CAPITOLO 36

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Quante stelline per dar forza a Giulia? 💪

Benjamin's pov

"Era solo un incubo, tesoro" cerco di tranquillizzare la mia ragazza, anche se non posso evitare ai brividi di percorrere la mia pelle alle sue parole. In passato era capitato altre volte che avesse gli incubi riguardo l'incidente di Lorenzo, lo psicologo col quale è in cura dice che è del tutto normale dopo aver avuto uno shock di quel genere, ma sono preoccupato per lei. Questa volta non ha sognato l'incidente: anche se non mi ha raccontato tutto mi sono bastate quelle poche parole per capire che nel sogno Lorenzo le ha parlato. Vorrei tanto sapere di più perchè solo in quel modo potrei aiutarla a mandare via le immagini dell'incubo che vedo nei suoi occhi. Sono vitrei, il suo sguardo è perso chissà dove e io non sopporto vederla in questo stato. Vorrei poter fare qualcosa per lei ma ogni volta che la vedo così non so mai come comportarmi ed entro in panico. "Non agitarti" la supplico quando si porta le mani sulla faccia soffocando un gemito di dolore. Poso una mano sulla sua piccola pancia nel tentativo di ricordarle che aspettiamo un bambino e che se si agita potrebbe fare del male ad entrambi. Non voglio perdere la donna che amo, tanto meno la vita che abbiamo creato insieme e che sta crescendo giorno dopo giorno dentro di lei.

D'un tratto toglie le mani dal suo viso e le guarda con uno sguardo spaventato, come se vedesse su di esse chissà che cosa e forse so anche cosa. Mi vengono i brividi quando la mia mente mi porta ad anni fa, in quella fottuta stanza di ospedale, con lei sporca del sangue di Lorenzo. Si guardava le mani allo stesso modo mentre mi sussurrava che lui era morto. Mi guarda per mezzo secondo negli occhi prima di abbassarli sulla mia mano che è ancora sulla sua pancia e poi tra le sue gambe. Le sposta divarcandole e poi spalanca la bocca con gli occhi sbarrati, persa in chissà quali pensieri. Pensieri che vorrei tanto sapere.

"Ho perso il bambino" urla d'un tratto Giulia facendomi spalancare gli occhi. Tolgo la mano dalla sua pancia come se scottasse mentre sento il sangue gelarsi nelle vene. Seguo il suo sguardo, portando anche il mio tra le sue gambe, per cercare di capire come sia arrivata a questa conclusione, a mio parere assurda. "Oh mio dio, chiama qualcuno, Benjamin. C'è troppo sangue!" aggiunge in preda al panico. I suoi occhi smarriti rimangono fissi in quel punto e io cerco di non farmi prendere dal panico.

"Merda!" esclamo portandomi le mani tra i capelli in modo disperato perchè non so come gestire la situazione. Non è come le altre volte in cui si svegliava urlando il nome di Lorenzo e bastava coccolarla un pò per farle ritrovare contatto con la realtà. No, questa volta è diverso: sembra abbia le allucinazioni, è qui con il corpo ma non con la mente perchè altrimenti vedrebbe che non c'è sangue da nessuna parte e che quindi il nostro bambino sta più che bene. "Calmati, per favore, va tutte bene" la supplico alzandomi sulle ginocchia e le prendo il viso tra le mani in modo che mi guardi negli occhi e capisca finalmente che è soltanto la sua immaginazione.

"No, Ben, dobbiamo andare subito in ospedale o morirà" mi dice abbassando lo sguardo sulla sua pancia dove ora c'è posata la sua mano tremante. Vorrei poter entrare nella sua mente per cacciare via da essa ogni brutto pensiero che la sta attraversando.

"Il bambino sta bene, fidati di me, piccola" le dico con tutta la calma possibile anche se in verità sto cercando di non perdere la testa. Può un sogno turbarti a tal punto da farti avere persino le allucinazioni? Si, cazzo. E vorrei tantissimo sapere cosa diavolo ha sognato.

"Me l'ha sussurrato Lorenzo e poi guarda quanto sangue" la sua voce trema e chiudo gli occhi mentre decido di fare a modo suo. Penso che per calmarla l'unico modo sia quello di non contraddirla in modo da non farla agitare maggiormente.

"Il sangue è mio, mi sono tagliato la mano" le dico mostrandole la mano, senza nemmeno un graffio, e spero tanto che domani non si ricordi di tutto questo perchè non voglio vedere nei suoi occhi quello sguardo triste. So come andrebbe a finire: inizierebbe a classificarsi come una malata mentale e la sua autostima andrebbe completamente in frantumi. Il suo sguardo si posa su di me, le lacrime rigano il suo viso e la sua bocca si muove per dire qualcosa. Non glielo permetto e parlo prima io: "Ti va di fare una doccia?" le chiedo accarezzandole il viso.

Finché io e te abbiamo noi ||Benjamin Mascolo|| #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora