CAPITOLO 36

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CAPITOLO 36
<<Hey... che ti succede?>> Chiedo un po' confusa, sussurrando.
Ok molto confusa.
Qui qualcosa mi puzza, se no mi racconterebbe tutto senza comportarsi così.
Si gira verso di me e gli vedo la tristezza negli occhi.
L'istinto protettivo che ho verso di lui, e che non pensavo di avere, si fa sentire e subito avvicino il viso al suo per far incontrare le nostre labbra.
<<Ok... te lo dico>> sospira sconfitto.
No... non voglio che me lo dica contro la sua volontà.
<<No. Se non vuoi, non dirmelo.>>
<<Voglio dirtelo.>>
Gli sorrido, felice che si fidi di me.
<<James... lui... non è il mio vero padre perché quando ero molto piccolo, avevo appena otto anni, mio padre abbandonò me e mia madre senza una spiegazione. Così, da un giorno all'altro. Rimasi malissimo quando lo scoprii. Mia madre tentò di tenermelo nascosto per non farmi soffrire perché ero solo un bambino, ma prima o poi la verità viene a galla. Lo scoprii dopo qualche settimana. Avevo troppi sospetti e vedendo la mia insistenza nel fargli delle domande... mia madre dovette dirmelo. Mi crollò il mondo addosso. Mio padre era il mio modello, pensavo fosse un uomo da seguire, ma invece mi ha fatto solo schifo dopo. Ci ha abbandonati di punto in bianco senza una ragione. All'inizio mi sono incolpato. Pensavo di non essere un figlio di cui andare orgogliosi, infatti poi crescendo sono diventato quello che sono. Per tutto il dolore che ho provato, sentendomi sbagliato. Poi crescendo mi sono fatto delle domande. Ho pensato che lui tutto il tempo che è stato con me, gli otto anni che ha vissuto con noi, ha finto di amarci, per poi lasciarci in una situazione di merda.
Per questo quando sei arrivata tu nella mia vita, non sapevo come comportarmi, per la prima volta ho provato dei sentimenti verso qualcuno che non fosse mia madre, e non era rabbia. Ho capito solo dopo che era qualcosa di diverso e molto forte, e che anche uno come me poteva e può provare sentimenti del genere.>>
Una lacrima, una sola, gli riga la guancia. Cento, invece, rigano le mie.
Gliela asciugo con un bacio sulla guancia e lo esorto a continuare.
<<Dopo qualche anno che io e mia madre ci eravamo abituati a vivere da soli, una sera lei ha portato a casa nostra James. Aveva una figlia più grande di me: Tiffany.
Aveva perso la moglie quando lei aveva un anno.
Volli subito bene a quella ragazzina. Ma James proprio non riuscii ad accettarlo. Non riuscivo a vedere mia madre con un altro uomo che non fosse mio padre. A quei tempi ero ancora convinto che lui ci tenesse a me e che prima o poi sarebbe tornato. Ero geloso di lei.
Poi siamo andati a vivere a casa loro e il fatto che la mia vita e le mia abitudini fossero ambiate radicalmente, mi fecero andare su tutte le furie. Ed incolpai James. Stranamente, però, non sua figlia. Le volevo e le voglio, tutt'ora, molto bene. E anche se è più grande di me di un solo anno, sento di doverla proteggere, sempre. Ora questo stesso istinto lo provo anche verso di te. Ma non con James.
Ancora oggi non riesco ad accettare James.>>
Distoglie lo sguardo, impedendomi di perdermi in quelle pozze scure che sono diventati i suoi occhi.
<<Mi dispiace...>> sussurro.
Lui si stacca da me ed io sento un vuoto dentro che solo lui può colmare.
<<No. Vedi è questo che volevo evitare. Non voglio che tu provi compassione per me. Sono forte. Ho superato tutto questo. Mio padre non merita niente, è solo un errore per me.>>
<<Non provo compassione Tay. Provo tristezza e rabbia. Tuo padre non doveva. È stato davvero uno stronzo.>>
Dico con voce arrabbiata e incrinata dalle lacrime. Le asciugo con violenza, freneticamente, e lo guardo.
Lui mi guarda divertito e poi mi abbraccia.
<<Si, lo è.>>

