Capitolo 3-1: L'inizio

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Passò poco tempo, e finalmente arrivò il giorno del colloquio all'interno delle mura dell'Arcadia. Un gruppo di soldati, poco meno di una quindicina, arrivò alla nostra comunità per prelevarci. Non vi era l'uomo che io e Yuu incontrammo quel giorno, nel piccolo plotone... Notando la sua assenza, Yuu guardò infastidito Blake: "Te lo avevo detto", era ciò che il suo sguardo mi sembrava gli dicesse.
Il Maestro, del quale ancora non sapevo il vero nome, aveva avvisato alcuni soldati sull'ubicazione della comunità molto tempo addietro... Sicuramente non temeva di venire attaccato... In effetti, non vi era il pericolo: considerando che quella comunità poteva risultare in una "miniera d'oro" riguardo a soldati con doti speciali, attaccarli sarebbe stato pericoloso anche per i militari. Mantenere un rapporto di amicizia, invece, sarebbe stato più vantaggioso per entrambe le fazioni...

Ero contenta di questa scelta, nessuno si sarebbe fatto male. 

Per tutto il tragitto fummo scortati dai soldati, che si sistemarono in cerchio intorno a noi. Probabilmente, era fatto per tenerci meglio sotto controllo: nonostante saremmo potuti diventare loro alleati, era possibile che fossero spaventati dalla nostra presenza, o che non volessero abbassare la guardia. Nessuno aprì bocca per quasi tutto il viaggio: Mirajane e Blake osservavano i soldati e Yuu, nel tentativo di vederlo parlare da solo. Io provai a parlare con lui, ma venni ignorata quasi sempre... Anche se ogni tanto potevo sentirlo sbuffare o fare versi infastiditi: suppongo che viaggiare insieme ai soldati non gli andasse poi tanto a genio.

Arrivati alle mura ci lasciarono entrare, ma anche nelle strade eravamo scortati dai soldati... Era davvero snervante, mi sentivo come se fossi stretta tra due muri. Dopo circa venti minuti di camminata, arrivammo finalmente al Palazzo Imperiale: era un posto bellissimo.

Rimasi sbalordita mentre osservavo ciò che ci circondava, e non ero l'unica ad esserlo. Tempo addietro, io e Yuu entrammo dentro le mura ma restammo molto vicino ad esse. Non potevo immaginare che ci fosse un luogo così tanto bello.
Il Palazzo Imperiale era una enorme villa bianca come il marmo. Le vetrate erano colorate, simili a quelle della mia chiesa, ma molto più grandi e con decorazioni fantastiche. Potevo notare dalla distanza incredibili rifiniture e abbellimenti nella facciata del Palazzo in color oro... Forse erano proprio fatte d'oro.

Arrivammo davanti ad un muro che circondava il palazzo, e ci fu permesso l'accesso sempre scortati dai soldati: il Palazzo era circondato da un enorme giardino che si disperdeva a vista d'occhio.
Era bellissimo, non avevo mai visto qualcosa del genere... Fontane in marmo, statue, e delle siepi perfettamente speculari facevano da perimetro al piccolo sentiero che si diramava in decine di strade intorno alla villa. I fiori erano bellissimi, divisi in modo ordinato per colori. Dalla distanza vidi anche un enorme stagno, e credo che ci fossero anche dei fenicotteri. 
Non ebbi il tempo materiale per osservare ogni singolo dettaglio, ma era uno spettacolo bellissimo. 

Arrivati davanti all'enorme portone in legno scuro, uno dei soldati bussò sul battente color oro a forma di testa di leone, e pochi istanti dopo si aprì lentamente.
La figura che ci trovammo davanti ci lasciò di stucco... Mi voltai verso Yuu, notando che la sua espressione passò dallo stupore alla rabbia.

<< Oh cielo.>>
Disse l'uomo che aveva aperto la porta, sorridendo e afferrando l'elsa della lama legata alla cinta.

<< Sapevo ci saremmo rivisti, ma non mi immaginavo così presto.>>
Aggiunse poco dopo. Potevo percepire una strana tensione nell'aria: Yuu e quell'uomo, Levyathan, si stavano guardando intensamente negli occhi... L'espressione di Yuu era infastidita, mentre quella del Generale sembrava divertita.
Pochi istanti dopo si voltò verso di me, mostrandomi un sorriso gentile.

<< Sono davvero entusiasta di poterla rivedere, Miss Jeanne White.>>
Mi disse rapidamente. Subito dopo schioccò le dita, e fece un cenno ai suoi soldati: essi risposero con un saluto militare, per poi disperdersi.

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