Mi giro nel letto, non riesco a prendere sonno, penso a quello che è successo poco fa: uccidere quei due è stato troppo semplice, non erano poi così preparati e sembrava non sapessero che sarebbero morti. Guardo Jeff che dorme, osservo Dolly al mio fianco che dorme anche lei, attenta a non svegliarli scendo dal letto ed esco dalla stanza. <<C'è qualcosa che ti turba?>> mi chiede Elaija, non rispondo e scendo giù nella stanza col lucchetto; non faccio in tempo ad aprire la porta che inizio a percepire qualcosa di strano.
Sto di fronte il portone della chiesa, chiusa di fronte a me, la osservo e poggio la mano sulla maniglia, la piego di poco e apro uno spiraglio e quella percezione ritorna a farmi visita, alla fine decido di uscire.
Sembra tutto tranquillo e anche troppo. Cerco di chiamare Elaija ma sembra che non mi senta e questo mi fa capire che c'è davvero qualcosa che non va, sembra che il tempo si sia fermato, mi guardo attorno e vedo dei luccichii sembra che vogliano che li segua.
Inizio a camminare tra la foresta, con in mano il pugnale dei serpenti; a un certo punto mi giro e non capisco in quale zona della foresta mi trovo, guardo se ho lasciato tracce ma non trovo nulla, come se qualcuno si fosse preso la briga di coprirle, oppure non voglia che io torni indietro in qualche modo.Mi fermo e mi accorgo che quelle luci sono svanite, come se il loro compito, cioè farmi arrivare qui, sia compiuto.
<<QUALCUNO VUOLE DIRMI CHE COSA VOLETE DA ME?!>> mi metto a gridare, ma nessuno mi da risposta, attorno a me non c'è nessuno e non so come fare a tornare indietro, continuo perciò a camminare finché le gambe me lo consentono. Tutto attorno a me sembra morto, come se qualcosa avesse tolto la vita a tutto; anche le case, se pur vecchie per il disuso sembrano molto più antiche, come se l'essenza triste che le caratterizzava fino a quel momento fosse sparita per sempre; le piante e gli alberi non accennano nessun tipo di movimento, però il vento lo sento sulla pelle e sui miei capelli che si muovono attraverso esso, mi avvicino a una pianta selvatica. "Come mai una bella piantina sta in questo stato?!" penso avvicinandomi e prendendola tra le mani, le do una carezza come a volerla aiutare a risollevarsi, ma accade altro: non appena la tocco anche di poco essa inizia ad avere dei punti neri, passa poco che piano piano si ingrandiscono e lei diventa tutta nera come se stesse marcendo, fino a quando non si sgretola nella mia mano e rimango con una mancia di pezzettini di pianta morta. Mi alzo di scatto e mi guardo attorno, tutto sta marcendo, tutte le piantine come quelle che ho appena sfiorato stanno diventando come cenere, non penso di essere stata io, cioè non mi è mai capitata una cosa del genere. Resto immobile a osservare senza poter fare nulla, chiamare Elaija non mi da risultati e così prendo il telefono ma non mi da linea, sono praticamente tagliata fuori dal mondo.
Osservo le case ma non noto nulla di familiare, quando una cosa piccola fa capolino nel mio campo visivo: la striscia della polizia che delimita una zona a cui è vietato l'accesso; cammino verso quella parte e solo adesso capisco dove mi trovo.
Nel mio campo visivo ci sono solo macerie, ma qualche parte della casa è rimasta, nella mia mente rivedo la struttura che prende fuoco dopo la morte di Sam;a vederla sembra non abbia subito molti danni. Ho spostato il nastro giallo e sono entrata nel giardino, vedo il portone un po' aperto ed entro con facilità "L'incendio non ha causato molti danni, pensavo peggio" penso osservando le pareti bruciate e tutti i mobili rovinati, dal soffitto vedo qualche trave in procinto di cadere e altre già cadute e decido di camminare in modo cauto.
Giro per la casa ma non trovo nulla che mi faccia capire il perché del mio arrivo qui, vedo solo le cose rovinate dal rogo o dai vandali; ritorno al pian terreno e osservo la scala dove ho visto Sam per la prima volta. Un cigolio arriva alle mie orecchie, prima leggero poi più forte, seguito da un botto come se qualcosa si fosse rotto e guardando in alto vedo il lampadario che si stacca a mi sta per cadere sopra, corro di lato e faccio giusto in tempo che mi butto a terra e vedo il lampadario a pochi centimetri da me. <<Questa casa è proprio malaticcia>> dico alzandomi e pulendomi dalla terra e dalla polvere i vestiti e quando penso che altro di peggiore non potrebbe accadere ecco che mi smentisco da sola "Dovrei smetterla di pensare che non possa accadere nulla...mi porto il malaugurio da sola" penso non appena la terra sotto i miei piedi inizia a tremare.
