CAPITOLO 73

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<<Perchè adesso?>> Chiedo in un filo di voce. La mia mente, contrariamente a tutto il tempo precedente, è svuotata completamente, non riesco a pensare ad altro che alle due parole che ha pronunciato proprio due secondi fa. E so che è vero, ma ho aspettato talmente tanto questo momento che adesso mi sembra surreale.
Lui si avvicina, con quell'emozione sempre presente negli occhi, ma che adesso ha finalmente un nome: "amore". Mi prende il viso tra le mani e mi guarda negli occhi con una tale intensità che non riesco a staccare gli occhi dai suoi, sono come incatenati, indivisibili. <<Cosa?>> Sussurra e la voce dolce di adesso è così in contrasto con tutte le urla dell'ultima ora.
<<Perché mi dici adesso queste cose? Potevi farlo prima, senza che io fossi incatenata in una relazione con un altro ragazzo, al quale voglio bene>> spiego e allo stesso momento chiedo delle spiegazioni.
<<Un ragazzo al quale vuoi bene ma che non ami. Giusto?>>
Abbasso lo sguardo, incapace di mentirgli, e rimango zitta per evitare di rispondere alla sua domanda.
<<So che è così. Ma per rispondere alla tua domanda... Prima non sapevo neanche di amarti, me ne sono reso conto solo nel momento in cui ho temuto più di perderti e ho cercato di dirtelo in ogni modo possibile, ma tu ovviamente non hai voluto ascoltarmi>> sussurra ad un centimetro dal mio viso, tanto che sento il suo respiro caldo sulla pelle. <<Sei così dannatamente testarda>> continua, scuotendo la testa.
La scuoto a mia volta. <<Non posso fargli questo.>> Chiudo gli occhi e sospiro profondamente, <<Non sarebbe dovuta andare così. Io sarei dovuta venire da te, dirti ciò che avevo da dire e andarmene. Ma ovviamente tu ti comporti da... tu sei..>> continuo a gesticolare con le mani nervosamente in attesa di una parola, <<...tu.>> Mi esce in un sospiro alla fine. <<E ti amo anch'io! Ti amo dannatamente e non posso farci niente.>>
E alla fine, non so come mi ritrovo incollata a lui, con le gambe avvolte intorno ai suoi fianchi, le sue mani sul mio fondoschiena e le mie tra i suoi capelli, cuori uniti, anime intrecciate.
Senza che me ne renda conto, abbandoniamo la festa, ritrovandoci così in ascensore. Nel momento in cui Taylor mi lascia andare, prendo fiato, respirando a pieni polmoni l'aria che non ho sentito prima il bisogno di respirare. In quel piccolo spazio silenzioso si sentono solo i nostri respiri, provenienti da parti opposte. Mi concentro su quel rumore, sul fatto che i respiri affannati siano l'ennesima prova del fatto che il debole che avevo per questo ragazzo e che credevo scomparso, c'è ancora . Ho bisogno di concentrarmi su qualsiasi cosa che non sia il pensiero di quello che sta per succedere. Non mi era mai passata per la mente la possibilità di perdere la mia verginità con Taylor. La cosa che desideravo più al mondo era quella che accadesse in modo speciale, con una persona speciale, per la quale provo qualcosa di forte e che anch'essa lo provi per me. E, stasera, sono più che sicura che sia la persona giusta.
Tutti i dubbi che avevo fino a questo momento scompaiono e, anche se mi sembrano passati secoli, incrocio finalmente gli occhi del ragazzo che amo e che mi ama.
Il suono del campanello ci interrompe e con uno scatto Taylor mi afferra il polso trascinandomi in camera e in pochi secondi mi ritrovo sdraiata sul letto con il ragazzo che amo accanto a me.
Taylor fa forza sulle braccia per sollevarsi su di me tenendosi sui gomiti per non schiacciarmi con il suo peso e, ancora una volta, ci troviamo faccia a faccia. Come un flash mi ritorna in mente una sera di quando stavamo insieme e se non avesse bussato mia madre sarebbe potuta succedere la stessa cosa di questa sera, solo che adesso non c'è nessuno che venga a trascinarmi via da questa situazione, nè tantomeno lo voglio io.
Per una volta prendo l'iniziativa e metto fine a questo silenzio poggiandogli una mano dietro la nuca e spingendo il suo viso verso il mio, facendo scontrare le nostre labbra. Riesco solo a gemere dal piacere che mi provoca il contatto con le sue labbra. Lui sembra sorpreso per un attimo, ma poi comincia a baciarmi con più trasporto, come mi sembra che non abbia mai fatto. Si stacca dalle mie labbra, ma poi sento le sue sul collo, scendono fino alla clavicola e al solco tra i seni, mentre mi faccio coraggio e gli poggio le mani sui fianchi tirandogli via la t-shirt leggera.
Taylor alza gli occhi di scatto e mi guarda dubbioso. <<Sei sicura che...>>
Non gli lascio continuare la frase e annuisco, ma lui ricomincia. <<Non voglio che pensi che ti abbia detto quelle cose solo per venire a letto con te. Se non vuoi stasera...>>
<<Taylor. Va tutto bene, lo voglio. Ti voglio>> una leggera risata mi scappa dalle labbra e Taylor mi guarda incantato, poi si decide a sfilarmi il vestito.
Mi ritrovo in biancheria intima ma non può fregarmene di meno. I baci di Taylor continuano a scendere sempre più in giù, ritrovandosi di nuovo al solco tra i seni, mi guarda negli occhi come a chiedermi il permesso e silenziosamente glielo concedo. Come potrei mai dirgli di no dopotutto?
