"Mi stancata di fare la brava adesso mi diverto io" penso mentre lo guardo tremare quando lo tocco con la lama sulla sua pelle, sembra un animaletto in gabbia. Forse un po' di tortura mentale e fisica lo farebbe cedere, infondo ho già controllato la mente di qualcuno solo che per me è finita un pochino male dato che sono stata incosciente per almeno una settimana. Inizio a ridere come una pazza e lui inizia a chiedere pietà, alzo lo sguardo e lo incrocio col suo, sorrido in modo malefico.
<<Dai adesso ci divertiamo insieme, tu devi solo fare il bravo e rispondere alle mie domande....non sarà difficile>> dico accarezzandogli il viso con la mano e con l'indice gli graffio la guancia, una piccola goccia di sangue si posa sulla mia mano, l'assaggio e mi viene voglia di bere più sangue; inizio così a prendere con la punta del dito il poco sangue che esce e bagnarmi le labbra. <<Quanti sono i Blacks che sono rimasti oltre a te e la madre di Molly?>> faccio così la prima domanda e lui nulla, non mi risponde, la rifaccio e ricevo in cambio uno sguardo di sfida, mi alzo e per la rabbia tiro un calcio a una sedia facendola arrivare al muro. Mi giro verso di lui con la mano alzata dritta, sento la nube nera uscire e poi entrare dentro di lui attraverso il naso e la bocca, cerca di scappare ma ormai la nube è dentro di lui e io sono l'unica che gliela può togliere e che ne sa guarire gli effetti. Finalmente tutta la nube è sparita e lui non fa altro che gridare come se fosse un malato da manicomio; <<Toglimi quella cosa....TOGLIMELA MOSTRO>> rido <<Con quella nube dentro sei nelle mie mani....potrai anche gridare e fare quello che vuoi ma non ti alleggerirò la morte. Devi soffrire come tu hai fatto soffrire quei dieci bambini>> rispondo girandogli attorno, le mie ali alcune volte lo toccano e lo graffiano, ma quello non è nulla. <<Mi rispondi? Alla mia bella domanda?>> chiedo braccia conserte, annuisce e inizia a parlare <<In vita sono rimasti solo la sorella di tua nonna con la madre di Molly e le due sorelle di quest'ultima e un figlio di una delle due, non so chi delle due abbia un figlio però. È tutto quello che so....non so dove abitano e come contattarle lo fanno loro, non io>> la sua voce trema e fa capire che ha molta paura, che sembra sparire nella speranza che io lo lasci in vita. Lo ringrazio con un sorriso gentile che poi si trasforma in un'espressione famelica che ha il cacciatore con la sua preda. <<Sai potrei lasciarti vivere però.....potresti sempre dire qualcosa a qualcuno e io ne rimarrei fregata....perciò mi dispiace ma dovrò ucciderti e sentirai ogni osso del tuo corpo rompersi e i muscoli lacerarsi dal dolore, chiederai la pietà che tu e altri non avete a quei bambini>> dico prendendo il pugnale e giocandoci; in una frazione di secondi lo pianto nella sua spalla e lui grida dal dolore, muovo piano il coltello e la ferita si fa più profonda e grande e le urla di dolore sono vera e pura poesia, rido accompagnando le sue grida. Con un movimento veloce estraggo il coltello sporco del suo sangue che piano esce dalla ferita, porto il coltello alle labbra e lecco il sangue gustando ogni singola goccia come se potesse essere l'ultima; giro attorno a lui e faccio la seconda domanda <<Perché la famiglia Blacks uccise tutti gli angeli scarlatti? Perché fare quella strage?>> mi metto in posa da pensare e gli lancio degli sguardi come per dire "aspetto una tua risposta", lui trema e afferma che in questo modo io sarei rimasta da sola. Sorrido a quello che dice e dico alla fine <<Mi hai stancata e il tuo odore mi fa venire la nausea....perciò.... La tua morte sarà la mia VITA>> prendo così il pugnale dai serpenti e glielo ficco nel cuore e basta una goccia del suo sangue che i serpenti si animano ed entrano dentro di lui. Inizia così la sua morte lenta e dolorosa dall'interno, intanto io esco e trasformando il mio pugnale nella mia ascia creo una X di fronte alla casa che prende fuoco. La vedo bruciare e da quelle fiamme escono i mie due compagni che si attorcigliano attorno a me e tornano al loro posto al pugnale, <<Adesso possiamo andare a prendere Dolly>> e così inizio a camminare verso il cimitero.
