CAPITOLO 38

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<<Adam>> lo guardo stupita.
<<Che ci fai qui?>>
<<Taylor voleva venire a cercarti perché non entravi in classe. Ho preferito venire io ed è stato meglio così.>>
Guarda il mio polso e poi si gira da Hayes.
Lo guarda con sguardo minaccioso ma lui non vacilla.
<<Non permetterti di metterle le mani addosso e dire che il mio migliore amico non si merita Amber!>> Urla dandogli uno spintone.
<<Lui meriterebbe chiunque. E di certo tu non sei meglio di lui che vai a parlargli alle spalle. Si vede che non hai le palle, altrimenti glielo diresti in faccia.>>
Non ho mai visto Adam così.
Si vede quanto ci tiene all'amicizia, a Taylor e ai rapporti in generale.
Sono contenta che Ally abbia trovato un ragazzo come lui.
<<È la verità. Vorresti forse negarlo? Lui non la merita. Alla prima occasione andrà da qualcun'altra e la pianterà in asso.>>
Guarda Adam, poi si rivolge a me, spostando lo sguardo.
<<Io non lo farei mai.>>
<<Ma non ti vergogni? Cercare in tutti i modi di gettare merda sugli altri solo per farti bello ai suoi occhi.
E questo lo chiameresti essere uomo?
Magari Taylor non è mai stato e non è, il miglior ragazzo che esista, ma almeno lui è stato corretto e ha sempre detto la verità in faccia a tutti.
E tu?
Tu le stai dicendo tutta la verità?
Perché non le dici di quando andasti a letto con Nicole e la piantasti in asso?
O con Brittany, una delle ochette di Missy e Molly.>>
Non posso credere che Nicole sia andata a letto con lui.
Dovrò parlargliene.
Hayes trasalisce a quelle parole e Adam lo guarda vittorioso. Peró lui si riprende subito.
<<Erano delle ragazze facili. Ma lei non lo è. Tu non lo sei Amber, non permettere che questi qui ti trattino come tale.>>
<<Non ti permetto di parlare così di Nicole, che è mia amica e non ti permetto di parlare così dei miei amici e di Taylor. Basta così Hayes. Non voglio più vederti. Vattene, ti prego>> questa volta a parlare sono io, che ho sentito abbastanza, anche troppo.
Distolgo lo sguardo da lui per non guardarlo negli occhi.
Non vorrei vederci dentro quella tristezza che mi farebbe vacillare.
Non pensavo fosse così.
Ma come si permette di parlare così di loro?
Quanto è vero che le persone non si finiscono mai di conoscere.
<<Se rimani con loro, allora è così, sei una delle tante. Sei una puttana.>>
A queste parole, Adam scatta e gli tira un pugno in piena mascella.
Lui peró non si scompone, si mette una mano sulla guancia e guarda Adam fulminandolo con lo sguardo.
Poi rivolge la sua attenzione a me.
<<Bene. Ma quando lui ti tradirà, perché lo farà, non venire a piangere da me.>>
Mi lancia un'ultima occhiata dispregiativa e se ne va per sempre dalla mia vita.
Dopo essermi assicurata che se ne sia andato via, mi appoggio al muro e mi lascio cadere a terra, scivolando pian piano in un pianto di pura tristezza e delusione.
Non ci credo!
Come ha potuto chiamarmi così? Come ha potuto dire prima di amarmi e poi trattarmi in questo modo?
Perché non la finirò mai di stupirmi di quanto si possa sempre conoscere il peggio di una persona? Oppure di sorprendermi del fatto che per quanto tu creda di conoscerla, alla fine si dimostra tutt'altro e tu capisci che in fondo, non l'avevi conosciuta per niente?
Mi accascio a terra, portandomi le ginocchia al petto e abbracciandomi le gambe con le braccia.
Adam si avvicina a me e mi circonda le spalle con un braccio.
Io appoggio la testa sul suo petto e mi abbandono in un pianto trattenuto a lungo.
Faccio scorrere via, attraverso le lacrime, tutta la frustrazione, la rabbia e le tristezza accumulata negli ultimi tempi.
Sembra di essere tornata all'inizio, quando ancora soffrivo per Taylor e lui era l'unico a consolarmi.
Sembra passato così tanto tempo, ma alla fine non è per niente così: è passato quasi un mese.
Sabato è Halloween e sarà un mese preciso, un mese che ho conosciuto questi ragazzi che mi hanno completamente stravolto la vita, ma ai quali voglio molto bene.
Adam rimane accanto a me per tutto il tempo e non allenta la presa per un solo secondo ed io ne sono felice perché, se in questo momento mi lasciasse, mi sentirei terribilmente sola.
<<Non... non posso farcela Adam>> piagnucolo tra le sue braccia.
<<Si che ce la fai, non dire stupidaggini>> sospira, ma il suo tono di voce è fermo e sicuro, ed ha l'effetto di rassicurarmi.
