Capitolo 13-4: Paura

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Fu quasi come un tuffo nell'oceano.

Quando feci un passo all'interno di quel portale creato da Javier, mi sentii quasi come se mi trovassi sott'acqua.

I rumori intorno a me divennero difficili da riconoscere, la vista divenne totalmente appannata per qualche secondo, fino a quando non uscii dall'altro lato.
In quell'istante, tutto tornò chiaro come prima.

Potei sentire gli uccelli cantare intorno a noi, e la luce del sole toccarmi il viso attraverso delle foglie.

Quella fu la prima volta che vidi la Foresta di Pietra con i miei stessi occhi, e devo ammettere che fino a quel momento non avevo la benché minima idea di cosa mi sarei dovuto aspettare in quel luogo.

Rimasi sbalordito da quella vista.
Mi trovai nel mezzo di una foresta, non avendo la benché minima idea di dove ci trovassimo esattamente, e non fui in grado di levare il mio sguardo da quegli alberi.

Quella foresta, però, non era assolutamente normale.
Gli alberi intorno a noi erano quasi tutti pietrificati, sembrava quasi che delle mani esperte li avesse scolpiti uno ad uno nella pietra, per poi creare un'intera foresta.
La luce del sole poteva toccarci, ma era molto più debole di quanto sarebbe dovuta essere in realtà in una foresta comune.


<< E' la prima volta che la vedi, vero? >>
Sentii chiedere da Javier.
Gli risposi con un semplice cenno positivo del capo, senza voltarmi verso di lui, mentre mi avvicinai lentamente a uno di quegli alberi.

Toccai il fusto con una mano: era congelato.
Non era una illusione, quegli alberi erano fatti effettivamente di pietra: notai anche delle foglie nel terreno.

Mi inginocchiai per afferrarne una, e non rimasi sorpreso dal scoprire che anch'essa era fatta in pietra.
Decisi di portare quella foglia con me: magari a Blake sarebbe interessata.


Pochi istanti dopo, Javier mi fece cenno di seguirlo.
Mi fece strada in quel posto a me alieno, arrivando a un piccolo sentiero.
Javier sembrò confuso per un attimo su quale strada prendere, ma riuscì ben presto a orientarsi.


<< Tu sei già stato qui, invece? >>
Gli domandai.

<< Due volte. E' grazie a quell'uomo se conosco come funziona la mia abilità: se non fosse stato per lui, non so se sarei riuscito a scoprirlo da solo. >>
Mi rispose, continuando a darmi le spalle mentre mi fece da guida in quel sentiero.

<< Rimanendo in tema... Non avevi detto di avere abbastanza energie per un singolo viaggio? Non è problematico fare questa fermata? >>
Gli domandai.
La risposta ai miei dubbi non tardò ad arrivare.

<< Si, ma... La mia abilità non funziona esattamente come tu stai pensando. >>
Subito dopo avermi detto quelle parole, si bloccò di scatto per poi voltarsi verso di me.
Quelle sue parole attirarono la mia attenzione, quindi rimasi in silenzio ad attendere una sua spiegazione.

<< Preferirei evitare di scendere in dettagli, quindi immagina la distanza tra la capitale e Charles come se fosse una linea retta: non importa in quante parti la spezzi, la sua lunghezza totale rimarrà invariata. L'unica cosa che hai ottenuto è dividerla in più parti. La mia abilità funziona in un modo analogo: con un certo tot di energia, posso coprire una determinata distanza, non importa quante fermate faccio nel mezzo. Fortunatamente per noi, la Foresta di Pietra si trova quasi nel mezzo tra la capitale e la nostra destinazione, quindi da qui dovrei comunque riuscire a raggiungere Charles. >>
Rimasi sorpreso da quanto bene conoscesse la sua abilità. 
Fino a quel momento credevo che comprendere a pieno il funzionamento della propria abilità fosse molto difficile, se non impossibile.
Dopotutto, Blake stesso mi disse che neanche lui conosceva a pieno i limiti della sua abilità, e che Mirajane e quel Yuushi Hikari, nonostante avessero delle abilità molto simili, avessero delle differenze molto marcate.

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