Capitolo 10-7: Incubi

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<< Cosa vuoi dire? Di cosa stai parlando? >>
Le domandai, sorpreso dalle parole che Diana mi disse in quel momento.

Per la prima volta notai di nuovo quel suo sguardo triste, abbattuto, che vidi il primo giorno che la incontrai.

Lo sospettavo già, ma ne avevo avuto una definitiva conferma...

Qualcosa l'aveva ferita, molto più profondamente di quanto mi potessi anche solo aspettare.


<< Intendo ciò che ti ho appena detto. >>
Mi rispose, evitando il mio sguardo.

<< Non ti avrei ucciso, non importa quale ragione credi di avere. Non è una soluzione a nessun problema. >>
Non appena pronunciai quelle parole, Diana cominciò a ridere.

<< Mi fa ridere quanto tu sia ipocrita. >>
Mi rispose, continuando a evitare il mio sguardo.

<< Ti ho già detto che, se fosse arrivato quel momento, non avrei mai ucciso Levyathan. >>
Le ripetei.

Anche stavolta fece una strana risatina.

<< Ovviamente, ovviamente non l'avresti fatto... >>
Le sentii dire a bassa voce.

<< Dici di capirmi... >>
Riprese subito dopo, voltandosi finalmente verso di me.
Il suo sguardo era calmo ma, allo stesso tempo, triste.

<< ... Quando in realtà non sai niente di me. >>
Continuò.

Non le risposi.

<< Sai cosa si prova a sentire il sapore del fango? >>
La sua domanda mi colse del tutto impreparato, ero confuso sul cosa volesse dire.

<< Cosa significa toccare il fondo e, nonostante tu continui a sperare in meglio, continui a vedere il mondo lanciarti merda addosso OGNI. SINGOLO. SECONDO. >>
Mi guardò con uno sguardo infuocato, digrignando i denti.

<< Se mi conoscessi davvero... Mi avresti ucciso. >>
Ripeté, ancora una volta.
Stavolta, però, il suo sguardo era calmo e composto.

Dopo aver detto quelle parole, girò di nuovo lo sguardo.


<< Non lo sai cosa si prova... >>
Riprese finalmente a parlare dopo secondi interminabili di silenzio, appoggiata alle sue ginocchia con i gomiti, reggendosi il volto con le mani.

Il suo sguardo era cupo, triste.

<< Avevo una sola cosa da fare, una sola. E ho fallito. Avrei preferito morire piuttosto che continuare a vivere dopo il mio fallimento. Mio padre è morto, il suo killer è ancora vivo. Ho avuto la possibilità di vendicarlo, ma ho fallito. Quale è il motivo per cui sono ancora viva, eh? Per fare da esempio? Essere uccisa davanti a non so quante persone? Non sono così stupida: so perfettamente che cosa hanno intenzione di farmi, non mi hanno lasciata viva per niente. Mi vogliono mandare al patibolo, è palese. >>
Continuò a parlare, senza sollevare neanche per un secondo lo sguardo.

<< Ho provato a uccidermi, qualche istante fa. Non ci sarei riuscita in ogni caso... Perché ho paura. Non ho il coraggio di uccidermi... Non lo ho ora esattamente come non lo avevo più di dodici anni fa. >>
Aggiunse, cadendo di nuovo in un terribile silenzio.

<< Cosa è successo più di dodici anni fa? >>
Le chiesi, cercando di farla parlare.

<< Provai a tagliarmi le vene. Non ebbi il coraggio di farlo. >>
La sua risposta fu secca.
Talmente fredda che mi fece impallidire.

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