Ma giusto un po'.
<<Perchè tutti quelli che mi circondano devono dimostrarsi sempre ció che non pensavo che fossero?! Mi sento sempre e costantemente delusa da ciò che mi circonda. A volte penso che... forse quella sbagliata sono io.>>
Alzo la testa dal suo petto e tiro su con il naso, lui peró non mi lascia.
<<Come puoi dire questo? Tu sei fantastica, Amber. Sei una ragazza solare e gentile. Da quando sei entrata nella vita mia e di Taylor ce l'hai migliorata. Tu con il tuo sorriso e quegli occhi che parlano anche quando le labbra non si muovono e tu non vorresti.
Hai amici ed amiche che ti vogliono un mondo di bene; hai una famiglia che ti adora e per famiglia, nello specifico, intendo Ally e Cameron, soprattutto Ally, che ti considera una sorella; hai me, che ti adoro nonostante tu sia così testarda e tutto ciò che pensi di te stessa. Ti adoro perché sei la mia migliore amica.
E poi hai Tay, che Dio solo sa quanto tiene a te e ci tiene per come sei, non per quella che credi dovresti essere.
Tutto questo perchè sei meravigliosa Amb, e non pensare mai più di essere sbagliata.>>
Per questo voglio un gran bene ad Adam, perché sa sempre cosa dire e quando dirlo. È un ragazzo fantastico e non smetteró mai di dire quanto sono stata fortunata ad incontrarlo.
<<Grazie Adam. Anche tu sei fantastico e sono fortunata ad averti come migliore amico.
Ti voglio bene.>>
Lo abbraccio.
<<Anche io Amb>> dice stringendomi e affondando io viso nei miei capelli.
<<Adesso andiamo? Che dici?>>
Annuisco e ci alziamo.
<<Io vado un momento in bagno, non posso farmi vedere in queste condizioni.>>
<<Sei bellissima anche così. Ma comunque vai non ti preoccupare.>>
Mi avvio al bagno per la seconda volta in un'ora.
Quando entro mi appoggio al lavandino e tiro un lungo sospiro, per poi alzare il volto allo specchio.
Oddio sembro uno zombie.
Ho tutto il trucco colato e i capelli scompigliati.
Il mascara segue la linea delle lacrime che sono scese sul mio viso quando ho pianto.
Sciacquo il viso in fretta sperando che insieme al trucco vada via anche questa sensazione di delusione che mi opprime.
Ho bisogno di una doccia calda. Ora.
Forse è meglio che vada a casa: non me la sento proprio di continuare le lezioni.
Asciugo il viso e mi avvio verso l'uscita della scuola.
Quando sono al portone, mi rendo conto che appoggiato alla sua auto c'è Taylor.
Non lo so, ma appena incrocio il suo sguardo lui si stacca dall'auto e mi guarda con un misto di sorpresa, sollievo e confusione.
Sembra quasi essersi accorto che qualcosa mi turba.
Appena lo vedo, la felicità e il sollievo prendono il sopravvento, così corro verso di lui e gli salto addosso.
Lui mi prende con facilità, come se non pesassi niente, e mi stringe forte, come io faccio con lui.
Non so perché ma riprendo a piangere.
Sono così contenta che sia qui con me, sembra passata una vita da quando non lo vedo eppure è solo un'ora, ma sono successe così tante cose.
Le lacrime mi scendono piano sul volto.
<<Hey, shhh. Cosa ti è successo?>> Mi chiede piano.
Non so se voglio dirglielo: sarà il pretesto con il quale potrà finalmente scagliarsi su Hayes e, anche se mi ha fatto del male, non voglio.
Scuoto la testa e non gli rispondo.
Lui si stacca da me ed io scendo da lui, rimpiangendo la perdita di contatto.
Mi sento così persa senza di lui, è spaventoso.
<<Amber voglio saperlo>> dice con il tono più duro.
<<Non credo tu voglia saperlo davvero e poi... non so nemmeno io il vero motivo: mi sono successe una marea di cose negli ultimi tempi.>>
<<Ora. Ora cosa ti è successo?>>
Sbuffo.
<<D'accordo ma andiamo a casa mia: non ho voglia di stare ancora qui.>>
Annuisce e prende le chiavi dell'auto.
<<Aspetta, ma tu non devi continuare le lezioni?>>
<<Si, ma anche tu. E se tu non ci vai, non ci vado neanch'io.>>
Sorrido e saliamo entrambi in macchina.

Rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto fino a casa mia.
Entriamo in casa e mi rendo conto che non c'è nessuno.
<<Vieni con me>> lo trascino al piano di sopra, fino in camera mia.
Ci sediamo sul letto e comincio a parlare.
<<Ho incontrato Molly e Missy>> comincio.
Preferisco tenere l'altra cosa per dopo.
Non so perché ma non voglio ancora affrontarla, preferisco tenere il peggio per dopo.
E poi è come se parlarne con lui, renda la cosa ancora più reale.
Il suo viso si contrae in una smorfia di rabbia.
Oh, no. Se già si arrabbia per questo, quando gli dirò di Hayes, che farà?
Oddio.
<<Che hanno fatto quelle due?>>
<<Niente. Le solite cose. Mi hanno detto di starti lontana perché me la sarei vista con loro. E...>>
Non continuo la frase.
Non ho ancora pensato a quello che mi ha detto Missy, peró sono convinta che lui sia cambiato o almeno lo spero.
<<E?>> M'incalza.
<<E mi hanno detto anche che non appena saremo andati a letto insieme mi lascerai. Perché l'hai fatto tante volte con le ragazze che sembrano più difficili. Hai finto di amarle e poi dopo aver ottenuto ciò che vuoi le hai lasciate andare. Ma io gli ho detto che non le credevo.>>
<<E...>> si schiarisce la voce, <<non gli credi sul serio, giusto?>>
Cavolo, sembra preoccupato.
Certo che non gli credo, quelle due sono arpie.
Ora ne sono convinta: sembra preoccupato all'idea di perdermi.
<<No, non gli credo. Sono convinta che tu sia cambiato.>>
Mi avvicino a lui e gli accarezzo la guancia.
Ma a lui non basta.
Mi avvicina a sè e mi dà un bacio a stampo sulle labbra.
<<È solo questo?>> Sospira.
Scuoto la testa e abbasso lo sguardo.
<<Amber... cosa c'è di così brutto da non volermene parlare?>>
<<Hayes...>>
Si alza di scatto dal letto.
<<Hayes? Hayes... cosa?!>>
Perché si agita appena dico il suo nome?
Forse sapeva tutto quello che ha fatto alle ragazze? A Nicole?
Se si, perché non me ne ha parlato?
Peró non dovrebbe arrabbiarsi anche lui è stato così in passato, in effetti lo è stato fino a poco tempo fa.
<<Hayes è venuto da me. Voleva baciarmi, ma io non gliel'ho permesso. Poi ha cominciato a dirmi che tu non mi meriti, che non sei quello giusto per me, ma che lo è lui, che mi ama, poi ha cercato anche di farmi del male.>>
Lui spalanca gli occhi e stringe i pugni, facendo diventare le nocche rosse e contraendo i muscoli della mascella.
<<Io gli spacco la faccia!>> Urla avviandosi alla porta.
<<Aspetta!>> Urlo correndo da lui a fermarlo.
Gli metto una mano sulla spalla e lui si volta verso di me.
<<Ci ha già pensato Adam. Gli ha tirato un pugno e lo ha riempito di parole dopo che...>>
<<Dopo che? Cazzo, perché non finisci mai le frasi?>>
<<Dopo che mi ha chiamata puttana...>> abbasso lo sguardo e osservo le piastrelle del pavimento che in questo momento sembrano avere un non so che di interessante.
<<Lo ammazzo sul serio. Sul serio cazzo.>>
<<Poi io l'ho cacciato via e se n'è andato.>>
<<Davvero? L'hai cacciato?>>
Ovviamente, perché è così sorpreso?
Non voglio che una persona come lui mi stia accanto, anche solo come amico.
Mi ha mentito tutto il tempo riguardo alla persona che era, fingendosi un angelo.
Ma in realtà era solo uno stronzo che faceva soffrire le ragazze.
È vero che sto con un ragazzo che fino a poco tempo fa era come lui, ma almeno Taylor non ha mai finto riguardo a chi era. Ha sempre ammesso di comportarsi male.
Lui si rilassa un po' e va a sedersi sul letto, trascinando anche me per la mano.
Peró, facendo questo, nota il livido sul mio polso che si è già formato.
Fa dei lunghi respiri e chiude gli occhi.
<<Sbaglio vero se vado ad ucciderlo?>> Mi chiede aprendone uno.
Io sorrido ed annuisco: la situazione ha un non so che di divertente.
Vederlo così in difficoltà mi fa ridere, ha sempre risolto tutto a pugni e vederlo trattenersi non ha prezzo.
È molto dolce da parte sua, soprattutto perché so che lo fa solo per me.
<<D'accordo ma se si avvicina ancora a te, non potrai impedirmi di prenderlo a pugni.>>
<<D'accordo. E penso che anche Adam non ti fermerà, anzi credo che ti darà una mano.>>
Lui ride e mi abbraccia forte.
<<Ricordami di ringraziarlo>> dice.
Annuisco e ci stendiamo insieme abbracciati sul mio letto.
<<Amb?>>
<<Si?>>
<<Non credi neanche a quello che ti ha detto Hayes, vero? Spara solo cazzate.>>
Non capisco perché ha tutto questo bisogno di essere rassicurato. Ma se vuole glielo dirò anche altre centomila volte per far si che si convinca.
<<No Tay, non credo nemmeno a lui.>>
Mi posa un bacio sulla testa e finalmente si rilassa.

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