CAPITOLO 65

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<<Guardami negli occhi e ripetilo>> dice, scandendo le parole una ad una.
Alzo lo sguardo verso di lui in modo incerto: ho paura a guardarlo negli occhi perché il suo dolore è il mio dolore e sarebbe la fine per me. 
<<Guardami negli occhi e dimmi che non conto niente per te>> soffia ad un centimetro dalle mie labbra.
La mia forza di volontà sembra essersi volatilizzata e non riesco a fare niente per allontanarlo.
Lo sguardo mi cade sui suoi occhi, che mi fissano con desiderio e disperazione, ma soprattutto malinconia.
<<Guardami negli occhi e dimmi che non desideri che io ti baci. Ora. In questo momento, attaccata a questo muro>> continua con voce roca.
Lo sguardo mi cade sulle sue labbra carnose e un po' secche, e non riesco a reprimere il desiderio di ravvivarle passandoci sopra la lingua. Come se mi avesse letto nel pensiero, si passa la lingua sul labbro inferiore, mentre i suoi occhi sono fissi sulle mie labbra, come i miei sulle sue. Mi mordo forte il labbro per trattenere il mio istinto di saltargli addosso ed assaggiare quelle labbra che mi mancano tanto, dall'ultimo contatto che abbiamo avuto.
<<Guardami negli occhi e dimmi che non desideri il mio corpo premuto contro il tuo, senza che un filo d'aria riesca a passarci in mezzo.>>
Niente di tutto questo riesce ad oltrepassare le mie labbra e non emetto nessun suono, se non quello del mio respiro pesante che, sono sicura, anche lui possa sentire.
Fa un sorrisetto e sghignazza leggermente.
<<Come immaginavo>> sussurra, prima di avventarsi sulle mie labbra e premerle sulle sue.
Una sua mano scivola sul mio fianco, attirandomi a sè e facendo in modo che i nostri corpo aderiscano perfettamente, come poco prima aveva affermato lui.
Si spinge contro di me, rimanendomi in trappola e senza via d'uscita.
La sua lingua passa sul mio labbro inferiore, come una tacita richiesta di farmi schiudere le labbra, ed io lo accontento, lasciandola scorrere sulla mia.
Appena sento il suo sapore, una scarica di brividi mi percorre tutto il corpo, lasciandomi quasi sfinita e facendomi tremare, così mi appoggio a lui per cercare sostegno e mi lascio sfuggire un sospiro.
Porto i gomiti sulle sue spalle e le mani a circondargli la testa, con le dita tra i capelli leggermente ricci.
<<Merda>> geme sommessamente, quando li tiro leggermente, e si spinge di più verso di me.
Si stacca dalle mie labbra, ma, prima che possa soffrirne la perdita di contatto, le sento sul mio collo, esattamente dietro l'orecchio e la mia testa si catapulta all'indietro, lasciandogli più spazio.
Quando succhia leggermente capisco quanto realmente mi siano mancate, ma quanto dannatamente sbagliato sia tutto questo.
Più tardi dovrò uscire con Dylan, al quale ho fatto credere di avere una chance. Ci credevo anch'io, ma adesso non ne sono più così tanto sicura. Non mi sembra nemmeno giusto il fatto che la persona che dovrei dimenticare, ora sta portando le sue labbra sulle mie, schiudendole e giocandoci.
Tutto questo è tremendamente sbagliato.
Premo le mani sul suo petto e lo allontano da me leggermente, approfittando del fatto che sia perso a causa del bacio.
Si stacca da me e mi guarda confuso, con il respiro affannoso ed un cipiglio profondissimo sul volto.
<<No. È sbagliato>> sussurro, schiarendomi la voce.
Il suo sguardo da confuso passa a duro e so che ora sarà la fine, perché so come è fatto, non gli piace soffrire e dirà qualunque cosa pur di farmi provare lo stesso dolore che sta provando lui in questo momento.
<<Sai che ti dico? Hai ragione è sbagliato. È sbagliato che io ti dia ancora attenzioni nonostante tu mi abbia rifiutato più e più volte. È sbagliato il fatto che io ti stia baciando solo per provare qualcosa. Ed è sbagliato che io non ti abbia detto che con quella ragazza ci sono andato anche a letto>> afferma con una cattiveria che non credevo possedesse.
I suoi occhi ormai non lasciano trasparire nessuna emozione, è come se non provasse nulla.
Con queste parole il mio cuore va in mille pezzi, dopo che lui, con un solo bacio, l'ha risanato. Sento il mondo crollarmi addosso, talmente forte da spezzarmi le ossa.
Il fatto che lui sia andato a letto con questa ragazza, mi fa capire che adesso non c'è alcuna possibilità di tornare insieme, nè ora, nè mai.
Annuisco e, prima che possa fare l'errore di scoppiare a piangere, sento la voce di Ally irrompere nel salotto.
<<Sta' lontano da me. Dico sul serio>> affermo sull'orlo delle lacrime.
Scappo via, aprendo la portafinestra e richiudendomela alle spalle, senza neanche curarmi di lui.
Sento qualcosa sbattere in giardino, ma non oso tornare indietro: mi farebbe paura.
<<Ciao Amber!>> Mi saluta sorridente Ally, quando sono ormai in salotto.
Mi guardo intorno e noto che tutto è rimasto come prima e tutti stanno facendo le stesse cose di un'ora fa, incuranti del fatto che il mio cuore sia stato scombussolato.
<<Hey, Ally.>>
Tossisco per cercare di camuffare il mio tono incrinato, ma non credo di riuscirci a meraviglia perché lei aggrotta le sopracciglia.
