Capitolo 11-5: Vincitori

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Credevo davvero che le cose sarebbero potute andare meglio.

Solamente l'essere riuscito a parlare con Charles riuscì a riaccendere ancora una volta la speranza in me.
Ma non potevo rimanere fermo ad attendere: anche io avevo ancora delle cose da fare.

I soldati continuarono a ispezionare la base della fazione dell'Uroboro da cima a fondo, alla ricerca dei ribelli.

Non li trovarono mai.
Quando uno dei miei uomini mi fece sapere che "I ribelli sembrano scomparsi nel nulla", sentii come un peso sparire dal mio petto.

All'inizio, pensai fosse stata opera di Mist... 
Dopotutto, sapevo fosse in grado di trasportare tante persone grazie alla sua abilità.

Nascosi la mia felicità, evitando di far insospettire i miei soldati, ordinando loro di controllare meglio. 
E così fecero.

Ancora una volta, però, tornarono da me a mani vuote.

Mi sentii rallegrato, felice.

Nascondendo i miei veri sentimenti, radunai i soldati restanti per dirigerci da Levyathan.

La mia felicità scomparve non appena lo raggiungemmo: venne sostituita ben presto da un profondo senso di terrore.

Rimasi in silenzio a guardare quella orripilante scena davanti a me per dei secondi che sembrarono interminabili.
Non appena riconobbi il corpo della persona ai piedi di Levyathan, però, sentii quel peso tornare improvvisamente nel mio petto.

Istintivamente feci un passo all'indietro, inorridito da quella vista.

Era quella ragazza...
La ragazza che incontrai molto prima...

Jeanne White.

Stava sorridendo.
Quel suo sorriso mi fece star male... Sentii il fiato mancare, le forze mi abbandonarono per un istante.

Il suo corpo era disteso nel terreno, immerso in una pozza di sangue.
La sua pelle non era ancora pallida... Non era trascorso troppo tempo dalla sua morte.

Levyathan era in piedi nel mezzo della stanza, davanti al corpo di quella ragazza: la stava fissando immobile, in silenzio, reggendo la sua Gioiosa nella mano destra.

Notai del sangue colare dalla punta della sua spada.

Non riuscii a vedere il suo viso: era di spalle.

Perché?
Perché era successa una cosa simile?
Dopo quelle sue parole... 

Perché?

<< Cosa... Cosa è successo, Levyathan? >>
Gli domandai, incredulo e scioccato da quella vista.

In quell'istante, sentendo le mie parole, Levyathan si voltò molto lentamente verso di me.

Il suo sguardo mi fece congelare il sangue.

Tutt'ora non so cosa gli stesse passando per la testa, in quel momento... 
E ho paura di scoprirlo... Non voglio saperlo.

I suoi occhi erano spalancati: mi fissò con uno sguardo immobile.
Nonostante tutto, però, la mano con cui reggeva la sua arma, stava tremando.

Quei suoi occhi erano terrificanti.

<< Levyathan? >>
Lo chiamai una seconda volta per nome, notando che non sembrasse avere alcuna intenzione di rispondermi.

In quell'istante portò la mano in una tasca della sua giacca, estraendo un pezzo di stoffa bianco.
Lo passò lentamente nella lama della sua Gioiosa, ripulendola in pochi istanti dal sangue.

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