Capitolo 7-6: Sentimenti

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Non appena rimasi da solo con Sera, una strana sensazione di ansia mi pervase. Non ne comprendevo ancora il motivo, ma ben presto lo avrei capito... Prima di quanto potessi immaginare.

Continuai a guardare in avanti per quel lungo corridoio anche dopo che Jeanne scomparve dalla mia vista,  per non so quanto tempo.

Ad un certo punto sbuffai, abbassando lo sguardo.

<< Cosa ti prende? Vuoi seguirla? >>
Mi domandò Sera.
Non mi voltai neanche per guardarla.

<< No. Anche io vorrei che questa nazione cambiasse radicalmente, ma ho come l'impressione che sia inutile anche solo provare... >>
Le risposi, abbattendomi.

<< Non è mai inutile. >>
Sentii dire da Sera.
Mi voltai verso di lei, lentamente, guardandola con uno sguardo triste ma incuriosito.

Sera mi stava sorridendo, con entrambe le mani dietro la sua nuca, appoggiata di schiena alla parete metallica del corridoio.

<< Provare non è mai inutile, arrendersi è inutile. Una persona potrebbe non fare differenza, da sola, ma il lavoro di squadra è ciò che importa.  >>
Mi disse, avvicinandosi a me e colpendomi nel petto con un debole pugno.

<< Che fine ha fatto il ragazzo che gongolava sulla riuscita del suo piano fino a due minuti fa, eh? Mi piacevi di più sicuro e deciso, non impaurito e preoccupato. >>
Aggiunse, sorridendo.

Le risposi semplicemente ricambiando il sorriso.

<< Muoviamoci, abbiamo roba da fare. >>
Mi disse, dandomi le spalle, mentre mi fece strada.



Per tutto il viaggio verso il suo laboratorio, Sera non smise neanche un secondo di parlare: era stranamente loquace.
Non che mi dispiacesse parlare con qualcuno, in quella situazione. Alla fine, la cosa migliore da fare era distrarsi fino a quando Evans non ci avesse ordinato di prepararci per l'attacco... 

" Conoscendolo, lo farà tra qualche ora... Quindi possiamo riposarci per un pochino. "
Fu la risposta che mi diede Serilda, riguardo all'argomento, cercando di farmi rilassare.

Parlammo del più e del meno per quei lunghi corridoi, nel tentativo di ammazzare il tempo fino a raggiungere il suo laboratorio.
Durante quei discorsi capii anche che lei provò a sollevarmi il morale, a modo suo, quando diedi di matto con Jeanne, dopo lo scontro con Mist.


<< Quindi è quello  che stavi cercando di fare. >>
Le risposi, sorprendendomi.

<< Perché, era strano? >>
Mi domandò, voltandosi verso di me e camminando all'indietro con le mani dietro la nuca e con una espressione confusa.
Piegò leggermente la testa di lato, guardandomi con due grossi occhi celesti.

<< Non era di certo... Usuale. Mettiamola in questo modo. >>
Le risposi, ripensando a svariati dettagli che preferii non dire.

Una espressione divertita apparve nel suo volto.

<< Avresti dovuto vedere l'espressione che hai fatto quando hai capito che non indossassi niente sotto alla canottiera, eheh. >>
Mi disse, ridacchiando e facendo una strana smorfia.

<< Riguardo a quello... Non dovresti farlo così casualmente. Cosa avresti fatto se mi fossi rivelato uno stronzo come lo era Mist? >>
Le domandai, preoccupandomi per lei.

<< Aww, ti preoccupi per me! Sei così carino. >>
Mi rispose, dandomi le spalle e riprendendo a camminare normalmente.

< E' così strana... >
Pensai, d'istinto.

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