<<Sei sicura che vada tutto bene?>>
Prima che io possa rispondere, la porta che dà sul giardino viene spalancata, creando una corrente d'aria che mi fa venire i brividi. Ma non sono sicura che quelli siano causati solo dal freddo.
Taylor entra tutto trafelato e sembra anche molto arrabbiato. I suoi capelli sono scompigliati, i pugni chiusi a squarciare la pelle già sanguinante delle nocche.
Che abbia preso a pugni qualcosa?
Indubbiamente è stato lui a creare tutto quel casino, e, dall'aspetto che ha, sembra quasi che abbia preso parte ad una rissa.
Chiude la vetrata, creando un rumore che mi sembra assordante in quel silenzio assoluto, e mi passa accanto senza degnarmi di uno sguardo. Gli unici rumori che si sentono nella stanza sono quelli del suo respiro affannoso e dei suoi passi pesanti. Trattengo il fiato quando la sua spalla sfiora la mia e mi oltrepassa.
<<Che cosa è successo?!>> Chiede Ally sconvolta quasi quanto me, una volta che lui è uscito dalla stanza.
<<Possiamo parlarne dopo? Ti prego, sono sfinita>> sospiro, guardandola con disperazione.
Lei annuisce comprensiva e cambia discorso.
<<Secondo te cosa vorranno dirci?>> Chiede sedendosi sul divano e facendomi cenno di sedermi accanto a lei, battendo una mano al suo fianco.
<<Non so, mia madre non ha voluto dirmelo.>>
Faccio spallucce e mi guardo intorno, spostandomi i capelli su una sola spalla. Sposto lo sguardo dalla televisione, alla poltrona vuota accanto a me, cercando di trovare qualcosa di interessante piuttosto che stare ad ascoltare i miei pensieri.
<<Sai, stasera esco con Dylan>> affermo, tornando a posare gli occhi su mia cugina, che spalanca i suoi.
<<Dylan? Lo stesso Dylan che credo io? Lo stesso che Taylor ha quasi preso a pugni?>> Chiede sconvolta.
Beh, non proprio quasi... l'ha fatto ed io li ho separati.
Annuisco alla bruna che mi guarda ancora con gli occhi sbarrati e la bocca schiusa.
<<Cosa c'è di tanto strano?>> Chiedo confusa.
<<N-niente, solo che... mi sembra strano che tu esca con un altro ragazzo il giorno stesso in cui hai trovato il tuo ex ragazzo, che sostieni di amare, a baciare un'altra.>>
Il suo tono mi infastidisce, non so perché. Forse perché so che in fondo ha ragione.
<<Che cosa vorresti insinuare?>>
Socchiudo gli occhi in due fessure e giocherello con i miei capelli nervosamente.
<<Nulla è solo che pensavo ci stessi male. Non voglio farti arrabbiare ma... non è da te>> sospira, esitante.
C'è ancora un po' di tensione tra di noi. Non di certo da parte mia, ma è solo che Ally ha paura di dire la cosa sbagliata perché ha timore di farmi arrabbiare e litigare ancora una volta.
<<Ally, smettila di parlare come se avessi il freno a mano tirato>> sospiro, <<sono sempre io.>>
Gli occhi scuri di lei si addolciscono e tornano a brillare come sempre, e mi sorride sinceramente mettendo in mostra i suoi denti perfetti, resi così dall'apparecchio portato per i tre anni delle scuole medie.
<<Hai ragione>> annuisce.
<<No, hai ragione tu. È sbagliato quello che sto facendo.>>
La guardo di sottecchi e noto che comprende immediatamente ciò che intendo dire.
<<Amber... non dirmi che lo stai usando per dimenticarti di Taylor, ti prego.>>
Mi lancia un'occhiataccia ed io evito di guardarla per paura di sentirmi più in colpa di come non faccia già.
<<Io... so che è sbagliato. Però Dylan un po' mi piace. Insomma, non è male, è carino>> ammetto.
Torno a guardarla negli occhi e me ne pento subito: i suoi sono carichi di rimprovero.
<<Ma chi sei tu? E che fine ha fatto la Amber che conosco?>>
Ha ragione, sono cambiata dannatamente e questo solo per colpa di uno stupido ragazzo.
Sospiro pesantemente e torno a girarmi verso l'ingresso del salotto.
<<Dai, scherzavo. Divertiti, andrà tutto bene vedrai>> cerca di rassicurarmi, accarezzandomi un braccio.
Mi giro verso di lei ed annuisco, forzando un sorriso.
<<Non fare questi sorrisi finti con me. Cosa c'è adesso?>>
<<Io... ho paura della sua reazione>> confesso, facendo un cenno verso la cucina, dove è sparito Taylor.
Ally ovviamente capisce all'istante e fa un espressione comprensiva, prendendomi la mano e stringendola forte tra le sue, ben curate e colme di anelli.
<<Andrà tutto bene vedrai>> afferma con sicurezza, stampandomi un bacio sulla fronte.
<<Ragazze! Venite a tavola!>> Urla la madre di Cameron, comparendo sulla soglia della porta nel suo abito scuro che si intona ai capelli, simili a quelli di Ally.
Annuiamo entrambe e ci avviamo in cucina. Una volta dentro, ci lanciamo un'occhiata e ci fiondiamo su due sedie vicine, guadagnandoci occhiate divertite e confuse dei presenti.
Ancora una volta, ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
Per quanto possiamo essere diverse esteticamente, dentro siamo uguali.

PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora