CAPITOLO 23

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Quante stelline al capitolo? 😘

Abbiamo deciso di accompagnare Lucas e Lorenzo a Modena, in macchina, ma ora mentre sto guidando per andare a salutare il mio migliore amico inizio a pensare che non è stata una buona idea. Stamattina quando mi sono alzata ho vomitato anche l'anima e mi sento fisicamente stanca. Non si se riuscirò a guidare in autostrada per ritornare a Milano quindi inizio a valutare l'idea di rimanere qua, almeno una notte, visto che Benjamin non ha ancora preso la patente. Dobbiamo fare un discorsetto a riguardo. Naturalmente non ho nessuna intenzione di dormire a casa dei miei, se il mio ragazzo è d'accordo potremmo andare nella casa in campagna. Quella in cui abbiamo fatto l'amore per la prima volta. Non sopportarei di separarmi da Benji ma anche se non fosse con i miei non voglio starci. A pranzo hanno fatto un sacco di battutine che non mi sono piaciute per niente, anzi mi hanno fatta alterare ancora di più e viste le condizioni in cui sto non mi sembra proprio il caso. Che gli piaccia o no io e Benjamin conviviamo e la situazione non cambia. Non me ne frega un cazzo se a loro o a qualcun altro non sta bene: la vita è mia e sono libera di fare le mie scelte, non sono più una bambina. Mi piacerebbe tanto che afferrassero questo concetto.

Parcheggio la mia smart quattro posti nel luogo in cui Lorenzo ha respirato per l'ultima volta, non vedo l'ora di raccontargli tutto quello che è successo durante questa settimana e fargli vedere il mio bambino.

Zambo ha proposto una rimpatriata tra vecchi amici in onore del mio ragazzo e se lo è portato con sé, visto che ormai manca da un bel po. Io invece ne ho approfittato per venire dal mio migliore amico visto che qui non ho nessun'amica e l'unica alternativa era quella di rimanere in casa con i miei. Per carità. Avrei preferito mille volte vomitare piuttosto che stare in loro compagnia. Non si tratta di non volergli bene, sono pur sempre i miei genitori, ma quando hanno determinati comportamenti nei miei confronti non li sopporto.

Fuori fa freddo, non voglio scendere e rischiare di ammalarmi, quindi passo sul sedile del passeggero e mi volto in direzione della foto del mio migliore amico dentro quel maledetto gard-rail. 

"Ho un sacco di cose da raccontarti che non so nemmeno da dove iniziare" sorrido nel dire la frase. Me lo immagino seduto sul letto della mia stanze con le gambe incrociate su di esse e io davanti a lui, nella stessa posizione, come se fossi davanti ad uno specchio.

Ci mettimevamo così tutte le volte che ci concordavamo qualcosa di estremamente segreto. Quello che sto per dirgli lo è, dunque l'immagine che ho riformulato nella mia mente è più che azzeccata.

"Sai che sono incinta?" ridacchio mentre lo dico e decido di iniziare a raccontargli la cosa che mi rende più felice. "Già. All'inizio ero spaventata a morte perché temevo che Benji mi avrebbe lasciata sapendo tutto ciò, ma poi ho parlato con lui e sai cosa? Mi ha detto che vuole mettere su famiglia con me" in questo momento immagino formarsi sulle labbra di Lorenzo uno di quei sorrisi che sapeva fare soltanto lui mentre mi prende la mano tra le sue. "Mi ha pure detto di sposarlo. Cioè, non me l'ha proprio chiesto ma sono certa del fatto che era serio ieri sera quando mi ha detto: sposami" mi passo una mano tra i lunghi capelli che mi arrivano quasi al sedere e mi arriccio le punte come tutte le volte che sono nervosa. "La cosa che mi spaventa è dirlo ai miei genitori. Sai come sono fatti e probabilmente andranno fuori di testa quando lo sapranno, visto che già non vedono di buon occhio la convivenza. Però ti dico una cosa: loro hanno avuto la possibilità di fare le proprie scelte e ora voglio essere io a fare le mie. Se voglio sposarmi o avere un figlio con il mio ragazzo posso farlo, ci sto insieme da quasi tre anni, non sono mica andata col primo che passa" continuo il mio monologo ma immagino il mio migliore amico rassicurarmi con le solite parole che mi diceva sempre e che purtroppo non hanno più lo stesso effetto su di me. Perché so che lui non è al mio fianco. "Vorrei che tu fossi qui, Loris. Mi manca chiacchierare con te di cose stupide come facevamo una volta. Pensa che mi mancano persino le nostre litigate, quelle in cui poi non ci parlavamo per settimane intere ma controllavamo lo stesso quello che faceva l'altro. Non siamo mai riusciti a stare lontani per tanto tempo perché non sapevo fare a meno dell'altro e invece guardaci: sono passati due anni da quando tu non ci sei più, mi hai abbandonata qui, e a volte senza la tua presenza al mio fianco mi sembra di impazzire. Mi sembra di non riuscire ad affrontare determinate situazioni e ho paura perché in questi casi vorrei abbandonare tutto, fregandomene delle conseguenze" mi asciugo le lacrime che scendono sul viso al pensiero di tutte le volte che ho pensato di mettere fine alla mia vita. Dopo aver provato a buttarmi da quel maledetto palazzo, anni fa, ci sono stati altri momenti in cui mi è passata per la testa l'idea di raggiungere Lorenzo ovunque si trovi, ma poi mi sono ritrovata a fare un passo indietro. Ricordo perfettamente la paura negli occhi di Manirk quanfo mi ha portata via da quel cornicione, ricordo la delusione negli occhi di mio papà e di mia mamma e la preoccupazione in quello di Benjamin. Tutte le volte in cui ho provato ad autodistruggermi ho sempre pensato a lui: il mio uomo che in un modo o nell'altro mi ha sempre dato la forza di vivere questa maledetta vita e ora che aspettiamo un bambino ho un motivo in più per andare avanti. "Mi sono promessa di non piangere, ma poi ogni volta che vengo qui finisco per farlo sempre, quindi forse è meglio se parliamo di altro" dico subito dopo asciugandomi le lacrime dal viso con un fazzoletto che ho trovato nella mia borsa. "Vuoi vedere il mio bambino? Ieri sono andata a fare la visita, mi ha accompagnata Lucas, ancora non l'ho detto a Benjamin ma penso di farlo al più presto. Anche lui vuole diventare papà" mentre parlo cerco in una tasca della mia borsa l'ecografia che ho nascosto per non farla trovare a Benjamin, ma odio mentirgli. Non ce la faccio, è una cosa più forte di me, e proprio per questo ho intenzione di dirglielo appena torniamo a Milano perché ho già in mente il modo in cui farlo. "Guarda qui" dico passando le dita sull'ecografia e sfioro il puntino che il dottore mi ha indicato come mio figlio. Mi sembro quasi una pazza a parlare da sola, ma nonostante tutto so che il mio migliore amico mi sta ascoltando. Sento la sua presenza al mio fianco ed è una situazione rassicurante: è come se mi sentissi completa. "Lucas dice che sembra un fagiolo" ridacchio pensando al commento che ha fatto quando l'ha visto sul monitor. Mi sembra quasi di sentire la voce di Lorenzo che mi dice che è orgoglioso di me, sorrido, anche se so che questo è solo frutto della mia immaginazione.
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Finché io e te abbiamo noi ||Benjamin Mascolo|| #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora