CAPITOLO 42

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CAPITOLO 42
<<Ciao, bimba>> Taylor mi saluta appoggiato allo sportello dell'auto, con le mani nascoste dietro la schiena.
<<Ciao>> gli sorrido.
Dove sei stato? Vorrei chiedergli. Perchè non mi hai risposta a tutte le chiamate ed i messaggi?
Si avvicina lentamente a me e mi porge un mazzo di rose rosse.
Oddio sono stupende.
<<Oddio Tay, sono meravigliose.>>
Mi lancio direttamente su di lui e tiro un urletto di gioia.
Lui ride e mi abbraccia con ancora le rose in mano.
Quando ci stacchiamo le prendo e ci affondo il viso dentro per farmi inebriare dal profumo dei miei fiori preferiti.
Taylor mi dà un bacio sulla guancia e torna in macchina, seguito da me.
Il tempo passa in silenzio ed io, giocherello con i petali di una rosa, guardando la città che corre veloce attraverso il finestrino.
Finchè non mi faccio coraggio, prendo un bel respiro e parlo.
<<Tay dove sei stato tutto questo tempo?>>
<<A fare delle commissioni con James.>>
Strano. Molto strano: lui non riuscirebbe a stare cinque minuti da solo con James.
<<Con James?>>
<<Si, con lui.>>
<<Taylor non ti credo. Se fossi stato con lui avresti risposto almeno a uno dei miei messaggi, ma non l'hai fatto. E poi tu odi stare con James, non è possibile che sia stato con lui. Avresti potuto trovare anche una scusa migliore, almeno avresti fatto vedere di esserti sforzato>> sbotto.
Lui mi guarda incredulo.
<<Beh, non credermi, ma è stato così e sono stato costretto>> dice lui secco.
<<Allora perché non mi hai risposta?>>
Silenzio.
<<Tay non voglio sembrare una di quelle ragazze che stanno appiccicate ai loro fidanzati e non gli lasciano spazio. Ma semplicemente non è da te e vorrei sapere la verità.>>
<<Questa è la verità. E comunque ti faccio notare che lo stai diventando>> dice questo quando ha appena finito di parcheggiare l'auto.
Sta dicendo sul serio?
Non sono affatto così e lo sa bene.
Sa bene che non voglio essere quel tipo di ragazza.
Lo guardo incredula e furiosa, e scendo dalla macchina sbattendo la portiera.
<<No, Amber. Aspetta, non volevo dire questo>> cerca di fermarmi.
<<Tu non vuoi mai dire quello che dici, ma lo dici comunque!>> Urlo, ma non troppo, in modo che quelli nel parcheggio non sentano.
Non gli presto attenzione e raggiungo gli altri, rossa di rabbia, che ci stanno aspettando davanti l'edificio.
<<Hey tutto bene?>> Mi chiede Nicole, accarezzandomi una ciocca di capelli, facendo così girare tutti verso di me.
Non mi ero accorta che ci fossero proprio tutti tutti, compresi quello stupido di Justin e il suo amichetto, Aaron.
<<Si, tutto bene>> sospiro, rassicurandoli.
Vedo Taylor che si avvicina a grandi passi verso di me, con la rabbia che gli scurisce il viso, così mi volto dall'altra parte e cerco di concentrarmi su qualcosa che non sia lui.
Guardo l'enorme struttura con le pareti lucide e nere davanti a me, illuminata da piccole luci che la contornano. Poi i miei occhi si posano sull'enorme uomo della sicurezza che si trova davanti all'entrata, con una postura rigidissima che mi fa quasi scoppiare a ridere.
Lui se ne accorge e mi guarda accigliato e confuso.
Sento una mano posarsi sulla mia spalla e che prova a farmi girare, ma io mi divincolo e prendo Nicole a braccetto avviandomi verso l'entrata.
La musica è assordante già dall'esterno e quando entriamo è anche peggio.
Mi dà fastidio, però, nonostante questo, sono felice che sovrasti i miei pensieri perché in questo momento mi basterebbe guardare per un attimo Taylor negli occhi e gli perdonerei qualsiasi cosa.
Ha fatto un bel gesto, ma probabilmente gli è venuto in mente solo per evitare l'argomento, forse sperava che mi dimenticassi che non si è fatto sentire per due giorni interi senza darmi una spiegazione, solo per avermi regalato delle rose.
Ma non è stato così.
Non puó prendermi in giro come fa con le altre, non sono quel tipo di persona, non mi piace più farmi mettere i piedi in testa.
<<Andiamo a sederci su, Amber.>>
Ally prende per mano me e Nicole, e ci avviamo al privet, dove ci sono tutti i nostri amici.  Ognuno di loro ha già in mano un drink.
Mi butto sul divano accanto a Nicole e ad Aaron.
Cominciamo tutti a bere ed io stessa, per non pensare, sono arrivata già al terzo bicchiere di vodka alla fragola.
<<Ragazzi che ne dite se giochiamo a rispondi o penitenza?>> Chiede Justin.
E chi se no?
Tutti annuiscono e subito dopo arriva anche Taylor che si siede di fronte a me non mi stacca gli occhi di dosso neanche per un secondo.
Rispondi o penitenza consiste nel rispondere ad una domanda personale sulla persona che te la pone e se rispondi in modo errato, devi subire una penitenza.
Ci sistemiamo tutti meglio e cominciamo a giocare.
<<Ally quando è il mio compleanno?>> Le chiedo.
Troppo facile.
Infatti, lei fa una smorfia e poi risponde: <<Facile: primo marzo.>>
Annuisco e si continua il giro.
Oh no, a me tocca Aaron.
<<Amber il mio colore preferito?>>
Bastardo.
<<Mmmh... il verde?>> Chiedo speranzosa, ma lui scuote la testa e comincia a pensare alla mia penitenza.
Taylor lo guarda preoccupato quanto me, sa che Aaron non si fa scrupoli e potrebbe chiedermi qualunque cosa ed io dovrei per forza farla.
Fa un ghigno e guarda in direzione del bar.
<<Vai dal barista e provaci con lui.>>
Che cosa?!
Taylor scatta in piedi.
<<No! Non se ne parla>> sbotta categorico.
Per quanto possa avere ragione e nemmeno io voglia farlo, il suo tono mi dà fastidio, quindi, mi alzo e vado verso il bancone per fare ció che mi è stato obbligato, seguita dagli sguardi increduli e arrabbiati di tutti.
Il ragazzo dietro al bancone è molto carino: è alto, fisico slanciato, moro ed occhi azzurri.
<<Ciao>> gli sorrido, non so dove sto trovando tutto questo coraggio.
<<Hey bellezza. Vuoi qualcosa?>>
<<Si... vodka alla menta, grazie.>>
Mi sporgo sul bancone, mettendo un po' in mostra la scollatura.
Sento gli occhi di fuoco di Taylor puntati su di me.
<<Arriva subito>> mi fa l'occhiolino e subito dopo mi porge il bicchiere.
<<Allora, come ti chiami?>> Gli chiedo, notando solo dopo il nome sul suo cartellino.
Cavolo sono davvero ubriaca.
Lui peró non me lo fa notare.
<<Nate e tu?>>
<<Amber. Sai che sei davvero carino?>>
Dopo aver detto questo, scoppio a ridere.
<<Grazie bambolina, anche tu.>>
Mi sporgo sempre più sul bancone per avvicinarmi a lui che non sembra volersi ritrarre e quindi mi lascia fare. Quando le nostre labbra si sfiorano, una persona dietro di me mi fa bloccare.
<<Basta così. Puó bastare.>>
<<Hey amico, lasciala stare. Non vedi che ci stai disturbando?>> Dice il cameriere, ignaro di tutto.
<<Coglione, lei è la mia ragazza ed è qui solo per uno stupido obbligo e decido io quando deve smetterla e ora deve farlo.>>
Stringe i pugni con tanta forza da far diventare le nocche bianche e corruga le sopracciglia, facendo creare un solco profondo tra di esse.
<<S-scusa amico>> dice il barista, ormai spaventato, e si allontana.
<<Mi dici che cazzo stai facendo?!>> Mi urla in faccia.
<<E tu? Mi dici che cazzo hai fatto?!>> gli urlo in faccia, coprendomi subito dopo la bocca con la mano. A furia di imitarlo sto diventando volgare.
<<No>> mi lascia lì impalata e va via.
Lo odio! Non lo sopporto!
Lo seguo attraverso il locale, per poi raggiungere il resto del gruppo.
<<Che peccato. Taylor sei stato un guastafeste, era un bello spettacolo.>>
<<Sta zitto Justin!>> Gli intima lui in risposta e Justin non puó far altro che obbedire.
<<Continuiamo ragazzi?>> Chiede David.
<<Certo>> rispondono gli altri in coro, mentre io e Taylor rimaniamo in silenzio.

PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora