CAPITOLO 50

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Uno squillo, uno solo e lui risponde all'istante. Mi meraviglio di questo, perché mi aspettavo che stesse dormendo, che almeno ci mettesse un po' a rispondere, addirittura pensavo non rispondesse affatto. Ma forse sono un po' troppo abituata al comportamento di Taylor. 
<<Amber? È successo qualcosa?>>
Silenzio. Da parte mia solo silenzio.
L'ho chiamato io, dovrei dire qualcosa, quello che avevo pensato di dirgli, ma le parole mi muoiono in gola. Di colpo la lucidità mi investe ed il coraggio che mi ha spinta a chiamarlo non c'è più. Ha lasciato il posto alla paura. Paura della reazione di Taylor se venisse a sapere che cosa sto facendo. Ma in fondo è colpa sua. Lui non mi ha risposta, lui mi trascura ed io in questo momento, forse la sbronza non mi è passata veramente, sento di avere bisogno di attenzioni.
<<Ciao Dylan>> squittisco. La voce non sembra per niente la mia, è stridula e non so perché.
<<Amber, è l'una e mezza, sicura di stare bene?>> Chiede ed il tono sembra essere preoccupato.
<<Si... si sono sicura. Volevo sentirti>> dico con la voce impastata.
Ok. La sbronza non mi è passata affatto, anzi sembra essere solo peggiorata.
<<Sei ubriaca?>>
Accidenti, l'ha capito.
<<No, no...>> sospiro. <<Ok, forse solo un po', ma non è questo il punto. Non sei felice di sentirmi?>> Chiedo, il tono supplichevole.
<<Certamente.>>
Lo sento trafficare con qualcosa e poi il rumore di un interruttore.
<<Taylor ti odia?>> Chiedo di getto.
Mi copro subito la bocca con la mano, ma ormai il guaio è fatto e non mi resta altro che ascoltare la risposta.
Lo sento sospirare pesantemente, ma poi risponde.
<<Un po'.>>
<<E tu lo odi?>>
<<Un po'>> sghignazza.
Non ci trovo molto da ridere.
<<E come mai?>>
<<Ehm... non lo so. Mi ha odiato dal primo momento che mi ha visto entrare nella palestra dove si allena.>>
<<Non credi sia strano?>>
<<No... un po' di rivalità è sempre normale. Credo che gli di fastidio il fatto che, nonostante sia arrivato dopo di lui e abbiamo un anno di differenza, sono forte quasi quanto lui>> dice con una punta di orgoglio nella voce.
<<E tu? Perché lo odi?>> Sono consapevole di stare facendo troppe domande, ma Tay non mi ha dato risposte, come sempre d'altronde, quindi...
<<Il mio non è proprio odio. Lui non ha fatto altro da quando mi conosce, quindi credo che il mio sia solo un sentimento reciproco che non ho potuto far altro che instaurare con lui.>>
<<Mh>> replico soltanto. Non so cosa pensare e soprattutto non so se credergli. In fondo lo conosco solo da un paio di giorni, Taylor invece da mesi.
Decido di non dare retta a tutto quello che mi ha imposto Taylor, voglio conoscerlo meglio e così sarà. Da amici ovviamente.
Avrebbe dovuto rispondermi, non l'ha fatto ed io non ascolto lui.
<<Dylan che ne dici di andare a prendere quel caffè domani?>>
<<Amber ma hai ascoltato quello che ti ho detto? Taylor mi odia>> mi dice la cosa più ovvia che avessi mai sentito.
<<Si, e allora? Siamo solo amici, decido io chi frequentare. È il mio ragazzo è vero, ma non puó impedirmi di passare un po' di tempo con te.>>
<<Non lo so Amber...>>
So di stare facendo tutto questo per fare dispetto a Taylor, ma in questo momento non m'importa.
<<Hai paura?>> Lo provoco.
<<No>> risponde all'istante.
<<Anzi, ti passo a prendere domani alle cinque. Va bene per te?>>
<<Certo. Allora a domani. Ciao, Dylan.>>
<<Ciao Amb.>>
Riattacco e rientro in stanza soddisfatta.
Ad aspettarmi c'è Ally, con le braccia incrociate e le sopracciglia aggrottate.
<<Che cosa hai fatto? Lo conosco quello sguardo.>>
<<Io? Niente>> sorrido.
<<Smettila: sei inquietante.>>
Scoppio a ridere e le racconto quello che è successo.
<<Non credi di stare un po' esagerando?>>
<<No, non lo penso affatto. Sono convinta del fatto che Taylor non possa decidere con chi io debba passare del tempo e poi siamo solo amici, che potrebbe mai succedere?>> Scrollo le spalle.
<<Non credo che Dylan la pensi allo stesso modo.>>
<<Beh, è un problema suo. Io sono stata chiarissima, fin da subito.>>
<<Certo, ma il tuo comportamento non credo che lo aiuti a capire se non l'ha ancora fatto.>>
Ha ragione. Ha ragione da vendere ma ormai non posso tirarmi indietro.
Voglio sapere cosa c'è sotto e non ho intenzione di fermarmi.
<<Smettila. Non succederà niente>> replico convinta.
<<Se lo dici tu...>>
<<E a te?>> Chiedo.
<<A me cosa?>> Risponde confusa.
<<Com'è andata con Adam?>> Rispondo  ovvia.
<<Molto bene. Abbiamo chiarito e avevi ragione. Mi ama ed io amo lui, questo è l'importante>> fa un sorriso da ebete.
<<Io ho sempre ragione>> rispondo fiera. <<Ma ti prego, smettila di sorridere in quel modo o mi verrà il diabete>> rido e lei mi tira una cuscinata.
<<Ma se hai lo stesso sorriso quando parli del tuo Tay.>>
Fa la voce che fanno tutti quando si parla ad un bambino e io mi offendo.
Afferro un cuscino e mi affretto a schivare un'altra cuscinata da parte sua.
<<Sta' zitta. Non è vero.>>
Metto il broncio.
<<Oh si che è vero. E lo sai benissimo anche tu>> mi fa la linguaccia e ride.
Le faccio passare la voglia di ridere tirandole il cuscino e lei smette subito. Così cominciamo a rincorrerci, ad urlare e ridere, sperando vivamente che non si sveglino i miei genitori o, peggio, mio fratello.
<<Ally è innamorata, Ally è innamorata!>> La canzono ma, la smetto subito, quando mi colpisce in faccia con un cuscino e cado sul letto.
<<Questa me la paghi!>> Urlo.
<<Ah si? Non credo proprio.>>
Inizia a ridere ed io la seguo a ruota.
<<Amber ama Taylor, Amber ama Taylor>> dice lei con tono cantilenante, imitandomi.
A quel punto mi blocco con il cuscino a mezz'aria e il sorriso mi muore sulle labbra.
<<Hey, che ho detto?>>
Si avvicina e ci sediamo entrambe sul letto. Non so perché ma la sentirlo dire ad alta voce lo fa sembrare più reale rispetto a quando l'ho detto solo nella mia testa.
<<Ally, non so se sia un bene.>>
Confesso.
<<Hey, ma che stai dicendo? Certo che è un bene e ti assicuro che anche lui ti ama>> asserisce, sicura.
Scuoto la testa.
<<Ho paura che, ora che so cosa provo nei suoi confronti, possa farmi soffrire più di quanto abbia fatto prima.>>
Dire tutto questo ad alta voce non mi sta facendo per niente bene. Non è vero quando le persone dicono che se parli dei tuoi problemi ad alta voce, ti senti come se ti liberassi di un peso, contrariamente a quello che pensavo. A me fa solo stare peggio, perché rende tutto più reale, più vero, e non credo che vada bene.
Dovrei essere felice di essere innamorata, di aver trovato finalmente la persona di cui tutti parlano, quella che ti completa, quella che vorresti sempre al tuo fianco. Dovrei essere felice di aver trovato il mio "nonostante tutto", ma ho come la sensazione che prima o poi qualcosa andrà storto e io finiró solo per farmi molto male.
<<Non succederà.>>
Ally si alza, e allunga una mano verso di me.
<<Beh? Che vuoi fare adesso?>> Chiedo, guardandola con sospetto.
<<Tu ora vieni con me e andiamo a svuotare la dispensa degli alcolici di tuo padre, visto che abbiamo finito le due bottiglie di vodka.>>
Mi guarda e cerca qualcosa nei miei occhi, non so cosa, forse il mio consenso.
Poi continua: <<Magari anche la dispensa del cibo.>>
Finalmente rido e rido molto forte, con le lacrime agli occhi, come non faccio da molto tempo ormai. Lei mi guarda confusa per capire il motivo del mio comportamento, ma non voglio dirle che rido per colpa sua, per la sua espressione buffa.
Così, cerco di riprendermi e, quando succede, la prendo per mano e la trascino fuori dalla porta di camera mia e giù per le scale per fare quello che mi ha proposto.
Basta pensare troppo.
Ho bisogno di bere. Ancora.

PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora