non riuscivo a perdonarla perché aveva messo in subbuglio la sua vita, la mia, la nostra.

Una volta a casa mi chiusi in bagno, mi tolsi i vestiti e rimasi nuda davanti allo specchio.
Nuda, non solo fisicamente ma anche mentalmente.
Feci scorrere l'acqua della doccia fino a quando il getto bollente non iniziò a bruciare la mia pelle.

Volevo sentire il dolore sulla pelle e non solo nell'anima. Volevo fare in modo che, i pensieri andassero via, volevo cancellare la paura provata.
E se quei il colpi ci avessero colpito?
E se avessero colpito solo lei?
Se avessero colpito solo me?
Cosa sarebbe capitato?

Io non ero arrabbiata con Piper, ero solo in crisi e questo non riuscivo a spiegarlo, non riuscivo a gestirlo.
Avevo bisogno di tranquillità, avevo bisogno di non rivivere le stesse vicende del passato.
Già il mio passato..
Avevo omesso dei particolari al Piper in questi mesi.
Se le avessi spiegato le paure provate, forse ora, lei avrebbe capito il mio stato d'animo.

Sin da bambina avevo subito angherie da parte di ragazzi del mio quartiere.. continue, ingiustificate.
Non era un bel quartiere il mio, anzi..tutt'altro.
Sono cresciuta con la paura di fare qualcosa di sbagliato e di subirne quindi le conseguenze.
Può sembrare sciocco ma, mi è rimasto questo brutto tarlo dentro.
Odiavo soffrire, veder soffrire, non sopportavo le lacrime, il dolore lo allontanavo perché non sapevo gestirlo.
E ora?
Ora dovevo fare qualcosa perché mi sentivo impotente.
Per un attimo pensai alla mia vita e al fatto che avrei potuto perdere tutto in un attimo.
È vero ho pensato a me, solo a me, sono una vigliacca, una terribile vigliacca e lo so.
Mi sentivo intrappolata e chi muoveva questi pensieri era la paura, solo la paura.
In cuor mio sapevo che Piper era triste tanto quanto me ma, non sapevo come dovevo fare e cosa dovevo fare.

Mi sdraiai sul letto e pensai a Parigi, al lavoro, pensai di partire, che quello forse era un modo per distrarmi.
Dovevo partire, dovevo prendere in mano quel che restava di me.

Rimasi rannicchiata nel letto in posizione fetale, come se fossi ancora una bambina. Questo era il mio modo di raccogliere i pezzi della mia anima per cercare di ricomporli.

Quando Piper entrò in stanza la mia testa e il mio cuore scoppiarono.
L'attirai a me.
Volevo il suo respiro nel mio, volevo le sue mani, volevo sentirmi amata e in questo Piper non si era mai risparmiata.

Io l'amavo tanto quanto lei ma ora non riuscivo più a dimostrarglielo.
I suoi occhi erano così innocenti e pieni di sensi di colpa.

Una parte di me era estremamente arrabbiata con lei e questo perché lei con la sua idea aveva messo a repentaglio tutto quello che nel corso dei mesi avevamo costruito: i nostri sogni, le nostre speranze, i nostri desideri.
Ero arrabbiata sì, molto ma, le volevo bene.

"Piper fai l'amore con me ora"

Quando pronuncia in quelle parole vidi il suo viso cambiare completamente espressione.
I suoi occhi si illuminarono.
"Ho bisogno di sentirmi tua"
"Alex e io ho bisogno di te"
Era bello far l'amore con lei.
Le sue mani sapevano come muoversi, dove andare, sapeva rendermi felice, era attenta e paziente.

Avevamo fatto l'amore.
Eravamo sfinite l'una nelle braccia dell'altra.
"Alex ,sei così bella"
"Anche tu lo sei"

Mi misi a piangere.
n quel momento sentivo dentro una spinta enorme, la paura vissuta si era mischiata a uno degli orgasmi ricevuti da Piper, il brutto e il bello assieme.
Mi sentivo morire.
In cuor mio volevo continuare come se niente fosse successo e invece non ci riuscivo.
Piper mi abbracciò cercando di infondermi coraggio.
Ci addormentammo così e io ero persa nel suo abbraccio.

Al mattino la ritrovai seduta sulla sedia, accanto alla finestra.
Non aveva dormito e si vedeva.
Era distrutta e io non feci altro che darle il colpo di grazia.

" Senti Piper io oggi parto"
"Parti? Scherzi? E dove vai?"
"A Parigi "
"Ottimo, fai buon viaggio dott.ssa Vause"

I suoi occhi buttavano fuoco.
Non l'avevo mai vista così arrabbiata.
Non riuscivo a muovermi, rimasi come pietrificata accanto al letto mentre lei prendeva i suoi vestiti.

Sentii sbattere forte la porta e poi il suono del motore della sua auto sempre più lontano.
Era andata via.
Via.
Avevo sbagliato ancora una volta.

POV Piper

Volevo scappare, andare via lontano, il più lontano possibile.
La cosa che mi faceva più male era aver fatto l'amore con lei la sera prima, come se avesse voluto un regalo..
Ma io cos'ero? Un dono da scartare? Un dono da mostrare?
Mi sentivo un burattino.
Mai prima d'ora mi ero sentita così. Ero furiosa.
In mente non facevo altro che ripetere:" preferisco scegliere, preferisco andarmene"
Sola.
Ecco cosa volevo.
Restare sola.

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