Era quasi l'alba.
Mi svegliai presto quella mattina, da lì a poche ore saremmo partite.
Boston era distante all'incirca 300km.. un paio d'ore e l'avremmo raggiunta.
Mi piaceva guidare, spingere l'acceleratore e osservare il paesaggio che cambiava chilometro dopo chilometro.
Mi alzai molto lentamente dal letto, non volevo svegliare Alex, dormiva così beatamente, così cercai di far il più piano possibile.
Raggiunsi la cucina e mi fermai a bere un bicchiere d'acqua.
Il silenzio regnava in casa e anche fuori, il quartiere era completamente avvolto nella tranquillità.
Mi sentivo agitata, avevo riposato male; Alex più volte mi aveva abbracciata nella speranza di bloccare il mio continuo moto ma senza riuscirci, i suoi sforzi furono vani.
Il viaggio, che avremmo fatto di lì a poco, sarebbe stato un'incognita ma, la cosa che mi rendeva più ansiosa era l'incontro con i miei; avrei dovuto parlargli della partenza ma soprattutto spiegar loro il problema che avevo avuto con Carrie..
Non era tanto il racconto che mi destabilizzava ma lo stato d'animo che aveva generato sia in me che in Alex; ricordare, rimettere nuovamente in moto quelle sensazioni, quelle emozioni, non sapevo come mi avrebbero fatto sentire.
Per colpa di Carrie il rapporto tra me e Alex aveva subito uno forte scossone.
Avevamo sofferto tantissimo entrambe e ora, per fortuna, stavamo raccogliendo i pezzi provocati da quell'angoscia, per rimetterli in sesto.Ritornai in camera e mi misi a sedere sulla poltrona accanto al letto.
Avevo un po' di freddo così mi coprii con un plaid per trovar più sollievo.
Guardai fuori dalla finestra, era quasi l'alba e il cielo stava modificando le sue forme.
La luce pian piano, con il passar dei minuti illuminava il paesaggio di quella parte di città un po' più periferica ma pur sempre interessante.
L'albero che avevo di fronte, ad ogni minuto che passava, acquistava bellezza, perché sempre più irradiato dal sole.
Mi piaceva osservare queste magie perché, mi piaceva perdermici.
Anche da bambina giocavo con i riflessi anche se in modo diverso: ad occhi chiusi, sull'altalena giocavo a chiuder gli occhi, ed erano talmente tanto serrati che nel movimento ondulatorio vedevo un caleidoscopio di colori.
I ricordi..da sempre una parte importante di me..Vidi Alex muoversi nel letto, allungò la mano per cercarmi e si alzò di scatto.
Si mise seduta sul letto, aprì gli occhi e mi disse:
"Pip, tesoro ma cosa ci fai lì?"
"Scusami, non riuscivo a dormire e non volevo svegliarti, così mi son messa qui ad aspettare il tuo risveglio"
"Per favore vieni a letto.."Misi da parte il plaid e mi sdraiai al suo fianco.
"Non farlo mai più, ma soprattutto non ora.."
"Cosa ho fatto?"
"Lasciarmi così, sola a letto. Ho allungato la mano e non ti ho trovata, mi è sembrato di tornare al mese scorso. Sai quante volte, in quei lunghissimi giorni, ti ho cercata? Sai quante volte ho immaginato il tuo profumo, i tuoi capelli, le tue gambe, le tue mani; sai quante volte ho sperato tu fossi qui con me ma, in realtà non c'eri, non c'eri mai..""Mi dispiace, non era mia intenzione riaprire vecchie ferite; scusami"
"Non devi scusarti, ma per favore non lasciarmi sola ancora una volta"
"È l'ultima cosa che voglio.. mi sei mancata anche tu, in modo abissale; anche io come te, un altro allontanamento, non riuscirei a supportarlo"
Alex mi abbracciò stretta a lei.
Affondai la testa tra l'incavo del suo collo mentre le sue mani accarezzavano la mia schiena e le mie braccia.
Era bellissime le sue carezze perché erano prive di malizia, non questa volta, erano purissime.
Tra le sue braccia, in quel modo, mi sentivo a casa.
Restammo così fino a quando la luce non illuminò definitivamente la stanza."Forza Pip, alza il tuo bel corpicino così andiamo a far colazione, ci aspetta un viaggio da fare"
"Vuoi davvero andare?"
"Certo, che mi fa piacere, è la tua famiglia, una parte di te.."
"Ma stasera torniamo vero?"
" Certo, se vuoi torniamo altrimenti, in caso contrario, possiamo rimaner lì"
"Dai ci penseremo dopo.."
Le baciai dolcemente le labbra, e lei rispose al mio gesto con altrettanta dolcezza.
Mi sorrise per poi dirigersi verso la cucina.
Io al contrario feci una doccia veloce e indossai dei vestiti comodi. Per poi raggiungere Alex."Sei già pronta?"
"Si, così nel mentre metto in ordine qui tu puoi prepararti"
"Woow come sei organizzata Champan!!"
"Invece di far la sciocca vai a prepararti altrimenti rischiamo di partir in ritardo"
"Agli ordini!!! "
Mi prendeva sempre in giro ma quando dovevo viaggiare diventavo una sorta di robot.
Tutto doveva esser in ordine.Entrammo in macchina, feci un bel respiro e accesi il motore.
I chilometri correvano veloci uno dopo l'altro, Alex dopo aver collegato il suo ipod allo stereo dell'auto iniziò a canticchiare le melodie che aveva scelto.. era buffa perché si impegnava a tener la tonalità anche se, in verità non era poi così tanto intonata..
Mi piaceva la sua vitalità."Allora Pilota vorresti ascoltar qualcosa in particolare??"
"E da quando sarei un pilota??"
"Da quando spingi quest'auto a queste velocità !"
Non mi ero resa conto di aver superato, seppur di poco il limite di velocità ma non volevo lasciar l'ultima parola ad Alex così le dissi:
"Ragazzina con me puoi star al sicuro..è tutto sotto controllo!! "
"Vai piano piccola, non dobbiamo correre.."
Il suo tono era così calmo..difficilmente in questi mesi l'avevo vista nervosa..Il mio tesoro..
Strinsi la sua mano e la portai sulla mia gamba."Rallento tranquilla ma, tu, accarezzami piano"
"..tutte le volte che vuoi piccola.."La musica risuonava nell'abitacolo, Alex continuava a canticchiare le canzoni di uno dei suoi gruppi preferiti. Erano passate quasi due ore dalla partenza, presto saremmo arrivate a casa dei miei, ero un po' stanca ma.cercavo di stringere i denti.
"Piper posso chiederti una cosa?"
"Ma che domanda è? Certo che puoi"
"Ma promettimi che sarai sincera"
"Alex ma che ti prende..io sono sempre sincera con te. Odio le bugie..dovresti conoscermi.."
"Sei mai stata arrabbiata con me?"
"Arrabbiata?"
"Si, arrabbiata.."
"Io non sono mai stata arrabbiata con te.
Io in te, in noi c'ho sempre creduto, io ti ho sempre guardata come si guarda la cosa più bella in circolazione e non ho mai smesso di farlo, mai, neppure adesso; io non sono mai stata arrabbiata con te nonostante tu sia stata egoista, masochista verso il nostro rapporto, e perfino superficiale per alcuni versi.
Io non mi sono arrabbiata con te per non avermi inseguito quando sono scappata via, per non avermi preso per un braccio da dietro e non avermi detto 'resta qui con me, ti prego', per non avermi stretta a te, baciata; io non mi sono mai arrabbiata con te per le notti che non ho dormito e che ho usato per pensarti, perché non sei stata attenta al mio dolore, perché non mi hai saputo capire e perché non mi hai fatto capire il tuo stato d'animo, io non sono mai stata arrabbiata con te per il fatto che tutto quanto è stato come un'enorme incubo, un enorme e gigantesco errore.. io semmai sono stata arrabbiata con me semplicemente perché non sono riuscita a farti capire quanto ci tenevo te, quanto eri importante per me..tutto qui..""Mi dispiace, sono stata una sciocca, una terribile sciocca..
Non ho pensato a nulla se non a me.
Farei ogni cosa per tornare indietro, davvero, ogni cosa.""Ma non è necessario Alex, non più.
È tutto risolto.
La cosa importante è che siamo qui, ora, assieme; tutto il resto non conta".Accostai l'auto, Alex si avvicinò a me, prese il mio viso tra le mani e lo baciò dolcemente.
"Forza Pip rimettiamoci in viaggio manca meno di mezz'ora"
"Parto subito!"
STAI LEGGENDO
Il nostro tempo
FanfictionUna giovane Piper Chapman all'ultimo anno di università.. Alex Vause un'attraente docente e direttore della M&C una importante galleria d'arte parigina.. Punto focale l'arte nelle sue molteplici forme e colori. Due donne. Un unico destino. L'amore. ...