Ci misi poco a capire dove mi trovassi, quando riaprii gli occhi: non ero più nella cella in cui mi trovavo poco prima, era palese.
Riconobbi ben presto quella stanza, specialmente quando notai una figura che conoscevo perfettamente, alla mia destra, intento a leggere attentamente dei fogli. Era seduto su una sedia davanti a un piccolo tavolo in legno con una cartella clinica appoggiata su esso.
Non appena notò mi fossi svegliato posò rapidamente ciò che stava leggendo, incamminandosi rapidamente nella mia direzione dopo aver fatto un verso sorpreso.
<< Finalmente ti sei ripreso, Orion. >>
Mi disse, arrivandomi vicino e sospirando.
Sembrava rallegrato.<< Per quanto ho dormito? >>
Gli domandai, preoccupato dal tempo che avevo perso.Non volevo... No, non potevo perdere altro tempo.
Levyathan sarebbe potuto tornare da un momento all'altro, e il mio compito era permettere a Diana di lasciare la capitale indisturbata.Non appena provai ad alzarmi, Blake mi bloccò molto rapidamente impedendomi di muovermi.
<< Stai calmo: non sappiamo ancora se sei nelle condizioni per muoverti. Hai dormito per circa tre quarti d'ora. >>
Mi disse il ragazzo, con tono preoccupato.Subito dopo afferrò la sedia su cui era seduto poco prima, avvicinandosi a me con essa.
<< Come ti senti? >>
Mi domandò, incuriosito dalla mia situazione, sedendosi davanti a me.<< Meglio... Molto meglio di prima. >>
Gli risposi, molto rapidamente.Blake mi fissò in silenzio per qualche istante, portandosi una mano sotto al mento.
<< Da quanto eri in quelle condizioni? >>
Mi chiese subito dopo.Non gli risposi subito.
Quella domanda mi fece turbare. Le sensazioni che provai in quei momenti furono orribili... Non volevo neanche ricordarle.<< Da quando mi sono svegliato nella mia cella. Avevo un terribile mal di testa... Ma non era neanche lontanamente paragonabile a ciò che provai poco dopo. Era difficile anche solamente camminare: a ogni mio passo mi sembrava di sprofondare nel terreno, vedevo tutto intorno a me appannarsi, diventare più cupo e girare freneticamente. Ogni rumore diventava sempre più assordante e acuto. Mi sembrava quasi di avere spuntoni conficcati nelle orecchie. Non so cosa stesse succedendo ma... Ho provato a ignorarlo, all'inizio. Poi, quando ho capito che non sarebbe migliorato, mi sono quasi arreso. Ma non potevo farlo, dovevo aiutare Diana. >>
Gli raccontai, ricordando quei terribili momenti.<< Per quanto tempo sei rimasto in quello stato? >>
Mi domandò rapidamente.
Il suo sguardo era cupo.<< Fino a... Quando l'ho trovata. >>
Non appena gli diedi quella risposta notai che l'espressione nel volto di Blake divenne rapidamente confusa.Mi guardò in silenzio per non so quanti secondi, confuso e sorpreso dalle mie parole.
<< Non riesco a capire neanche io il perché. >>
Gli dissi, notando che sembrasse non avere la minima intenzione di riprendere a parlare.<< Cosa significa? Cosa vuoi dire? Non riesco a capire... >>
Mi domandò, balbettando, ancora confuso dalla mia risposta.<< Non sono sicuro neanche io, ma... Quando l'ho trovata dentro quella cella, tutto intorno a me è tornato normale nel giro di un battito di ciglia. I rumori non erano più assordanti, la vista non era più appannata... L'unica cosa che rimase, però, fu quell'intenso mal di testa. >>
Risposi.
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Arcadia
FantastikIn un mondo fantastico, una nazione si impone come la più potente e influente: l' Arcadia. Una nazione che permette ai suoi cittadini una vita agiata, priva di guerre e preoccupazioni, dove chiunque può vivere una vita benestante... Ma solo se ti tr...