Capitolo 14

1.5K 85 12
                                    

Gli amici sono una parte importantissima nella vita di ciascuno di noi. Loro ci aiutano a superare i momenti difficili, ma soprattutto, ci danno l'opportunità, osservandoci di nascosto, di rinchiuderci in noi stessi per cercare di rimediare ai danni fatti o subiti.

Annie era stata un'amica importantissima per me infatti, spesso nel corso della mia vita mi era capitato di "cadere" ( a volte per poco altre invece per più tempo), e durante questi momenti lei era sempre al mio fianco, come del resto in quest'ultima settimana.

- "Piper è successo ma, non puoi ora continuare a pensarci.."

- "Sì, lo so ma,  perché non ha voluto darmi spiegazioni?"

- "Forse perché non esistono delle spiegazioni, non credi??"

- "Annie, io non voglio rivivere il passato. Io voglio che, tutto sia 'Futuro' . Troppe volte ho dovuto accudire la mia anima e il mio cuore ferito, troppe.. Io vorrei, ora, poter ridere, vorrei poter dire al mio cuore di non preoccuparsi perché tutto é tranquillo, che tutto è apposto e che non soffrirà piu."

- "Ma parli di Alex?"

- "No, parlo in generale ora.
Vorrei, per una volta, chiudere i miei occhi, poggiare il mio cuore sul comodino e vivere incurante di ciò che possa accadere la mia vita.
Credo di aver sbagliato con Alex, credo di aver esagerato.. in fondo ciò che è capitato è stato un errore o forse al contrario, è stato un importantissimo punto d'inizio.
Io ora non posso dirlo.
Sarà il tempo a darmi le risposte. Voglio poter pensare che le cose belle, anche se difficili, possono capitare.
Io voglio essere fiduciosa."

Annie mi abbracciava e io sorridevo, nuovamente.
Avevo bisogno di lei perché riusciva a farmi ragionare, riusciva a tirarmi fuori tutto ciò che avevo dentro di me. Se avessi avuto un pennello e dei colori in mano credo che avrei potuto dipingere ogni cosa di blu.
Blu come il mio mare perennemente in movimento e perennemente in contrasto: illuminato e scoperto dal sole e corteggiato e protetto dalla luna.
Io mi sentivo allo stesso modo: scoperta e illuminata, corteggiata e protetta. Sognavo ad occhi aperti una tranquillità maggiore ma nel frattempo cadevo ed inciampavo ma, per fortuna, trovavo sempre il coraggio di ricominciare. Volevo continuare ad amare proprio come un mare in tempesta le cui onde, si accavallano e si infrangono su ciò che si mette in mezzo ma continuano imperterrite ad andare avanti, a proseguire il loro cammino.
__________________

Pov Alex

Parigi è sicuramente una delle città più belle del mondo e non lo dico perché è la città in cui vivo, ma perché credo di esser riuscita a vedere in essa il suo vero significato.
La spensieratezza dei ragazzi che pattinano, facendo acrobazie, davanti a Notre Dame o di quelli che brindano sorridenti accanto alle rive della Senna, i paesaggi senza tempo del Île de la cité, per non parlare poi del fascino di Montmartre e dei suoi artisti immortali tra cui Pisarro, Toulouse-Lautrec,Steinlen,Van Gogh, Modigliani, Picasso e Maurice Utrillo.

Proprio lí ho deciso cosa volevo fare nella mia vita.
La mia infanzia non era stata bellissima anzi, ho dovuto lottare fin da bambina stringere i denti e andare avanti nonostante tutto.
Molte volte avrei voluto un abbraccio, un sorriso.
Molte volte avrei voluto il calore di una vera famiglia.
Quello che avevo avuto era invece, solo ed esclusivamente, una vita a metà, da vivere ed accettare.
La mia casa non era, come quella delle mie compagne di scuola, sempre perfetta e ordinata; no, io avevo dovuto fare i conti con un padre sparito nel nulla e una madre che aveva cercato di far mille lavori per riuscire poi a guadagnare sempre pochissimo.
I soldi... come se fossero davvero importanti.
Con loro posso comprare solo le cose materiali ma la felicità...la felicità..quella no.
La felicità bisogna conquistarla con impegno e sudore, con fatica e abnegazione.

Una domenica mattina mi ritrovai nel quartiere di Montmartre. Rimasi affascinata da questi artisti , dal loro modo di impugnare la matita, il carboncino, il pennello. Riuscivano a rappresentare la realtà e a volte a cambiarla.
Ecco, questo è ciò che mi ha affascinato dell'arte: con la sola volontà si può modificare il paesaggio, il soggetto, la prospettiva.. tutto poteva diventare il contrario di tutto.

Quella mattina, avevo circa diciotto anni, la mia attenzione fu catturata da un'immagine che mi rimase impressa nella mente.
Vagavo per la città quando presi la funicolare e mi ritrovai ben presto nella Place du Tertre.
La musica nelle cuffiette suonava: "Precious" dei Sneker Pimps.

"...Precious, i feel
Precious and so afraid..."

Tra i tanti artisti fermi lì , uno mi colpì particolarmente. Era un uomo di all'incirca settant'anni. Occhiali sul naso e la pipa tra le labbra.
Le sue mani erano stanche e consumate dal tempo trascorso e guardandole sembrava che potessero esprimere e trasmettere tutto quello che avevano disegnato e visto nel corso degli anni.
I suoi occhi, nascosti da grandi occhiali però, erano luminosissimi; di un blu intenso che mai prima ero riuscita a scovare. Lui era intento a disegnare, colorare, tratteggiare, correggere qualcosa su un foglio.
Incuriosita mi avvicinai ancora di più.
Nel mentre allungavo il collo per guardare sentii:

- "Una tempesta perfetta" mi disse alzando gli occhi dal foglio e puntandomeli addosso.

- "Mi scusi, io non volevo disturbarla"

- " Cara ragazza, la sua curiosità non
disturba e sa per quale motivo?
Perché lei non è come tutti gli altri finti curiosi che vengono qui convinti di trovare la 'meraviglia'.
I tuoi occhi non hanno voglia solo di vedere ma di catturare e capire . Faccia tesoro di quel che raccoglie, nel corso della sua vita.
Cerca, proprio come il mare, di imprigionare i desideri, i messaggi, le emozioni che gli altri esprimono; raccoglili e poi mostrali a tutti in modo da arricchire anche le anime di quei poveri stolti che non capiscono o che fanno finta di non capire.
Cerca di comprendere anche quello che ti spaventa e fallo emergere con suoni e colori."

Rimasi sconcertata da quelle parole . Come poteva un uomo che nemmeno conoscevo , che non sapeva nulla di me , dirmi quelle cose?

Con il tempo capii che quell'uomo aveva ragione.
Passarono gli anni e non dimenticai quell'incontro e quelle parole.
Imparai ad osservare e a raccogliere ciò che mi stupiva, e a farne tesoro.
La pittura mi aveva aiutata a tirare fuori il bello, ma anche il brutto, che c'era in me e che per tanti anni lasciai nascosto, nei meandri della mia anima.
La vera svolta avvenne poco dopo l'università .
Entrai a far parte di una galleria d'arte, una delle gallerie d'arte più importanti di Parigi che aveva la sua sede proprio nelle vicinanze della Tour Eiffel. Entrai dapprima come tirocinante e dopo quasi quindici anni divenni il direttore

Tutti quelli che vengono qui nella mia galleria la M&C devono stupirsi ma soprattutto devono stupire.

Il nostro tempo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora