Capitolo 8-6: Apex

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Non la riconobbi appena la vidi...

Il suo corpo era pieno di ferite, seppur per la gran parte superficiali. Notai una ferita più profonda, però: sembrava quasi fosse stata pugnalata in una spalla.
Se Levyathan non mi avesse detto chi avessi davanti a me in quel momento, non la avrei mai riconosciuta.

La prima volta che la vidi era in lacrime, raggomitolata nel pavimento della sua casa, con indosso vesti stracciate... Ora era davanti a me, con una espressione furiosa, colma di ferite e con uno sguardo che lasciava intuire un singolo sentimento:

Rabbia.


Diana si rialzò lentamente dal terreno, tremando, con il sangue che gocciolava ad intervalli regolari nel terreno ai suoi piedi.
Non fece neanche un verso di dolore, un lamento.... Niente.
Continuò a fissare Levyathan, in silenzio; sguardo colmo d'odio.

<< Non comprendo la tua persistenza nel volermi affrontare. Guardati, sei ridotta ad uno straccio. >>
Le disse il generale.
Il suo sguardo era serio, non mosse neanche un muscolo....
Anzi, uno lo mosse: posò la mano destra sull'elsa della sua spada.

<< Se credi davvero che io mi arrenda per un colpo dietro la nuca... Per così poco... Sei davvero fuori strada... >>
Gli rispose la ragazza, respirando lentamente e profondamente.

<< Avrei dovuto semplicemente ucciderti, li in mezzo. Ho voluto fare un gesto di benevolenza, ma, come al solito, mi si è ritorto contro, ribelle. >>
Le rispose, infastidito.

Non avevo la benché minima idea di cosa fosse successo poco prima, ma dalle parole che si dissero in quei secondi capii che si stavano scontrando, per qualche motivo a me oscuro, da parecchio tempo.


Lei?
Un membro dei ribelli?

Non riuscivo a capacitarmene. Era davvero una cosa che, il giorno che la incontrai, non mi era nemmeno passato per la testa, nemmeno per un istante.


<< Generale Levi, non so cosa sia successo fino ad ora ma la prego di fermarsi! Non c'è motivo di proseguire questo scontro, non vede? Non è in grado di combattere, questa ragazza ha bisogno di cure! >>
Esclamai, rivolgendomi a Levyathan, cercando di fargli cambiare idea.

L'uomo estrasse il suo stocco dal fodero, incamminandosi lentamente verso Diana.

<< Ho paura sia ormai troppo tardi, ormai. >>
Mi rispose, senza voltarsi, dandomi le spalle.

<< In più, le ho proposto di arrendersi... Ha rifiutato la mia offerta. Non ho più alcun motivo per cui fermarmi, ormai. >>
Aggiunse poco dopo.

Diana fece un verso infastidito.

<< Ma guardati, ora fai pure la parte del bravo ragazzo... Se speravi davvero avessi potuto accettare la tua proposta allora sei anche più pazzo di quanto mi fossi immaginata. >>
Gli rispose, per poi portare un braccio verso l'esterno:

Le fiamme avvolsero il suo arto, per poi convogliare nella sua mano, generando una spada nera circondata dalle fiamme.
Sembrava una lama fatta di carboni ardenti.

<< Non mi arrenderò mai a te! >>
Urlò, lanciandosi verso Levyathan a tutta velocità.
I due avversari scontrarono le loro lame con una forza disumana: delle scintille di fuoco li circondavano ogni volta che le loro spade si scontravano.

Una, due, tre volte... Ben presto persi il conto di quanti fendenti Diana stesse sferrando verso il generale.
Erano attacchi furiosi, privi di qualsiasi genere di logica e strategia: Levyathan li bloccava tutti, uno ad uno, senza troppi sforzi.

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