CAPITOLO 51

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CAPITOLO 51
Un colpo, poi un altro e un altro ancora, fanno si che io mi svegli.
<<Smettila Ally! Ma perchè devi svegliarmi sempre in questo modo?!>> Mi lamento, cercando di urlare. Ma purtroppo il mal di testa non me lo permette chissà quanto.
Ahia, ieri sera abbiamo davvero esagerato. 
Apro prima un occhio, poi l'altro, ma non oso alzare la testa per evitare di sentire la testa pulsare come l'ultima volta.
Quando realizzo che Ally è nella mia stessa condizione, cioè nel letto, con i capelli scompigliati, la bava alla bocca, il trucco sciolto e visibilmente distrutta, capisco che non è lei che mi sta tirando le cuscinate.
Il più lentamente possibile, sollevo la testa dal cuscino e non mi fa male come l'altra volta fortunatamente. Guardo davanti a me e noto che il colpevole è un ragazzo alto, capelli scuri e occhi anche, con un ghigno malefico sulla faccia da schiaffi, che corrisponde esattamente ad Andrew.
<<Mamma!>> Comicio ad urlare.
Lui invece scappa come se non ci fosse un domani.
<<Vieni qui! Non ti lascio scappare!>>
Mi metto in piedi e me ne pento all'istante: ora si che sento dolore.
Finisco di schiena sul letto, in seguito ad un capogiro, producendo un tonfo. A quel punto, Ally si sveglia.
Ah bene, se cado sul letto si sveglia, ma se Andrew la colpisce ripetutamente con delle cuscinate no!
<<Mhhh>> mugola.
<<Smettetela di fare baccano, mi fa male la testa>> si lamenta e si copre la testa con la coperta.
Benvenuta nel club!
<<Brava, hai capito come ci si sente dopo esserti ubriacata per la prima volta. Adesso aiutami ad ammazzare Andrew!>> Le intimo, ma purtroppo non convinco neanche me stessa perché non riesco a sollevarmi nemmeno di poco dal materasso.
Dopo un po' sento Ally cominciare a russare.
Che cosa?!
Ottimo. Non ci alzeremo più da qua sopra.

<<Amber, sveglia, forza!>>
<<Mamma, che hai da urlare tanto?>> Chiedo con la voce arrochita dal sonno.
Quando apro gli occhi, vedo che Ally è accanto a lei, vestita di tutto punto.
<<Scendi è ora di pranzo>> comanda mia madre e poi esce dalla stanza.
Ally si avvicina a me con la mano chiusa a pugno.
<<Tieni, prendila dopo aver mangiato, ma non farlo vedere a tua madre>> sussurra.
La adoro. Davvero, è la migliore.
<<E tu? Come mai sei così in forma dopo la tua prima sbronza?>>
Sono confusa, non dovrebbe stare male? Non che mi dispiaccia che si senta bene, ma non è affatto normale.
<<Mi sono svegliata prima di te e ho preso la medicina. Stavo malissimo>> dice con un sospiro.
<<Ricordami di non bere mai più>> mi intima, massaggiandosi le tempie.
<<D'accordo.>>
Dopo aver fatto appello a tutte le mie forze, mi alzo dal letto e ancora in pigiama, raggiungo tutti al piano di sotto.
Appena dò un'occhiata a tutto il cibo che c'è sulla tavola mi viene il voltastomaco, ma dovrò mangiare qualcosa se voglio prendere questa pillola.