Mi slaccia il reggiseno e mi ritrovo con addosso solo le mutandine bianche. Una mano di Taylor si posa a coppa sul mio seno accarezzandolo e giocando con il capezzolo che si indurisce all'istante. Mentre con una mano fa questo le sue labbra si posano sull'altro e comincia a succhiarlo facendomi vedere le stelle. Sono sensazioni che non ho mai provato perché nessuno mi ha mai toccata in questo modo. In quest'ultimo mese Dylan ci ha provato ma come avrei potuto fare una cosa del genere con un ragazzo che non ero sicura di amare? E per giunta avendone un altro in testa? Sarei stata ingiusta. Gemo e mi mordo forte il labbro per non farci sentire dalle altre persone in camera.
Taylor si stacca dal mio seno e solleva di poco lo sguardo. <<Lui non ti ha mai toccata vero?>> Chiede con la voce affannata dai baci che mi sta riservando.
<<No>> sussurro incapace di riuscire a dire altro.
Il suo viso si abbassa ancora e pian piano scende con i baci sullo stomaco poi lascia una scia che arriva fino al ventre, e infine mi posa un bacio in quel punto, da sopra le mutandine. Il mio respiro si fa ancora più affannato e Taylor se ne accorge perché accenna un ghigno.
<<E dimmi... ci ha provato?>> Chiede ancora, con voce roca. Non riuscirei a rispondergli neanche se volessi, così mi lamento. <<Dimmelo>> ordina.
Riesco solo ad annuire debolmente e vedo che il suo sguardo si indurisce, facendosi sempre più cupo. Per un attimo lo vedo intenzionato ad allontanarsi, ma poi mi scruta e decide di non farlo. <<Ne riparleremo>> sospira e ritorna a concentrarsi su di me.
Mi sfila le mutandine e inizia a posarmi dei baci umidi, utilizzando anche la lingua, sul mio punto più sensibile. Inizio a contorcermi sul letto, mordendomi le labbra per non gemere, ma ogni tanto mi scappa qualche mugolio e vedo Taylor sorridere compiaciuto. Qualche secondo dopo- almeno così mi sembra- inserisce anche due dita. Dà inizialmente fastidio, ma poi un piacere immenso mi monta nello stomaco e ricomincio a soffocare delle urla.
<<Non trattenerti con me, piccola. Siamo solo io e te, nessun altro.>>
Annuisco e mi lascio andare al mio primo orgasmo, urlando come non mai.
Taylor si solleva sulle braccia e osserva famelico tutto il mio corpo, sembra quasi che voglia sbranarmi. Mi posa un bacio casto sulle labbra, dopodiché si sfila i jeans e i boxer. E si allunga per prendere un preservativo. Prima di fare qualunque altra cosa, ricomincia a parlare: <<Non immagini quanto lo voglia, ma sei proprio sicura di volerlo stasera?>> Nei suoi occhi leggo insicurezza, ma soprattutto desiderio, desiderio che prende il sopravvento quando rispondo: <<Si, ti prego. Smettila di chiedermelo.>>
A quel punto Taylor strappa l'incarto del preservativo con i denti e se lo infila. <<Farò piano, te lo prometto>> sussurra, leggendo forse l'insicurezza nel mio sguardo, abbassandosi poi per baciarmi con passione.
A quel punto, inizia a farsi strada dentro di me così come il dolore, man mano che avanza. Mi mordo forte il labbro inferiore, per non urlare di dolore, Taylor se ne accorge e si ferma, mentre delle lacrime iniziano a scendere sulle mie guance. Lui mi posa dei leggeri baci su tutto il mio viso, asciugandomi le guance dalle lacrime.
<<Appena sei pronta, inizio a muovermi okay?>> Mi chiede con un tono completamente diverso da quello duro che usa di solito, questo qui è dolce, premuroso, ma anche carico di un desiderio che cerca di domare.
Riesco solo ad annuire e rimaniamo in silenzio per non so quanto tempo, e mi ripeto che prima o poi dovrà muoversi e che più tempo rimarrà fermo, più farà male.
Prendo un respiro profondo e, annuendo, affermo: <<Sono pronta>>.
Taylor inizia a muoversi, molto lentamente, in un modo che immagino sia doloroso anche per lui, e ricomincia a baciarmi.
<<Merda, sei strettissima>> geme, piano.
Dopo varie spinte, inizio ad abituarmi e il dolore viene accompagnato sempre di più dal piacere crescente. Mi aggrappo con le unghie alle sue spalle, lasciandogli dei segni evidenti, molto probabilmente.
<<Ti amo>> mi sussurra Taylor, poco prima di lasciarmi un altro bacio, per niente casto, sulle labbra. Sorrido, per la felicità di quel momento perfetto e ripeto anche io quelle due parole che mi era sembrato di non poter dire a nessuno. Ma ovviamente lui è Taylor e Taylor non è nessuno. <<Anch'io ti amo>>.
Dopo un paio di spinte, vengo travolta dal mio secondo orgasmo e subito dopo lo raggiunge anche Taylor.
Sfinita, non riesco a pronunciare una sola parola e Taylor si stende al mio fianco, coprendo entrambi con il lenzuolo. Mi avvicino a lui, che mi mette una mano sul fianco e mi stringe a sè, come se potessi scomparire da un momento all'altro. <<Non lasciarmi mai più>> mi sussurra, con un minimo di paura nella voce.
<<Non potrei neanche se lo volessi>> rispondo, un attimo prima di chiudere gli occhi e addormentarmi.

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