È un po che cammino, quando a un certo punto mi fermo e sento che il demone sta per parlare, riprendo a camminare e inizio così a parlare con lui.
Io <<Cosa c'è che ti turba? C'è qualcosa che mi vorresti dire...ma non sai se è giusto farlo?>>
Demone <<Mi è solo venuto in mente che sono anni che sto con te e che ti guido...ma tu mi hai sempre chiamato con l'appellativo di cosa sono e mai col mio nome. Cosa giusta perché non mi sono mai presentato a te>>
Io <<Un giorno mi dirai il tuo nome? Vorrei sapere chi è colui che la famiglia Blaks teme a tal punto da volermi uccidere>>
Demone <<Ti dirò il mio nome. Mi chiamo Elaija, anche se alcuni nei tempi attuali mi chiamano Elia. Elaija è il mio nome da demone che per la storia che tu conosci non sono ben visto dalla famiglia che ho maledetto>>
Annuisco e continuo a camminare, mi accorgo che qualcuno mi sta seguendo però non ci do peso. Mi concentro su cosa mi circonda e riconosco due odori molto familiari: Creppy, in particolare Hoddy e Masky. "Come mai sono da queste parti? Ma certo la loro vittima dovrebbe vivere da queste parti e forse stanno andando da una parte" penso sperando che non mi abbiano riconosciuto, perché se così fosse dovrei spiegare molte cose sul fatto di essere sparita.
Il cimitero non è molto lontano, almeno era quello che speravo quando mi sono accorta che dalla casa di quel verme ci ho messo circa mezz'ora; so che sono dietro di me, sento i loro sguardi fissi sulla mia schiena. Mi giro dando le spalle alla porta del cimitero e li guardo, li osservo togliersi le maschere per guardami con sguardi sorpresi, Hoddy fa dei passi verso di me ma si blocca, mi guarda e dice con le labbra senza un filo di voce <<Perché>> abbasso lo sguardo e mi rigiro. Faccio dei passi avanti e oltrepasso la soglia del cimitero. Questione di poco tempo, le mie ali si manifestano in tutta la loro bellezza scarlatta e la nube nera mi circonda facendomi sparire ai loro occhi, lasciando al mio posto dei piccoli cristalli rosso tendente al nero, ovvero il mio sangue che caduto dalle ali si è cristallizzato.
NARRATORE POV'S
I due fratelli osservano la loro amica, sguardi increduli osservano il luogo dove lei è scomparsa e prima di entrare nel cimitero per cercare il loro terzo fratello si scambiano degli sguardi, e si rimettono le maschere.
Entrano al cimitero e iniziano a girare a vuoto quando si rendono conto di sentire la presenza dell'Operatore, seguono quella sensazione e arrivano dal fratello e da colui che li ha guidati con la sua sola presenza. I tre fratelli si abbracciano e uno di loro racconta il fatto che hanno visto la loro amica, quando un vento gelido si alza e scompiglia gli alberi.
Una nube nera si crea attorno alla ragazzina che sta ancora a terra, da quella nube esce una mano che accarezza il capo della ragazzina che, girandosi verso la nube dice <<One-san>>
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JEFF THE KILLER E DESI
FanfictionUna ragazza derisa e allontanata da tutti, pure dalla sua famiglia. Un ragazzo che pensa solo a sé stesso oltre che la sua famiglia. Nessuno dei due ha mai fatto i conti con l'amore. Ma può l'amore bussare alle porte di una ragazza emarginata e di u...