<<Cosa metterai oggi pomeriggio?>> Chiede Ally, mentre siamo ancora stese sul letto.
<<Per cosa?>> Chiedo confusa.
<<Per l'uscita "amichevole" con Dylan>> chiarisce, mimando le virgolette con le dita.
Le immagini di ieri sera mi passano davanti agli occhi come fossero flashback.
Le lamentele con Ally, Taylor che non rispondeva alle mie chiamate, la telefonata a Dylan. 
Dio, ma che ho fatto?
Mi batto una mano sulla fronte.
<<Hai capito di aver sbagliato, vero?>>
Faccio finta di non sapere di cosa sta parlando anche se, si, ha ragione: ho sbagliato.
<<No. Me ne ero semplicemente dimenticata>> fingo un atteggiamento noncurante e scrollo le spalle.
<<Lo sai vero che è alle cinque e manca solo un'ora?>>
<<Che cosa?!>> Mi alzo dal letto di scatto.
<<E me lo dici solo ora?! Forza, alzati e aiutami a cercare cosa mettere.>>
La prendo per mano e la trascino nella cabina armadio.
Passo in rassegna tutti i miei vestiti ma non mi piace niente, non c'è niente che vada bene per la mia condanna a morte.
Sono sicura che quando Taylor verrà a sapere che sto per uscire con Dylan mi ammazzerà.

<<Taylor ti odia?>> Chiedo di getto.
Mi copro subito la bocca con la mano, ma ormai il guaio è fatto e non mi resta altro che ascoltare la risposta.
Lo sento sospirare pesantemente, ma poi risponde.
<<Un po'.>>
<<E tu lo odi?>>
<<Un po'>> sghignazza.

Mi passano dei ricordi spezzati di ieri sera per la mente.
Ma quanto abbiamo bevuto ieri sera? Possibile che avessi la mente cosí poco lucida?
Ricordo anche il battibecco con me stessa per decidere se telefonare a Taylor o meno, la mia decisione di chiamarlo e lui che non mi risponde.

<<Ho paura che, ora che so cosa provo nei suoi confronti, possa farmi soffrire più di quanto abbia fatto prima.>>

È vero. Tutto quello che ho confessato ad Ally è vero.
Ho una paura tremenda che qualcosa possa andare storto e questo è perché ho un brutto presentimento.
So che mi sta nascondendo qualcosa, me l'ha detto lui stesso, ma anche Ally mi nasconde qualcosa, non so se sia collegato a quello che non vuole dirmi Taylor, peró lo sta facendo.
Ed io voglio scoprire cosa. Odio quando le persone mi tengono all'oscuro, ovviamente se sono persone a cui tengo o che mi hanno sempre detto tutto e viceversa.
Infatti, sto facendo questa cosa proprio per capire se Dylan sa qualcosa e c'entra con tutta questa storia.
<<Amber mi stai ascoltando?>> Ally mi tira fuori dal turbine dei miei pensieri.
<<Eh?>>
<<No, non mi stai ascoltando. Mi dici cos'hai?>>
<<Non ho niente non preoccuparti, stavo decidendo cosa mettere.>>
Ok, piccola bugia. Ma non posso rivelargli del mio piano, anche perché ne fa parte anche lei.
<<Ti ho detto che questo è perfetto.>>
Mi mostra un vestito blu scuro, con la gonna ampia, che arriva al ginocchio.
<<Puoi abbinarci delle calze scure, almeno non avrai freddo.>>
In effetti oggi è una di quelle giornate che, anche se sei a Miami, capisci che sei in pieno autunno e si sta avvicinando l'inverno.
Tra un mese è Natale.
Annuisco e lo prendo per poi andare a cambiarmi.

<<Smettila, mi metti ansia cosí.>>
Sono quasi le cinque ed Ally è decisamente più in ansia di me. Non ne capisco il motivo, io non sono per niente preoccupata. Forse ho solo un po' paura della reazione di Taylor, ma non mi pento di quello che sto per fare.
Dio sembra che debba andare in guerra, è solo un caffè fra amici, nient'altro.
Forse è meglio se riprovo a chiamare Taylor solo per avvisarlo che sto per uscire.
Afferro il telefono e inoltro la chiamata.
Spero con tutta me stessa che risponda, ma non lo fa.
Decido di riprovare per l'ultima volta, se non mi risponderà non potrà arrabbiarsi se sto per uscire con Dylan perché io ho provato a chiamarlo.
Niente di niente, anzi questa volta ha spento il telefono: non ha squillato nemmeno una volta.
Il rumore del clacson mi impedisce di cadere ancora nel baratro dei miei pensieri, cosí saluto Ally e vado verso l'auto di Dylan.
Al diavolo tutto.

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