Capitolo 47

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Volevo scappare, andare via lontano, il più lontano possibile.
La cosa che mi faceva più male era aver fatto l'amore con lei la sera prima, come se avesse voluto un regalo..
Ma io cos'ero? Un dono da scartare? Un dono da mostrare?
Mi sentivo un burattino.
Mai prima d'ora mi ero sentita così. Ero furiosa.
In mente non facevo altro che ripetere:" preferisco scegliere, preferisco andarmene"
Sola.
Ecco cosa volevo.
Restare sola.

E così feci.
Spinsi il motore dell'auto al massimo.
Sfrecciai lungo i viali alberati che tanto ci piaceva osservare e in cui era bellissimo soffermarsi.
Cercai di non pensare, cercare di abbandonare ogni idea.
Dovevo liberarmi di tutto..delle sue mani, dei suoi sorrisi, dei suoi abbracci che tanto mi piacevano e in cui mi piaceva tanto lasciarmi cullare.
Lei era la parte di me che mi piaceva di più ma avevo sbagliato., e ora ne ero sicura per cui al diavolo lei, al diavolo i suoi discorsi, al diavolo le sue paure.
Mi aveva messo da parte? Bene, ora mi facevo davvero da parte.

Avrei fatto qualsiasi cosa per lei, per il suo amore, per poter renderla felice ma non era bastato.
L'avrei aspettata, avrei aspettato che fosse pronta, che la paura fosse passata e invece invece ora è tutto il contrario.

Mi chiedo cosa stia facendo ora mentre io la penso, mentre me ne sto qui a buttare al vento pensieri e parole.

Tutto ciò mi fa paura, mi fa uno strano effetto perché dentro di me si insidia una rabbia enorme, rabbia pronta ad esplodere come una bomba ad orologeria, ma anche, un'enorme pazienza, pazienza dettata dal desiderio di amare, di essere amata ma soprattutto di capire.

Mi sentivo estremamente fragile tanto che sarebbe bastato un soffio di vento per rompermi definitivamente.

Che poi, alla fine vorrei capire per quale arcano mistero ha preferito partire piuttosto che rimanere qui con me.
La paura? L'insicurezza? Il non voler commettere gli stessi errori?
Ma a prescindere da tutto, io ci sarei stata quindi proprio non riesco a capirla.
Avrei voluto dimostrarle che le cose non erano poi così disastrose, perché anche quando le cose vanno male si possono sempre cercar di sistemarle,  perché non si è mai da soli ma si è sempre in due, in coppia, perché il respiro non è mai unico ma esso si sarebbe allineato con il mio, entrambi  si sarebbero fatti forza a vicenda.

Avrei voluto nel corso della vita abbracciarla così forte da lasciarle impressa una parte di me, da utilizzare nei giorni in cui non ci sarei stata o in quelli che avrebbe utilizzato per rincorrere le sue passioni, i suoi  viaggi, le sue amicizie; saremmo state lontane, indipendenti ma pur sempre assieme, perché l'amore non è solo cibarsi dallo stesso piatto..è al contrario condivisione di stile e accrescimento reciproco.
Il dolore, quello si supera, come del resto la paura; ecco è questo che avrei voluto dimostrarle.

La mia presenza non sarebbe stata oppressiva anzi, lei avrebbe avuto il tempo da passare con chi più le piaceva, perché ci sono dei momenti che si possono condividere solo con "gli amici" ; l'amore non sarebbe stato un male, ma, esclusivamente una forza che avrebbe permesso di curare, amare, condividere, capire, sognare.

Avrei voluto lei, avrei voluto Alex, ma ora avevo la certezza che lei non provava le stesse cose per me, altrimenti mi avrebbe fermata.
Le mie mani con il tempo sarebbero state strette da qualcun'altra ecco.. al diavolo Alex.

Ora avrei imparato a fregarmene di tutto quello che le girava intorno.
Le canzoni e le melodie non mi avrebbero più accompagnato ed interessata, come del resto non mi importava più dei vestiti da scegliere assieme, dei posti da visitare, dei quadri da dipingere.

Non era più un mio problema sapere se usciva alla sera, se era stanca, se il lavoro era stato pesante; no, non mi interessava più nulla di quello che le girava intorno.

Non le avrei più chiesto se mi stava pensando e quali altri pensieri le giravano in testa, non mi interessavano più i sogni che teneva stretti tra le tasche e fermi nei cassetti, non avrei più sfiorato il suo corpo, i suoi capelli, il suo essere donna per cui, niente più mi interessava.

Lei aveva deluso le mie aspettative e con lei io, ne avevo davvero molte.
C'eravamo fatte male a vicenda è vero ma, io non le avrei mai perdonato questo suo comportamento.

Ora? Ora che cosa aveva dentro?
Io avevo solo "il niente" ma, mi bastava, avrei imparato a saziarmi di questo niente.
Sarei stata una persona nuova, più insolente forse, ma, sicuramente nessuno più mi avrebbe fatto del male.
Niente più tramonti e lettere, niente più sorrisi regalati, tutto ora l'avrei tenuto per me solo per me.
Era giunto il momento di pensare solo a me e a quello che più mi emozionava.

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