Sembra una scossa di terremoto, ma questa non è una zona a effetto sismico e poi guardando fuori non noto nessun segno causato da terremoto <<Cioè com'è possibile che in questa casa tutto tremi mentre fuori non si muove neanche una foglia.....ma che diavoleria è questa. Per il diavolo che sta succedendo>> dico mentre mi tengo al muro e cercando di non farmi colpire dai pezzi di legno che mi cadono sopra dal tetto e poi tutto finisce così com'è iniziato.
Tutto tace, si sente qualche ciottolo che rotola e poi cade a terra facendo un rumore fievole ma percettibile, sembra una quiete così piacevole che decido di uscire dalla casa per andare dagli altri, sempre se trovo la via di casa. Inizio a fare i primi passi verso la porta che inizio a vedere sfocato, una strana nebbia fitta sta riempiendo la casa e insieme ad essa è arrivato un odore forte e disgustoso: Zolfo. Mi tappo naso e bocca con la mano per non sentire quella puzza che ormai ha riempito l'aria, sembra come se centinaia di cadaveri fossero stati lasciati incustoditi in questa casa tralasciando solo ora il loro fetore di morte; quest'odore nauseante inizia a darmi alla testa e a poco a poco la mia vista inizia a vacillare, mi poggio alla ringhiera della scala e cerco di non cadere, sento come se sotto di me o poco distante si fosse aperta una voragine e io ci starei per cadere dentro.
Riesco a vedere poco, ma noto che la nebbia inizia a prendere colore diventando rossa e poi nera, mi stropiccio gli occhi, pensando che quello che vedo sia solo un'illusione ottica, ma non è così; divento un Angelo della Morte solo il parte, sento sei rumori e insieme all'odore di zolfo percepisco quello di bruciato; la nebbia inizia a essere risucchiata in un punto imprecisato del terreno, sparita in quel punto appaiono delle fiamme nere e dentro esse noto una figura.
Un uomo, se si può definire tale esce dalle fiamme: ha i capelli rosso con le punte tendenti al nero, i suoi occhi sono tutti neri con le pupille rosse simili a quelle dei felini, ha un vestito che a prima vista sembra un completo elegante anch'esso sul rosso scuro e il nero, la cosa che però mi colpisce è ciò che ha sul collo che potrebbe essere una collana o un tatuaggio. Costui gira la testa verso di me e i suoi occhi sono puntati suoi miei, inizio a provare paura e terrore, le sue labbra si muovono formando un ghigno ed ecco che la sua voce esce da esse <<Sai chi sono? -scuoto la testa- sono Zalgo il padrone dei morti....ho anche altri nomi. Tu chi sei? Non sei umana>> deglutisco e rispondo <<Sono Denise Black.....sono..>> non finisco che mi parla di sopra <<Sei l'Angelo della Morte.....cercavo proprio te>>; è di fronte a me, sento io suo respiro che si mischia al mio, creo le mie ali e mi allontano in un battito <<Cosa vuoi da me? E che ci fai nella casa degli Angeli Scarlatti?>> sorride e cammina verso di me, mi blocca al muro premendo una mano sul mio collo, cerco di liberarmi ma l'aria inizia a mancare e io inizio a perdere conoscenza quando dice <<Tu hai osato portare in questo mondo una mia anima.....perché?!>> cerco di rispondere, ma la voce è bloccata.
Non so cosa accade ma la pressione svanisce e cado a terra tossendo, giro lo sguardo e mi sembra di vedere qualcosa prima di tornare normale e avere un mancamento.CHI HA SALVATO DESI DALLA PRESA DI ZALGO? TENETE CONTO CHE NESSUNO SA DOVE LEI SIA ANDATA.
TUTTO NEL PROSSIMO CAPITOLO.
BUONA GIORNATA Killer <3
LA TUA MORTE SARÀ LA MIA VITA- THE VAMPIRE
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JEFF THE KILLER E DESI
FanfictionUna ragazza derisa e allontanata da tutti, pure dalla sua famiglia. Un ragazzo che pensa solo a sé stesso oltre che la sua famiglia. Nessuno dei due ha mai fatto i conti con l'amore. Ma può l'amore bussare alle porte di una ragazza emarginata e di u...