Capitolo 54

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Ho sempre pensato a come sarebbe stata la mia vita da adulta; cosa avrei fatto, dove avrei vissuto, cosa avrebbe riempito le mie giornate, chi avrei avuto al mio fianco.
Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato condividere le gioie, condividere i dolori, condividere la vita, condividere l'amore..
Condividere..
Forse uno dei verbi più importanti, quello che racchiude l'essenza stessa dell'amore.

Ho sempre pensato di non essere una persona "formidabile", una di quelle di cui non puoi farne a meno, una di quelle sempre ricercate dagli altri.
Sono sempre stata, una ragazza a cui piaceva star nell'ombra, sempre nel gruppo ma in disparte, non mi piace e non mi è mai piaciuto star al centro del gioco, al contrario credo che dagli angoli la prospettiva sia estremamente migliore perché si riesce a dar una forma a tutto e si riesce ad avere una visione del tutto maggiore, più completa.

Ho sempre desiderato qualcuno che accettasse i miei sbalzi d'umore
i miei stupidi e incoerenti attacchi d'ira, qualcuno che potesse starmi vicino nei momenti di felicità assoluta, quella felicità che, a volte, è talmente tanto grande da riuscire a coinvolgere chi mi sta accanto e donargliela.

Ho sempre desiderato avere accanto una persona a cui poter parlare delle mie passioni e che avrebbe potuto leggere le mie frasi brevi, i sorrisi, le prese in giro; persona che avrebbe potuto e voluto condividere le notti ad ascoltare il silenzio di una stanza, il rumore della pioggia o del mare o ancora il suono di una melodia passata.
Qualcuna che potesse, per una volta distrarmi dai libri e dallo studio, qualcuna che non scappi quando le cose si fanno difficili, qualcuna che sappia restare, sempre, nonostante tutto..accanto.

Chissà come sarebbe, mi chiedevo, sentire quel qualcuno che mi avrebbe vista incazzata, vulnerabile, senza trucco ai piedi del letto, che faccia avrebbe avuto nel vedermi aggiustare le cose, anche se spesso incapace, ma con il sogno di volerci riuscire comunque disperatamente lo stesso, perché la testardaggine è il mio potere, è ciò che mi ha fatto ottenere ciò che ho ora tra le mani e nella testa.

L'unica cosa che ho sempre voluto è desiderare qualcuno che potesse rispettare la mia fragilità e che potesse non trattarla come una malattia, che potesse far attenzione sempre a non calpestarmi, che potesse farmi ridere quando la tristezza sarebbe entrata nel mio cuore..
Mi ripetevo, come un karma, in quelle sere in cui ero sola, in quelle sere in cui Alex era andata via, in quelle sere passate alla finestra a cercar qualcosa di cui non conoscevo nemmeno il nome , che dovevo stare con qualcuno che sapesse accettare la mia personalità, che sapesse accettare ciò che sono veramente, che non se ne potesse spaventare, che non volesse ridimensionare i miei sbagli e soprattutto che non avesse paura a guardarmi dentro e poi di guardarsi dentro, che potesse sognare con i miei stessi sogni mischiati con i suoi, che potesse dormire stretta a me donandomi il suo stesso respiro.

Stare con qualcuno deve permetterti di sentirsi meno sola e meno incompleta, non spezzata.

Guardavo Alex.
Era nuda, lo eravamo in realtà entrambe, in quello che era stato il nostro letto per tanto tempo.
Non avevo sfiorato la sua pelle da oltre un mese..mi era mancata..
Toccare, ora, la sua schiena, le sue braccia, le sue gambe, i suoi fianchi non avevano fatto altro che provocarmi sensazioni contrastanti.
Se da un lato mi sentivo felicissima perché finalmente era tornata, finalmente era con me, finalmente avevo i suoi occhi da poter osservare e in cui potermi perdere; dall'altro avevo una paura folle che avrebbe potuto lasciarmi, che sarei potuta nuovamente rimanere sola e sapevo che, se mai questo fosse successo mi avrebbe devastata completamente.
Ma ora lei era lì, era accanto a me..dovevo scacciar via i pensieri negativi..

Sentii Alex muoversi nel letto, si stava svegliando.
"Buongiorno"
Aveva pronunciato quelle parole dopo avermi osservata e mentre le sue labbra disegnavano un sorriso perfetto.

"Sono felice tu sia qui, sono felice tu sia tornata"

"Qui, ho lasciato il mio cuore Piper, non potevo non tornare ma.."

"Ma cosa?? Cosa c'è?? Per favore parlami perché i tuoi silenzi io non li voglio più, perché non so gestirli e non so più gestire me"
Mi ero agitata. Ero lì seduta sul letto incurante della mia nudità. Le mie mani iniziarono ad agitarsi ed incominciai, quindi, a sfregarle una contro l'altra.

"Piper sono stata una stupida, ho sbagliato ad andar via.
Non avrei mai dovuto agire così scioccamente.
In cuor mio sapevo di sbagliare, sapevo di farti male ma, non sono riuscita ad allontanare la paura provata. Avrei dovuto affrontare la cosa con te e invece, codardamente sono fuggita.
Non sai quante volte il pensiero di te mi ha accompagnato nelle giornate parigine, non sai quante volte il tarlo della gelosia ha scavato la mia anima.
Sono qui per chiederti scusa e per cercare di costruire da dove avevamo lasciato o meglio da dove avevo lasciato.
So come sei fatta..so che questo mio comportamento ti ha ferito, so anche che non sarà facile riconquistare la tua fiducia ma voglio davvero rimediare"

"Quando sei andata via, quando non mi hai fermata, ho sentito la terra franare sotto i piedi.
Avrei preferito un pugno in pieno viso piuttosto che il tuo silenzio.
Ho maledetto ogni giorno gli attimi passati assieme perché avevano scalfito la mia anima, perché inevitabilmente mi portavano a far un paragone con il tempo presente.
Non andar più via, non farlo più; se la paura entrerà a far parte di te, se non sarò più abbastanza..non scappare così come hai fatto ma parlarmi..
Magari avremmo potuto evitare tutto questo cercando una soluzione assieme.
So che non è stato un bel periodo ma non lo è stato nemmeno per me.."

Le parlavo e cercavo di infonderle il mio stato d'animo.
Cercavo, nel limite del possibile, di farle capire che lei era davvero importante per me.
Lei annuì come se avesse capito cosa avessi sentito.

"Non si ripeterà più Piper, promesso"

Si avvicinò a me fino a intrecciare le sue gambe nelle mie.
I suoi baci erano talmente morbidi da non permettermi di ragionare.
Salì su di me e lentamente iniziò a dondolare sul mio corpo, deliziato da quel contatto così gentile ma allo stesso tempo sensuale ed eccitante.
Poggió le sue mani accanto al cuscino e con una lieve pressione si alzò tanto da riuscire a guardarla.
Il suo ventre contro il mio continuava a muoversi; erano movimentati lenti ma diretti.

"Sei il mio tesoro Piper"
"E tu il mio"

La sua mano si spostò sul mio corpo cercando riparo sicuro dapprima sul mio seno, per poi spostarsi tra le mie gambe.

I suoi respiri erano sempre più accellerati; i miei seguivano a ruota i suoi colpi..
Sempre più in sintonia, sempre più determinati.
La sentivo dentro di me.
Una carezza leggera che si celava dietro a un desiderio passionale e sensuale.
La sua bocca sempre più ingorda si mosse dalle mie labbra al mio collo, dal mio seno fino a terminare ciò che la sua mano aveva incominciato.

Mi aggrappai a lei, alla sua schiena sprofondando le mie unghie nella sua pelle liscia e candida.

Io ero sua.
Lei era mia.

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