Taylor mi ha accompagnata a casa mezz'ora fa e adesso, dopo essermi fatta una doccia, mi sono infilata nel letto a ripensare alla marea di informazioni che ho su di lui. Ma soprattutto a quella del padre.
Non posso crederci che abbia provato tutto questo, un bambino di soli otto anni non dovrebbe provare quello che ha provato lui!
Sono così arrabbiata con suo padre...
Ho deciso di non andare oltre con le domande e siamo rimasti in silenzio a guardare le stelle, finché lui non ha detto che si era fatto tardi e che sarei dovuta andare a dormire se no sarei stata troppo stanca.
Mi tratta come una bambina!
Ma provo un sentimento così forte per lui... non so neanche come definirlo.
Credo di essermi innamorata di lui...
Con questo pensiero fisso che mi tormenta... mi addormento.

<<Ambeeer!>>
Che vuole adesso mia madre?!
<<Stai facendo tardi a scuola!>>
Cazzo! Ero talmente stanca che non ho sentito la sveglia.
Mi alzo dal letto di scatto e mentre faccio la doccia, penso alla rivelazione di ieri sera.
Sono innamorata di Taylor.
Ok sono davvero fottuta.
Mi vesto velocemente con jeans bianchi e una t-shirt lunga nera. Poi metto le Vans e dopo essermi lavata e truccata, scendo a fare colazione, dove trovo i miei e mio fratello che stanno chiacchierando del college. Questo mi ricorda del fatto che devo parlare con mio padre.
Bevo un bicchiere di latte e quando sento un clacson saluto tutti.
<<Sta' attenta>> dice Andrew a denti stretti.
<<Ovviamente...>>
Ma che gli prende?! Credo non gli piaccia Tay.
Entro in macchina e lui mi saluta con un bacio sorridendo.
Arriviamo a scuola e rimaniamo stupiti del fatto che nonostante sia quasi l'ora di entrare in classe, sono tutti fuori a parlare tra di loro e a fissare qualcosa attaccato al muro.
Ci avviciniamo entrambi confusi e leggiamo.
"Si informano gli studenti del terzo, quarto e quinto anno, che gli orari interscolastici sono stati modificati per una serie di motivi. Si prega di aspettare il professor Smith per prendere i fogli con l'orario di ciascuno studente.
-Il preside."
Io e Taylor ci guardiamo.
Ottimo. Ora ci toccherà aspettare.
Lui mi trascina un po' più lontano dagli altri e mi spinge al muro.
<<Non resisto più: devo baciarti.>>
Sorrido.
<<Accomodati.>>
Lui non se lo fa ripetere due volte e mi prende per i fianchi, facendomi avvolgere le gambe intorno alla sua vita e mi bacia con foga.
Quando ci stacchiamo. Tutti ragazzi che sono fuori insieme a noi, ci stanno fissando.
Soprattutto Ally, Alexa, Cam, che è tornato, Nicole, Adam, Missy, Molly e... Hayes.
Sono quelli che mi saltano all'occhio. Perché sono i più felici, scioccati, arrabbiati e, purtroppo per me, tristi.
Se non si è capito, sto parlando di Hayes.
Taylor non ci fa caso e continua a baciarmi come se niente fosse.
Anche io continuo, perché mi va e perché voglio far vedere a Missy e Molly che Taylor è capace di avere una relazione, ma non con una di loro.
Sorrido fiera, quando ci stacchiamo, e Tay mi prende per mano, portandomi da Ally, Adam, Alexa, Cam e Nicole, che ormai fa parte del gruppo.
Non degna di uno sguardo Missy e Molly e sinceramente nemmeno io, però so che sono infuriate. La vedo brutta.
Qualcuno dietro di noi si schiarisce la voce: è il professor Smith.
<<Allora ragazzi. Ecco qua.>>
Il professore si mette a chiamare un per uno, tutti gli studenti e gli consegna il loro orario, così man mano il cortile si svuota e rimaniamo solo noi del quinto anno.
<<Amber Williams.>>
Mi avvicino al professore e afferro il mio orario, fissandolo.
Prima ora, inglese.
Mh, può andare.
Mi avvicino a Taylor, gli dó un bacio a stampo e cerco la classe.
Mentre la lezione sta per cominciare, entra sbattendo la porta, Taylor in tutto il suo splendore.
Oh. Mio. Dio.

PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora